Cronaca

Gli asini e la raccolta differenziata: “Castelbuono ci ripensi. Gli animali non sono schiavi”

Non si placano le polemiche sollevate da Enrico Rizzi del Noita (Nucleo operativo italiano tutela animali che aveva pubblicato sul suo profilo Facebook una foto in cui si vedeva un asinello impiegato nella raccolta differenziata a Castelbuono, stramazzato al suolo (leggi questo articolo).

Oggi è arrivata una lunghissima mail firmata da Paola Re, consigliera e responsabile petizioni di Freccia 45, un’associazione nazionale di promozione sociale per la protezione e difesa animale. “L’asina in questione è una “lavoratrice” con tutte le carte in regola, poiché è assunta dal Comune per fare la raccolta differenziata – dice Paola – Dopo l’incidente accadutole, ovviamente sono scoppiate le polemiche alle quali il Sindaco di Castelbuono (in realtà è stato l’assessore Dario Guarcello, leggi questo articolo, ndr ) ha replicato: “Invito tutti coloro che si stanno interessando tardivamente a questo metodo di raccogliere i rifiuti a venire a Castelbuono o di collegarsi su Google, cercando Castelbuono Asini, per visionare le decina di video dedicati a questo servizio dalle più importanti testate giornalistiche mondiali. Inoltre, basta vedere la reazione dei cittadini di Castelbuono per comprendere che noi i nostri asini li amiamo”. Ho colto l’invito del Sindaco e ho guardato uno dei video (in questo link) in cui ho visto una scena di una tristezza inesprimibile. Un animale schiavo, imbrigliato, bardato, caricato con dei pesi viene condotto in giro per il paese a lavorare. Eh sì, deve pur guadagnarsi la pagnotta”.

Ma la consigliera prosegue: “Oltre al video, ho anche cercato informazioni del progetto sul sito web del Comune di Castelbuono (qui il link). Con le asine il sindaco ha avuto la trovata giusta. Adesso tutti gli abitanti del paese le conoscono, le coccolano e hanno imparato quanto si possa vivere meglio senza il rumoroso e inquinante auto compattatore. In più i dati della raccolta differenziata sono saliti molto, rendendo Castelbuono uno dei comuni siciliani più virtuosi in questo senso. A dare ulteriore lustro e un significato sociale al progetto, si è scelto di affidare il ruolo di netturbini, accompagnatori delle asine, a cittadini che vivono in condizioni di disagio sociale. L’esperienza virtuosa è stata già replicata in diverse cittadine italiane e anche all’estero, grazie al grande interesse suscitato su tutti i media nazionali e internazionali: persino la Bbc ha fatto un servizio su Castelbuono e i suoi asini”.

E Paola aggiunge: “Se da una parte l’incidente accaduto alla disgraziata asina mi suscita molta rabbia, dall’altra provo una gran pena per l’arretratezza culturale in cui si trova questo paese che non riesce a capire quanto sia alto il prezzo da pagare per non sentire più il “rumoroso e inquinante auto compattatore”. Chi lo paga? Un animale, quindi poco importa. Definire questo schiavismo “ecologico, originale, simpatico” è una mistificazione ed è una presa in giro della dignità delle sei schiave a quattro zampe. E, come se non bastasse il danno, ecco la beffa: fare svolgere a “cittadini che vivono in condizioni di disagio sociale” un lavoro basato su dominio e schiavitù non è affatto educativo, anzi, è esso stesso un disagio. Gli animali hanno sempre lavorato al servizio dell’essere umano ma questa non è una buona ragione per continuare a farli lavorare perché essi non sono macchine e nel terzo millennio è ora che lo si riconosca. A Sala Biellese (BI), esiste “Il Rifugio degli asinelli” un luogo in cui gli asini sono davvero coccolati, non costretti a lavorare. Purtroppo qui arrivano anche asini “a fine carriera”, dopo avere condotto una vita come quella che conducono le sei asine di Castelbuono. Gentile signor Sindaco, ci ripensi, e fermi quel progetto che riporta Castelbuono indietro nei secoli”.

Alla mail di Paola si sono aggiunti i commenti di tantissimi cittadini che hanno inviato mail alla nostra redazione. Ne pubblichiamo solo due:

“Buonasera, in merito alla vicenda dell’asina di Castelbuono stramazzata al suolo non posso che esprimere tutta la mia rabbia. Gli animali si rispettano, si amano, non si fanno lavorare. E’ stata l’asina a voler fare l’operatrice ecologica? Avrebbe messo un cane al suo posto? Saluti antispecisti. Lucilla Mancini, Firenze”.

“Sottoscrivo le parole della signora Paola. A leggere queste notizie si rimane basiti ed increduli, mi chiedo cosa ci sia di simpatico nel costringere un povero animale a fare un lavoro che non vorrebbe mai fare, sovraccaricandolo come se fosse un furgone. Volete la raccolta ecologica e che non inquina? Dotatevi di mezzi elettrici, ma forse volevate fare gli originali distinguendovi dagli altri comuni, utlizzando i poveri asinelli, pensando che questo vi avrebbe portato simpatie e plausi. Magari è così, simpatie e plausi ma da parte di chi non ha ancora capito che tutte le creature hanno lo stesso nostro diritto alla vita, alla libertà ed al rispetto della dignità. Mi stupisco della cittadinanza che accetta senza batter ciglio questa vergognosa situazione. Il cambiamento è sotto gli occhi di tutti, qualcuno però resta al palo ancorato in usi, costumi, abitudini e convinzioni frutto di culture e mentalità arretrate. Mauro Sanna”

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