Una lapide che fa la storia

Redazione

Cronaca

Una lapide che fa la storia
La lettera di Giandomenico Lo Pizzo al prof. Marino

18 Gennaio 2016 - 00:00

Non si placa la polemica attorno alla “scritta” mussoliniana di Corso Vitale, recentemente restaurata a Gangi. Abbiamo ricevuto in questi giorni numerosi contributi, fra questi uno dei primi, a firma del segretario della locale sezione del P.D. Giandomenico Lo Pizzo che, all'indomani della ormai nota lettera dell'Anpi al sindaco di Gangi scriveva nel suo blog la seguente lettera:

Esimio prof. Marino

la mia non è una risposta alla Sua lettera aperta inviata al Sindaco di Gangi (che presumo interverrà sul tema) ma, vuole muovere da questa per alcune considerazioni di carattere più politico sul tema da Ella sollevato (presumo che questo era il Suo intento nell’indirizzare la Sua missiva in maniera aperta).

Non mi ritengo un revisionista, anzi, al contrario di altri, colleziono antipatie politiche perché credo sia opportuno e rispettoso manifestare apertamente le proprie idee e aborro chiunque rifugga in improbabili e ipocrite mediazioni su alcuni temi che fanno parte della propria identità culturale.

A questo aggiungo l’ulteriore premessa di essere stato associato all’ANPI di Palermo per gentile richiesta del Vostro Illustre prof. Ficarra nel 2011 in occasione del 120 anniversario dei Fasci Siciliani celebrato a Caltavuturo.

L’opera meritoria che l’ANPI di Palermo ha compiuto sia nella rievocazione delle gesta dei Fasci Siciliani (dei quali mi ha fatto appassionare proprio l’esimio prof. Ficarra) che sull’azione antimafia sulla nostra isola non mi permette di liquidare con una semplice battuta (al contrario di qualche odierno nostalgico della prima o dell’ultima ora) la Sua rispettabile lettera aperta.

Era il 2002, quando da Consigliere Comunale del Comune di Gangi portai avanti una battaglia contro un gesto che si, in quel caso, era rievocativo e apologetico e che riapponeva nella piazza principale del paese una lapide che li non era da tanti decenni http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/12/27/riappare-la-lapide-fascista-gangi-scontro-politico.html.

In quel caso, sarebbe stato più opportuno oltrechè saggio utilizzare una sezione del nostro museo per far conoscere un periodo storico (questa la motivazione ufficiale) ai nostri concittadini anzichè cedere alle, ormai antistoriche, richieste apologetiche della destra locale.

Il caso in esame invece mi coglie dubbioso; la scritta, di epoca mussoliniana su una facciata di un privato, è effettivamente esistente da sempre seppur sbiadita; l’averla ripristinata ha evitato di perderne la memoria, quantunque lo spirito “riappositivo” di qualcuno possa essere stato di natura apologetica.

“Nessuno pensi di piegarci senza prima avere duramente combattuto” è una frase perdente nel suo intrinseco significato e nella storia, scritta per esaltare gli animi dei mediocri, ma è, in questo caso, una frase storicizzata, che rappresenta un periodo e che altrimenti andava persa.

La Storia dovrebbe far più paura a chi è stato sconfitto dalla stessa e andrebbe, anche, come Ella ci insegna, ben studiata, approfondita e fatta propria.

I miei più cordiali saluti

Giandomenico Lo Pizzo

Altre notizie su madoniepress

Autorizzazione del Tribunale di Termini Imerese N. 239/2013

Direttore Responsabile Giorgio Vaiana

Condirettore Responsabile Michele Ferraro

redazione@madoniepress.it