Titolare di laboratorio analisi denuncia il suo estorsore: pretendeva 76 mila euro

Redazione

Cronaca - Caltavuturo

Titolare di laboratorio analisi denuncia il suo estorsore: pretendeva 76 mila euro
Il Gip non ha adottato alcuna misura cautelare per cui Ippolito è tornato in libertà

06 Luglio 2019 - 14:40

In cambio del necessario nulla osta per trasferirsi presso un altro consorzio sanitario, il titolare di un laboratorio analisi di Caltavuturo si è trovato di fronte ad una vera e propria estorsione, portata avanti da Nicolò Ippolito, presidente di GDM, uno dei più grandi consorzi di laboratori analisi operanti in Sicilia. Ippolito avrebbe chiesto e incassato 79 mila euro, ma ad attenderlo, in un noto bar di Palermo, c’erano due agenti della Guardia di Finanza, che sono intervenute nel momento in cui si stava consumando il reato.

Appena capite le intenzioni dei Ippolito la vittima si era infatti rivolta alla Guardia di Finanza, denunciando il tentativo di estorsione. Ciò è accaduto poco dopo che la società da lui rappresentata aveva rilevato (nel dicembre del 2018) un laboratorio di analisi operante in Caltavuturo (PA), originariamente aggregato al consorzio dell’estorsore.

IL NULLA OSTA

Il nulla osta è previsto dalla normativa regionale per il corretto funzionamento del sistema laboratoristico regionale, soprattutto allo scopo di individuare il budget assegnato a ciascun consorziato che transita presso altro soggetto, nonché per favorire l’aggregazione dei piccoli laboratori (non in grado di svolgere almeno 200.000 prestazioni in tre annualità) in organismi più strutturati.

In tal modo si migliorano le prestazioni e si consente alla P.A. di interagire con un unico soggetto, scoraggiando una inefficace frammentazione. Infatti, la fuoriuscita di un soggetto potrebbe incidere sulla produttività del consorzio di provenienza, di qui l’interesse a monitorare i passaggi da un ente aggregatore all’altro. Tuttavia tale forma di assenso non prevede la corresponsione di alcunché e pertanto del tutto indebita è risultata la pretesa avanzata.

In assenza del nulla osta e della determinazione del budget, il laboratorio di Caltavuturo, ormai entrato a far parte del nuovo consorzio, non può ricevere i previsti finanziamenti da parte dell’Asp, con conseguente insostenibilità dell’iniziativa imprenditoriale e il concreto rischio, come rappresentato anche dal sindaco di Caltavuturo, di rendere difficoltosa la fruizione di un importante servizio per i cittadini dei Comuni di Caltavuturo, Sclafani Bagni e Scillato, trattandosi dell’unico centro di prelievo in una zona montana svantaggiata.

LA DENUNCIA DELLA VITTIMA 

Ma le intenzioni dell’estorsore non sono andate a buon fine ha raccontato tutto alle forze dell’ordine così sono partite le indagini, svolte anche ricorrendo a intercettazioni di comunicazioni telefoniche ed ambientali, dalle quali è emerso che l’arrestato, operando all’insaputa degli altri membri del consiglio di amministrazione, mediante continue e reiterate minacce più o meno esplicite, ha costretto la vittima a corrispondere indebitamente la somma di euro 76.000 procurandosi così un vantaggio ingiusto, con pari danno per la persona offesa.

L’estorsore ha dapprima cercato di farsi assegnare una quota del budget del laboratorio uscente, poi ha minacciato di rilasciare il nulla osta soltanto dal 1° gennaio 2020 e, infine, ha mascherato come ristoro di un danno patito il profitto dell’indebita costrizione svolta nei confronti della persona offesa. Il gip ha convalidato l’arresto, ma non ha adottato alcuna misura cautelare per cui Ippolito è tornato in libertà.

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