Operazione “Antimafia Montagna”, in manette anche quattro madoniti. I NOMI

Michele Ferraro

Cronaca

Operazione “Antimafia Montagna”, in manette anche quattro madoniti. I NOMI

23 Gennaio 2018 - 19:48

Anche 4 madoniti sono finiti in manette nell’ambito dell’operazione operazione “Antimafia Montagna”. L’attività investigativa che ha decapitato i vertici di cosa nostra dell’Agrigentino mostra l’esistenza di un “dialogo” fra mandamenti mafiosi apparentemente distanti.

Fra gli arrestati figura infatti anche Antonio Giovanni Maranto, il 54enne boss di Polizzi Generosa, già condannato a 18 anni e 9 mesi di reclusione nell’ambito dell’Operazione Black Cat (leggi qui).  Oltre al nome, già noto di Maranto, fra i soggetti incriminati ed arrestati figurano altre tre madoniti: Adolfo Albanese, 71enne originario di Petralia Sottana e residente a Caltavuturo, per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari. Vincenzo Dolce, 52 anni di Cerda; Alessandro Geraci, 32 anni di Petralia Sottana.

In manette anche Salvatore Filippo Giacomo Di Gangi, originario di Polizzi Generosa ma ormai residente a Sciacca. Coinvolti in fine anche due uomini di Nicosia, Giacomo e Santo Di Dio, rispettivamente di 45 e 50 anni, entrambi in arresto.

In tutto i carabinieri del comando provinciale di Agrigento hanno eseguito cinquantasei ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti dei vertici dei mandamenti e delle famiglie mafiose diverse province fra cui quelle di Agrigento, Enna, Palermo e Caltanissetta.

Il procuratore aggiunto Paolo Guido ha sottolineato che: “Emerge uno spaccato sociologico relativo a una ortodossia che ci riporta a 40 anni fa”. I mafiosi agrigentini si definiscono il fiore all’occhiello di cosa nostra siciliana. Inoltre rivendicano il venir meno a Palermo di personaggi affidabili. Così ha spiega Lo Voi: “Vengono inoltre rimpianti vecchi personaggi di cosa nostra. Ma nonostante tutto gli agrigentini continuano a mantenere rapporti lo stesso con i palermitani. Anche se rimangono affidabili solo i corleonesi”.

In carcere, tra gli altri, sono finiti Francesco Fragapane, 37 anni, figlio dello storico capomafia di Santa Elisabetta Salvatore ed il sindaco di San Biagio Platani Santo Sabella, quest’ultimo per concorso esterno in associazione mafiosa. L’indagine è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Gery Ferrara e Claudio Camilleri.

Gli altri arrestati: Carmelo Battaglia, 42 anni di Comiso; Antonio Bisaccia, di 36 anni di Favara, Giuseppe Blando, 54 anni di Favara, Antonio Bongiorno, 37 anni di Favara, Calogero Castronovo 63 anni di Licata, Giorgio Cavallaro, 50 anni di Grotte, Vincenzo Cipolla, 56 anni di San Biagio Platani; Antonio Domenico Cordaro, 53 anni di San Cataldo; Salvatore Cusumano, 27 anni di Favara, Franco D’ugo 53 anni di Palazzo Adriano;  Salvatore Filippo Giacomo Di Gangi, 76 anni di Sciacca, Angelo Di Giovanni, 46 anni di Favara; Stefano Di Maria, 26 anni di Favara; Francesco Maria Antonio Drago, 51 anni di Siculiana; Concetto Errigo, 59 anni di Comiso; Agostino Fanara, 54 anni di Favara, Pasquale Fanara, 59 anni di Favara; Daniele Fragapane, 33 anni di Santa Elisabetta; Frabncesco Fragapane, 38 anni di Santa Elisabetta; Raffaele Salvatore Fragapane, 41 anni di Santa Elisabetta; Giovanni Gattuso 62 anni di Castronovo di Sicilia;  Angelo Giambrone, 34 anni di di Cammarata, Calogerino Giambrone, di 56 anni di Cammarata, Francesco Giordano, 50 anni di Niscemi; Salvatore La Greca, di 75 anni di Cammarata; Viviana La Mendola, 40 anni di San Giovanni Gemini; Raffaele La Rosa, 59 anni di San Biagio Platani; Roberto Lampasona, 41 anni di Santa Elisabetta; Antonio (detto Sandro) Licata, 27 anni di Favara, Calogero Limblici, 60 anni di Favara; Domenico Lombardo, 26 anni di Favara; Giuseppe Lombardo, 34 anni di Favara, Calogero Maglio, 51 anni di Favara; Vincenzo Mangiapane, 64 anni di San Giovanni Gemini, Vincenzo Mangiapane, 63 anni, di Cammarata, Vincenzo Mangiapane, 47 anni di Cammarata, Massimiliano Mangione, 47 anni di Aidone, Domenico Maniscalco, 53 anni di Sciacca; Pietro Paolo Masaracchia, 68 anni di Palazzo Adriano; Salvatore Montalbano, 26 anni di Favara; Saverio Napoli, 33 anni di Polistena (RC); Giuseppe Nucera, 30 anni di Melito Porto Salvo (RC), Giuseppe Nugara, 53 anni di San Biagio Platani; Salvatore Pellitteri, 26 anni di Chiusa Sclafani; Vincenzo Pellitteri, 66 anni di Chiusa Sclafani; Calogero Principato, 27 anni di Favara; Luigi Pullara, 54 anni di Favara; Salvatore Puma, 41 anni di Racalmuto; Calogero Quaranta, 26 anni di Favara; Giuseppe Quaranta 50 anni di Favara; Pietro Stefano Reina, 67 anni di San Giovanni Gemini; Santo Sabella, 53 anni di San Biagio Platani; Giuseppe Scavetto di 49 anni di Casteltermini; Antonio Scorsone, 53 anni di Favara; Alfonso Scozzari di 62 anni di Vallelunga Pratameno; Calogero Sedita, 35 anni di Alessandria Della Rocca; Salvatore Seminara, 72 anni di Caltagirone; Giuseppe Luciano Spoto, 79 anni di Bivona; Massimo Spoto, 40 anni di Bivona; Vincenzo Spoto, 42 anni di Bivona; Ciro Tornatore, 83 anni di Cianciana; Nazarena Traina, 48 anni di Cammarata; Gerlando Valenti, 46 anni di Favara, Salvatore Valenti, 29 anni di Favara; Stefano Valenti, di 52 anni di Favara; Vincenzo Valenti, 24 anni di Favara; Marco Veldhuis, 20 anni di Favara; Giuseppe Vella, 38 anni di Favara; Salvatore Vitello, 43 anni di Favara; Antonino Vizzì, 63 anni di Raffadali.

Domiciliari. Per Adolfo Albanese , Salvatore La Greca, Antonio Licata (detto Sandro), Calogero Quaranta Calogero, Stefano Di Maria, Salvatore Montalbano; Calogero Principato, Marco Veldhuis, Antonio Domenico Cordaro, Francesco Giordano e Domenico Lombardo sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Obbligo presentazione. Per Vincenzo Valenti, Nazarena Traina, Viviana La Mendola e Antonio Scorso è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

I sequestri. Il gip ha anche disposto il sequestro preventivo del patrimonio aziendale, del capitale sociale e delle quote sociali V. & F. Group s.r.l. con sede ad Agrigento in Via H3, MG Giochi di Traina Nazarena con sede a Cammarata in Via Marche nr.29, Centro scommesse “GoldBet” gestito dalla impresa individuale, La Mendola Viviana sita in Casteltermini in Corso Umberto I, Li.Ve.Ca. s.r.l. con sede a Racalmuto c.da Scala e il sequestro preventivo del patrimonio aziendale delle imprese individuali Valenti Stefano con sede a Favara in Via Mameli, Valenti Gerlando con sede a Favara in Viale Regione Siciliana nr.9 e la “spoto Vincenzo” con sede legale nel Comune di Bivona in Contrada Canfuto.

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