Valtur di Pollina, al via i licenziamenti

Redazione

Cronaca

Valtur di Pollina, al via i licenziamenti
Personale in cassa integrazione in deroga fino a dicembre poi la chiusura definitiva

18 Gennaio 2016 - 00:00

Finale di Pollina e Valtur, dopo quarant’anni arriva la fine di una pagina importate del territorio con l’avvio delle procedure di licenziamento dei cinque dipendenti dello stabilimento vicino Cefalù. I commissari straordinari, che dall’ottobre del 2011 guidano il gruppo turistico, hanno annunciato la decisione ai sindacati che non hanno firmato l’accordo per i licenziamenti collettivi. Il personale resterà in cassa integrazione in deroga fino a dicembre, poi i licenziamenti definitivi.

Il no delle parti sociali non ferma ovviamente le scelte dei tecnici che stanno definendo tutti i rapporti pendenti della società che fu del siciliano Carmelo Patti: indagato dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo, aveva fondato una galassia immensa con un patrimonio di villaggi e partecipazioni che vanno dal Piemonte all’Egitto, dalla Sicilia alle isole Maurituius.

Il villaggio di Pollina ha una storia molto particolare che ne ha impedito la cessione al gruppo Oro Vacanze che lo scorso anno ha rilevato gli stabilimenti Valtur, una mega operazione nella quale non è però entrato il sito madonita a causa di un contenzioso sulla proprietà dell’impianto che fu costruito dalla stessa società negli anni ‘70 che nei decenni successivi ne ha sempre mantenuto la gestione.

Nel 2001 però, la proprietà viene ceduta a una società di leasing, oggi facente capo a Unicredit, che a sua volta lo concede in locazione alla stessa Valtur che da proprietaria diventa cosi affittuaria del sito. Tutto sembra filare liscio, almeno fino al marzo del 2011 quando il contratto di locazione viene sciolto per inadempimento della Valtur che non aveva più pagato il canone. A questo punto la vicenda inizia a complicarsi; Unicredit Leasing si vuole rivalere su Invitalia in forza di un patto di riacquisto da quest’ultima sottoscritto a garanzia della società di leasing. In altri termini, secondo la società di leasing, Invitalia avrebbe dovuto riscattare la proprietà del villaggio, dato l’inadempimento della Valtur.

Si apre cosi un contenzioso tra Unicredit e Invitalia, che ha determinato la paralisi dell’impianto, dal quale le due società hanno provato a venir fuori cercando un acquirente che rilevi una struttura chiusa da due stagioni. Al bando hanno risposto prima cinque società ed altre, a quanto trapela, si sarebbe aggiunte nei mesi scorsi. A che punto siano le trattative e che speranze ci sono per la struttura e per gli oltre cento stagionali che venivano annualmente impiegati lo si dovrebbe capire venerdì prossimo durante un tavolo tecnico convocato al Ministero dello sviluppo economico per il fare il punto sulla vertenza.

Sulla questione giunge anche una nota della CISL “La vicenda Valtur segna profondamente la tenuta occupazionale del settore – dice Elena Maria Vanelli della segreteria sindacale nazionale della Fisascat Cisl – La politica e le istituzioni devono attuare al più presto interventi concreti di sostegno al turismo, comparto strategico per la ripresa economica ed occupazionale del nostro Paese”. “La mancanza di programmazione e interventi volti a rilanciare il turismo – sottolinea il segretario Fisascat Cisl Sicilia, Mimma Calabrò – ha come nefasta conseguenza quella della continua perdita dei livelli occupazionali del settore. Per quanto riguarda il futuro dei lavoratori stagionali che operano nel villaggio Valtur di Pollina, attendiamo l'esito al ministero dello Sviluppo in programma venerdì prossimo, auspicando che possano essere trovate tutte le soluzioni atte a rilanciare la struttura e, conseguentemente, a tutelare gli oltre 100 stagionali che vi prestano servizio”.

“Non eravamo d’accordo con la mobilità – aggiunge Marianna Flauto della Uiltucs Sicilia – anche perché i lavoratori del turismo hanno accesso ad ammortizzatori molto limitati. Abbiamo chiesto in sede ministeriale che se si presenterà una proposta di acquisizione seria dovranno essere tutelati i lavoratori fino ad oggi utilizzati”.

 

RQ

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