Arrestato il genero di Totò Riina, è accusato di una truffa commessa a Termini Imerese

Redazione

Italia

Arrestato il genero di Totò Riina, è accusato di una truffa commessa a Termini Imerese

01 Dicembre 2017 - 18:22

Antonio, detto Tony Ciavarello, 43 anni, genero di Toto Riina, palermitano ma residente da anni a San Pancrazio Salentino con Maria Concetta Riina, una delle figlie del defunto capo dei capi di Cosa nostra è finito nuovamente agli arresti. I carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana, gli hanno notificato un ordine di esecuzione riguardante una condanna per una truffa commessa nel 2009 a Termini Imerese. Ciavarello sconterà in regime di domiciliari, presso la sua abitazione, la parte residua di una pena a sei mesi.

Nei mesi scorsi a Ciaravello erano stati sequestrati alcuni beni, considerati dagli inquirenti una parte del tesoro di Totò Riina. Secondo i risultati delle indagini sono state costituite con denaro sporco. L’esame incrociato aveva evidenziato una sprerequazione di ben 480 mila euro nella contabilità dell’azienda.

“Visto che stanno già facendo varie ipotesi e contestazioni varie – interviene su Facebook Maria Concetta Riina, figlia del padrino e moglie dell’arrestato – vi spiego cosa è successo; Nel 2008-2009 migliaia di italiani sono stati coinvolti in una serie di truffe di falsi bonifici e riciclaggio degli stessi, mio marito Antonino Tony Ciavarello è stato uno dei coinvolti, vittima dei truffatori che lo hanno usato per i loro sporchi affari, grazie ad un grande avvocato che non è andato a processo a difenderlo si è ritrovato con una condanna a sei mesi. Giusto però è che sappiate la verità – aggiunge postando una foto di operazioni bancarie fatte dal marito – e ve ne mostrerò uno stralcio, i soldi ricevuti tramite bonifico non li ha tenuti per se, inconsapevolmente è stato vittima dei truffatori, la prova che vi mostro sotto fa parte di un indagine dei Ros dei Carabinieri, dove si evince che mio marito i soldi ricevuti tramite bonifico li ha rigirati tramite Western Union come indicati dal truffatore. In mezzo a circa 6.000 italiani, l’unico condannato è mio marito”.

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