Cronaca

Il progetto contro la “cultura dello scarto”: Liliana Segre scrive agli studenti

Una finestra sul mondo aperta da una scuola di provincia, un progetto salutato con gratitudine da Liliana Segre, che ne ha riconosciuto la valenza sociale e culturale. “Viviamo nella consapevolezza che la missione di tutte le persone responsabili è educare i giovani a combattere con tutti i mezzi contro le discriminazioni sociali, contro la povertà che genera ingiustizie, contro le indifferenze, gli odi, le violenze”. E’ quanto si legge nella lettera che la senatrice ha scritto a docenti e studenti della scuola media Tisia d’Imera di Termini Imerese, in provincia di Palermo.

Un gruppo di ragazzi ha avviato un percorso che ha permesso loro di fare esperienza di cosa sia la “cultura dello scarto”, di cui parla Papa Francesco. Un percorso dal titolo “Coltivare e custodire per una ecologia umana”, che ha visto impegnati in prima fila 30 giovanissimi studenti, che poi hanno fatto da tutor ai loro compagni di scuola. Un gruppo misto: minori non accompagnati che frequentano la scuola, ragazzi provenienti da famiglie benestanti e poi il gruppo più cospicuo, i ragazzi con grave svantaggio socio-ambientale. Insieme, nell’arco di sei mesi, hanno dapprima visitato la sede del Banco Alimentare di Palermo, apprendendone il funzionamento ed il valore che riveste. Poi, hanno trascorso un’intera giornata presso la mensa dei poveri nei locali del “Boccone del povero”, sempre a Palermo, dove insieme ai volontari hanno servito i pasti. Altra tappa del loro percorso, il carcere minorile del “Malaspina”, a Palermo.

Qui, hanno incontrato la direttrice ed alcuni giovani detenuti e visitato il laboratorio dolciario “Cotti in Fragranza“, dove i reclusi preparano prodotti da forno che poi vengono commercializzati. Poi si sono recati a Camporeale, dove hanno incontrato i figli di una vittima della mafia, Luigi e Valerio che hanno raccontato la storia del padre, il medico condotto Giuseppe Montalbano, ucciso il 18 novembre del 1988 perchè non disponibile a piegarsi ai voleri di Cosa nostra. Nuova tappa poi alla Cala di Palermo, dove hanno visitato la barca Lisca Bianca, dei coniugi Albeggiani. Dimenticata e abbandonata per molti anni, l’imbarcazione è stata recuperata nell’ambito di un progetto sociale con i giovani del Malaspina ed è tornata a solcare il mare.

Ma ad arricchire l’esperienza degli studenti termitani è stato anche un incontro con un preside di una scuola africana in Kenya. Ed un altro incontro è stato organizzato, e si terrà nei prossimi giorni, con un preside della Giordania, dove insiste uno dei più grandi campi profughi. “Tutto questo li ha resi capaci – spiega l’ideatrice del progetto, Maria Concetta Buttà, presidente del Centro di Solidarietà e Cultura ‘Il Segnò – di comprendere e dare un giudizio su aspetti della realtà che altrimenti rimarrebbero astratti e incomprensibili. L’obiettivo è renderli consapevoli della possibilità che possono dare un contributo al mondo”. “Li abbiamo invitati a redigere un diario di bordo – aggiunge -. E dalle pagine del diario abbiamo tratto gli aspetti dell’Agenda 2030 che sono emersi e ne abbiamo fatto una mostra, intitolata proprio “Coltivare e custodire per una ecologia umanà. La lettura dei ragazzi coincide con l’orizzonte presente nella Laudato Sì di Papa Francesco“.

“Niente e nessuno è uno scarto – sottolinea Maria Concetta Buttà – perchè il concetto di scarto non è previsto in natura. Da qui un’economia circolare per cui non si perda altro. Il cuore è circolare ed è il nostro cuore che desidera che non si perda nulla”. La mostra si può visitare tutti i giorni nella sede dell’Istituto comprensivo Tisia d’Imera, in via del Mazziere, a Palermo. A fare da ciceroni sono gli stessi studenti. (Fonte Italpress)

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