Cronaca

Aveva denunciato l’ospedale Madonna dell’Alto per un caso di malasanità: condannato

Un paziente che aveva denunciato un presunto caso di malasanità all’ospedale Madonna dell’Alto di Petralia Sottana, ha perso la causa sia in primo grado che in appello e adesso dovrà risarcire oltre 50 mila euro di spese legali, 35 mila euro ai medici dell’ospedale che, seppur non citati in giudizio, avevano offerto gratuitamente le loro ricostruzioni e l’Asp di Palermo.

Il caso riguarda un paziente che, dopo due interventi chirurgici eseguiti nel 2013 presso l’Ospedale di Petralia Sottana ebbe delle complicanze, a suo dire dovute alla cattiva esecuzione nonché a una mancata Tac e ad un omesso consenso informato. Il paziente aveva dapprima denunciato in sede penale i quattro medici che lo ebbero in cura. Tuttavia il caso fu archiviato senza rinvio a giudizio. Successivamente decise di rivolgersi al Tribunale Civile, nei confronti stavolta dell’Asp di Palermo difesa dall’avvocato Giovanni Liguori. A questo punto, appresa la notizia i medici Michele Ferracane, Antonino Miranti, Marcello Pierluigi Catarcia e Vincenzo Pio Falzone, nell’ambito del progetto “Giustizia Professionale” portato avanti dalla DG Global a tutela dei medici stanchi di essere coinvolti in casi di malasanità spesso infondati, hanno deciso di intervenire volontariamente anche nel giudizio civile, al fine di tutelare la propria immagine e professionalità, affidandosi al legale Gianfranco Aricò.

Già in primo grado il paziente perse la causa e fu condannato non solo al pagamento delle spese legali in favore dell’Asp, ma anche a quelle dei medici passati al contrattacco ed intervenuti volontariamente nel processo civile. Ora la Corte di Appello ha confermato la precedente sentenza, sottolineando che le patologie riscontrate dal paziente sono state diagnosticate e trattate tempestivamente e correttamente e che la complicanza insorta successivamente non è stata “per nulla conseguente ad errore medico”.

“L’orientamento affermatosi con il giudizio appena concluso – afferma l’avvocato Gianfranco Aricò, difensore dei quattro medici – potrebbe avere un effetto deflattivo per tutte le cause promosse pretestuosamente per presunte malpratice sanitarie. I sedicenti danneggiati, infatti, potendo essere chiamati a rispondere non solo delle spese legali della struttura convenuta ma anche di quelle di altri soggetti che possano avere un interesse ad intervenire volontariamente nel processo, certamente pondereranno maggiormente la propria volontà di agire in giudizio”.
(Nella foto, Michele Ferracane, Marcello Pierluigi Catarcia, Gianfranco Aricò, Daniele Giordano)

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