Palermo

Palermo, scoperto un laboratorio di crack

Un vero e proprio laboratorio per realizzare il crack a Palermo. La scoperta è stata fatta dai Carabinieri della compagnia Piazza Verdi, che hanno scovato il laboratorio in un appartamento di via del Fondaco.

A finire in manette Jimmy Aimiegbefo, 34 enne di origine nigeriane. E’ ritenuto responsabile dei reati di “detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina e detenzione abusiva di arma da fuoco clandestina”. Il nigeriano su ordine della Procura di Palermo, è stato associato al carcere “Pagliarelli” a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Appena varcata la soglia dell’appartamento, i militari hanno scoperto un vero e proprio “laboratorio” per la preparazione, il taglio, la pesatura ed il confezionamento di cocaina. Accanto all’uomo, seduto su una sedia, quasi ad aspettare il loro arrivo, una pistola semiautomatica completa di cartucce e caricatore. Sul tavolo della cucina, il market della droga: 90 grammi di cocaina, suddivisa in 196 dosi di cui una parte confezionata “in cristalli”, quindi, già trasformata in “crack”, chiusi in imballi di colore blu termosaldate e 1600 euro in contanti.

Il “crack” è una sostanza stupefacente ricavata, tramite processi chimici, dalla cocaina. Viene assunta inalando il fumo dopo aver surriscaldato i cristalli in pipe apposite di vetro o ricavate spesso da bottiglie di plastica modificate o lattine. Questa operazione provoca degli scricchiolii che danno origine al suo nome. E’ uno stupefacente altamente pericoloso, i cui effetti hanno una “salita” immediata ed intensa. Il “crack” viene sintetizzato a partire dalla cocaina in polvere con una base debole, solitamente bicarbonato di sodio. Tutti elementi rivenuti all’interno della crack house: fornelletto da campeggio e pentolino, un panno di stoffa usato da filtro e un pacco di bicarbonato già aperto.

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