Cronaca

Emergenza cani randagi nelle Madonie: “Verifiche sulle procedure dei comuni”

In programma nei prossimi giorni, la visita del Commissario dell’Ente Parco delle Madonie Salvatore Caltagirone al canile comprensoriale di Isnello sito in contrada Terra dei Poveri, a seguito della riunione tenutasi con alcuni amministratori del comprensorio a Petralia Soprana per discutere sul fenomeno randagismo ed alla avanzata richiesta di convocazione di un tavolo tecnico permanente tra i rappresentanti dell’Ente Parco delle Madonie, i Sindaci dei Comuni e la competente Asp per definire ruoli e competenze sulla base di un attento screening territoriale.

Il Commissario Caltagirone, ritiene opportuno dapprima effettuare un sopralluogo per verificare lo stato dei luoghi e valutare, sulla base delle convenzioni e degli accordi stipulati nel passato fra gli organismi territoriali, quali possono essere le eventuali criticità esistenti, le soluzioni da proporre per raggiungere i risultati attesi dalle Amministrazioni locali, nella immediatezza dei casi.

Ricorda che la costruzione è dotata di struttura sanitaria per il recupero della fauna e dell’avifauna. Finanziata con somme dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, può ospitare a rifugio sanitario fino a 53 cani ed ha al suo interno 200 stalli adibiti a rifugio/ricovero, dove possono confluire anche i cani che hanno superato il primo periodo di osservazione sanitaria.

Il canile di Isnello nasce su un’ex area comunale già adibita a discarica Rsu messa in sicurezza. Da una parte, quindi,vi è stata la possibilità da parte del Comune di effettuare il risanamento importante ai fini della sostenibilità ambientale e dall’altra la realizzazione di un’opera che può consentire di arginare il fenomeno del randagismo. Infatti, dopo l’avvento della legge 281/91 che ha vietato l’abbattimento e la soppressione indiscriminata dei cani randagi, è maturata la doverosa e necessaria acquisizione di una grande sensibilità individuale unitamente ad una presa di coscienza di parte politica, per poter contribuire alla lotta contro il randagismo. Ciò, ha generato sul territorio la consapevolezza di dover prontamente realizzare una infrastruttura idonea all’uso, con l’intento di migliorare lo status dei cani randagi e salvaguardare l’incolumità fisica e materiale delle comunità locali.

Gli sforzi comuni, sono quelli di cercare di ridurre le cause che alimentano il fenomeno del randagismo. E’ possibile prevedere ad esempio, la registrazione in Anagrafe Canina come imposta dalla legge. Purtroppo, però, questa è ancora molto limitata nei contesti rurali dove vi è la massima libertà di movimento e spostamento di cani legati alla pastorizia che vagano sul territorio soprattutto durante le ore notturne o di cani legati all’attività venatoria, perduti o abbandonati dai loro padroni.

“Ritengo – dice Caltagirone- che le problematiche connesse alla presenza di cani vaganti sul territorio, non solo riguardano la salute pubblica, ma hanno anche risvolti sul patrimonio zootecnico e faunistico dell’Ente Parco delle Madonie, oltre ad un impatto economico sulle amministrazioni pubbliche che mettono a disposizione risorse umane, economiche e strumentali per la cattura, il controllo ed il mantenimento degli animali in canile. Per questi motivi, occorre un’attenta analisi dei bisogni ed una relazione dettagliata delle attività che vengono svolte per verificarne la rispondenza rispetto a quanto indicato nelle convenzioni sottoscritte con i Comuni”.

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