Cronaca

Piano Battaglia, storia di un fallimento tipicamente siciliano

I tanti siciliani che amano gli sport invernali ormai non ci fanno più caso. Si limitano a pubblicare qualche post sui social network ed a tenersi aggiornati attraverso i giornali per vedere se, per caso, succede il miracolo. Ma in realtà ormai lo sanno bene, la storia della stazione sciistica di Piano Battaglia è una tragica barzelletta che si ripete ogni anno. Se da un canto infatti l’affidamento alla Piano Battaglia Srl risolveva il problema degli impianti di risalita, nessuno si era posto il problema dei costi di gestione delle piste che, ovviamente, richiedono una manutenzione. In poche parole nel 2015 è stato risolto il problema di come salire in cima alla Mufara, ma una volta che si sale si dovrà pure scendere, ed è qui che si imbroglia la matassa.

Per il primo anno, il 2016, la Piano Battaglia Srl accetta di farsi carico della piste, ma già a partire dall’anno successivo cominciano i problemi. I costi sono troppo elevati, così la Piano Battaglia fa un passo indietro e scrive all’ex provincia comunicando che la competenza della gestione delle piste spetta alla Città Metropolitana di Palermo. Viene di conseguenza annullata la convenzione tra la Città Metropolitana e la Piano Battaglia Srl con la quale venivano affidate a titolo gratuito le piste alla ditta oggi presieduta da Antonio Catalano che, successivamente, comunica la disponibilità ad occuparsi nuovamente della loro manutenzione, ma a titolo oneroso, dietro un corrispettivo annuo stimato in 200 mila euro.

E’ qui che comincia il braccio di ferro fra Città Metropolitana e Piano Battaglia Srl che determina il fallimento della stagione invernale per l’intero comprensorio delle Madonie. Se da un canto la ditta ritiene che non si possa separare il servizio di gestione degli impianti di risalita dal servizio di manutenzione delle piste, la Città Metropolitana risponde riprendendo i termini del bando di gara originario, nel quale non si fa alcun cenno al pagamento dei servizi connessi alla gestione delle piste. In altri termini la Piano Battaglia Srl vorrebbe che la Città Metropolitana le affidasse in trattativa privata il servizio di manutenzione delle piste per un valore di 200 mila euro. L’ex provincia risponde picche: “Bisogna procedere con l’evidenza pubblica”.

Così è stato nel 2018, anno nel quale sì è assistito ad un tira e molla del tutto simile al teatrino che va in scena in questi giorni. Basta scorrere la cronologia di novembre e dicembre di quell’anno scorso per trovare titoli di giornali del tutto simili a quelli scritti in questi giorni. Alla fine la gestione delle piste verrà concessa il 9 gennaio 2019 alla Piano Battaglia Srl. Una vittoria di Pirro, considerato che la stagione sciistica volgeva ormai al termine.

Ci si aspetterebbe che dopo una simile vicenda le parti avessero “messo giudizio”. Ed invece trascorrono mesi di silenzio. L’interesse sulla stazione sciistica di Piano Battaglia si riaccende solo il 23 settembre con la pubblicazione da parte della Città Metropolitana della gara per il Servizio per la gestione delle piste di discesa dei sentieri naturalistici della Mufara, area sciabile attrezzata di Piano Battaglia in Petralia Sottana, importo 153.955,73 €. Troppo poco secondo la Piano Battaglia srl che comunica “non parteciperemo”. Anche questo un film già visto.

La prima gara viene celebrata il 5 novembre ma, com’era ampiamente prevedibile, va deserta. Seguiranno altri due bandi di gara, entrambi deserti, così si arriva al 2020 con gli impianti chiusi ed una quarta gara d’appalto, bandita lo scorso 31 dicembre, ed ancora in corso, al termine della quale, in assenza di offerte, si potrà procedere a trattativa privata. Esattamente come l’anno scorso. E’ probabile che a quel punto Città Metropolitana e Piano Battaglia srl troveranno un accordo, giusto in tempo, forse, per l’unica ed ultima sciata dell’anno. In definitiva anche quest’anno è andato com’è andata, cioè male. Malissimo. Se la Città Metropolitana ritiene che non ci siano altre strade rispetto a quelle dell’evidenza pubblica, non sarà il caso quest’anno di espletare il primo bando di gara ben prima del 5 novembre?

Share
Published by