Vuoi sapere quanto prenderai di pensione?

Redazione

Cronaca

Vuoi sapere quanto prenderai di pensione?
Ecco le nuove simulazioni dell'INPS

18 Gennaio 2016 - 00:00

Ieri il Senato ha approvato il Def (Documento di economia e finanza) e, con il nuovo documento, arrivano anche nuove norme per i trattamenti previdenziali dei lavoratori fra 30 e i 40 anni di età.

Il DEF prevede che  nei prossimi mesi il ministero del lavoro informerà tutti i lavoratori delle diverse gestioni Inps sulla loro futura condizione pensionistica attraverso il “Progetto trasparenza”.

Quindi i lavoratori riceveranno la “Busta arancione” che indica la data presunta del pensionamento ed una stima dell'assegno mensile.

Intanto il Corriere della Sera gioca d’anticipo e, attraverso i dati di “progetica” ha realizzato una simulazione delle pensioni che prenderanno i lavoratori che oggi si trovano nella fascia fra i 30 e i 40 anni di età.

Stime non incoraggianti, poiché il rapporto fra la pensione e l'ultima busta paga potrà variare tra il 48% e il 93%, ossia la differenza potrebbe essere minima oppure crollare fino alla metà dell’ultima busta paga.

Oltre alla carriera vanno calcolate due variabili fondamentali: l'andamento del Pil ed il fattore demografico. A determinare l'entità dell'assegno pensionistico non saranno solo gli “scatti” di carriera, ma anche l'aspettativa di vita (con l'invecchiamento della popolazione si andrà in pensione sempre più tardi) e l'andamento dell'economia italiana.

Queste le previsioni:  Gli assegni pensionistici da sistema contributivo sono legati all'andamento dell'economia, segnatamente alla media quinquennale del Pil. Fra il 2009 e il 2013 la media è stata pari allo 0,8%, portando i contributi versati a perdere potere d'acquisto in termini reali. “Più la carriera e il Pil crescono – spiega Andrea Carbone, partner di Progetica – più l'importo della pensione sarà elevato in termini assoluti. Se invece si guarda al rapporto fra pensione e ultima retribuzione le cose cambiano, con un rapporto decisamente più basso. E' necessario essere consapevoli che se l'economia va bene gli assegni pensionistici sono decisamente più alti”.

Le variabili – Per un lavoratore trentenne il periodo dell'addio al lavoro oscilla fra il 2050 e il 2053, a seconda dei diversi scenari sull'allungamento della speranza di vita: più si vive a lungo, maggiore sarà l'incremento dei requisiti per andare in pensione. Per avere una pensione più alta è fondamentale avere una continuità contributiva. Gli stop ai contributi sono una piaga che coinvolge tanto i giovani precari quanto gli esodati ultrasessantenni. Per un trentenne, nell'esempio portato da Progetica, tre sospensioni di un anno nell'arco di dieci anni possono portare in media 51 euro in meno al mese rispetto a pensioni considerate già basse (da 600 a 1.000 euro al mese).

Le cifre – Come racconta Qui Finanza le varazioni tra l'ultima busta paga prima del trattamento previdenziale e la prima pensione possono essere consistenti in base all'andamento del Pil. I trentenni: chi guadagna oggi 1000 euro avrà una pensione che può variare da un minimo di 670 euro ad un massimo di 930 euro. Chi invece avrà come ultima busta paga un reddito da 1350 euro percepirà da un minimo di 770 euro ad un massimo di 1040 euro. Per la fascia di reddito di chi percepisce a fine carriera 1800 euro, in pensione potrebbe ricevere un assegno da un minimo di 880 euro ad un massimo di 1180 euro. Le cose non vanno meglio per la fascia dei quarantenni. Chi guadagna a fine carriera 1500 euro porterà a casa in pensione un reddito che può oscillare da un minimo di 1010 euro ad un massimo di 1290 euro. Chi invece oggi ha 40 anni e prevede di chiudere la sua esperienza lavorativa con un reddito di 1840 euro avrà un assegno pensionistico che oscillerà tra i 1080 euro e 1380 euro. Infine chi chiuderà la carriera con una busta paga di 2240 euro avrà un assegno pensionistico che andrà da un minimo di 1160 euro ad un massimo di 1470 euro. 

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