Coronavirus, turismo al collasso a Cefalù: “Non possiamo rimanere da soli”

Redazione

Cronaca - L'appello

Coronavirus, turismo al collasso a Cefalù: “Non possiamo rimanere da soli”
Sarà sicuramente il settore del turismo a pagare a caro prezzo l'emergenza Coronavirus che sta attanagliando l'Italia

09 Marzo 2020 - 19:04

Sarà sicuramente il settore del turismo a pagare a caro prezzo l’emergenza Coronavirus che sta attanagliando l’Italia. E così gli operatori del mondo della ristorazione, del commercio, dei bar di Cefalù, hanno scritto al vice ministro all’Economia e Finanze Laura Castelli, al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e al Sindaco del Comune di Cefalù Rosario Lapunzina.

Giuseppe Provenza ristoratore e portavoce dei ristorati cefaludesi, l’associazione Cefalùcom, e le associazioni di categoria dei commercianti e artigiani, hanno inviato una nota lo scorso 7 marzo per chiedere subito interventi di sostegno al fine di scongiurare la chiusura delle attività e licenziamenti. Nella nota inviata al Ministero dell’Economia le associazioni chiedono interventi urgenti sugli ammortizzatori sociali, sospensione degli adempimenti tributari sia erariali che quelli locali, sospensione del pagamento delle rate della riscossione all’Agenzia delle Entrate, sospensione dei pagamenti delle forniture di energia elettrica, moratoria sul pagamento delle rate ei mutui e interessi sulle scoperture di bancarie e maggiore accessibilità al credito temporaneo, per venire incontro a chi nelle prossime settimane non riuscirà ad onorare i contratti di locazione a pagare fornitori e dipendenti.

Non è difficile capire che senza incassi non si possono neppure onorare i debiti. Purtroppo, i provvedimenti presi fino ad oggi non riguardano le imprese del principale settore del turismo, quello della ristorazione, delle attività commerciali, dell’intrattenimento e dei Bar e Pub, che rappresentano circa il 50% del Pil della Città di Cefalù. Le associazioni si attendono provvedimenti urgenti e concreti dal Governo Nazionale, Regionale e anche dall’Amministrazione Comunale di Cefalù.

“Non c’è più tempo da perdere, non siamo disposti ad accettare ulteriori discriminazioni a danno di un settore che occupa centinaio di addetti e che rischia di lasciare a casa tutto il personale per impossibilità di poterlo retribuirle e il rischio del fallimento delle stesse – dice il presidente Provenza – Occorre far presto perché l’emergenza sanitaria rischia di far saltare il banco e se chiudono le nostre attività, chiudono le luci che animano la città Cefalù. Ci appelliamo a lei, signora vice ministro Castelli, perché sappiamo quanto tiene alla nostra Cefalù”.

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