Ypsigrock’14 l’attesa viene scaldata con un nuovo annuncio.

Rosario Mangano

Vinile

Ypsigrock’14 l’attesa viene scaldata con un nuovo annuncio.
Wild Beasts, Fanfarlo, Forest Swords, Money. Domani i nuovi nomi.

18 Gennaio 2016 - 00:00

Non ce ne vogliano le sagre e il folklore tradizionale che con l’arrivo della bella stagione investono un po’ tutto il territorio madonita e siciliano in genere, ma pare che l’evento di punta dell’anno nell’isola, si prospetta essere quello che si svolgerà tra il 7 e il 10 agosto a Castelbuono. È fresco di qualche giorno l’ultimo annuncio sulla composizione della line-up all’Ypsigrock ’14, confermando la presenza di: Wild Beasts, Fanfarlo, Forest Swords e Money.

L’Ypsigrock, che lo scorso anno è rientrato con una nomination tra gli UK Festival Awards 2013, citato tra i più importanti festival anche dal The Guardian, è ormai un appuntamento fisso con la musica per tutti gli appassionati a livello internazionale. Vantando, da parte sua, la singolare e suggestiva location medievale da brividi, quella di Piazza Castello, che in quelle notti estive mozza il fiato anche ai più navigati e veterani frequentatori di festival in tutto il mondo.

Dopo le due tranche promozionali sugli abbonamenti “Ypsi & Love”, andate sold-out rispettivamente in sole 6 e in 2 ore dalla messa in vendita, la line-up inizia a prendere forma. Andando con ordine: i Wild Beasts vengono da Kendal, in Inghilterra, hanno all’attivo quattro album di cui l’ultimo uscito lo scorso 24 febbraio, “Present Tense” (Domino, 2014), in direzione art-rock/pop ed elettronica che non è quella vintage e analogica che influenza la scena indie-rock contemporanea, ma quella figlia degli anni ’80-’90 attraversando l’universo dance-music, synth-pop e ambient, di chiara influenza Depeche Mode. Le profondità vocali della voce baritonale di Tom Fleming s’incastrano perfettamente al falsetto di un eccitato Hyden Thorpe, il risultato è una composizione musicale e una lirica sensuale, carnale, di celestiale tensione che si contraddistingue per eleganza formale.

Wild Beasts – Sweet Spot

I Fanfarlo, il gruppo si forma a Londra su spinta dello svedese Simon Balthazar, impiegano sonorità folk-rock, post punk con innesti strumentali di ottoni, clarinetti, organi, fisarmoniche, violini, mandolini e coralità barocche, esordendo con l’album che li ha portati alla ribalta della scena indipendente internazionale, “Reservoir” (Rough Trade/Atlantic Records, 2009). Accostati nell’autoprodotto esordio ai primi Arcade Fire deviano, quasi fosse passaggio indotto nella scena indipendente attuale, verso l’innesto pop-elettronico nella composizione di ritmi e quadrature ‘80s, primo timido approccio in tale direzione si sente in “Rooms filled with light” (Atlantic Records, 2012), poi consolidandone la scelta nell’ultimo lavoro “Let’s go extinct”  (Atlantic Records, 2014). Salta fuori una sorta di concept-album sul futuro dell’umanità, che perde i pezzi dell’origini folk-rock del miglior album d’esordio, segnando un marcato solco sulla via del pop-elettronico, di cui non se ne sentiva affatto bisogno.

Fanfarlo – The walls are coming down

Forest Swords, l’enigmatico inglese arriva dalla penisola di Wirral per una composizione elettronica a tinte indefinite, funerea e trionfale allo stesso tempo. In “Engravings” (Tri Agle, 2013) psichedelia, trip-hop e drone-chitarristiche vengono costruite sotto riff e beat riverberati, calibrati con frasi ambientali che finiscono in un unico calderone che prende forma in un viaggio onirico/ipnotico dai fumi mistici, lasciando intravedere a conclusione uno sviluppo più strutturato, quasi orchestrale.

Forest Swords – The weigth of gold

A chiudere i Money, l’album d’esordio per la band che proviene da Manchester, “The shadow of heaven” (Belle Union, 2013) appare essere una produzione quasi atipica per il panorama pop britannico. Le melodie sonore sono un’immersione acquosa di chitarre eteree, una lirica bianca e plastica quella del frontman Jamie Lee, che viene giustamente sfruttata in tutto il suo virtuosismo e la sua versatilità. Un sound riflessivo e pacato, volto alla quiete, melodie liquide e vagiti alternativi che tendono la mano alle recenti sonorità dei Maccabees, ma capaci di costruire un immaginario musicale ed extra-musicale personale, a tratti fuori dal tempo e dal contesto tutto suo.

Money – Hold me forever

Nella trepidante attesa che domani 24 aprile la line-up venga arricchita di nuovi nomi, vi lasciamo per tempo i compiti da fare per casa, auspicando di non farvi lasciare debiti, potrebbe essere già troppo tardi.

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