Il sindaco vieta al convento di ospitare persone: “Qui solo gente del territorio”

Redazione

Cronaca - Collesano

Il sindaco vieta al convento di ospitare persone: “Qui solo gente del territorio”
Il convento è "off-limits". E due nigeriane, in carcere per reati diversi, ma scarcerate, devono cercare un'altra sistemazione

16 Aprile 2020 - 17:22

Il convento è “off-limits”. E due donne nigeriane, in carcere per reati diversi a Palermo e Catania, ma scarcerate, devono cercare un’altra sistemazione. Succede a Collesano e il convento è quello di Santa Maria di Gesù. Qui, il responsabile, Fra Loris D’Alessandro, ha dato ospitalità a una famiglia palermitana proveniente da Milano che aveva chiesto (attraverso un’associazione di volontariato) e ottenuto il benestare per trascorrere sulle Madonie la quarantena non avendo un altro posto dove stare. Anche le due donne nigeriane, nel frattempo scarcerate dai centri di dentenzione di Palermo e Catania, avevano ottenuto il permesso di poter alloggiare nel convento.

Ma aveva bloccato tutto il sindaco di Collesano, Giovanni Battista Meli che era già entrato in polemica col religioso, dopo avere appreso – a cose fatte – della presenza dei quattro palermitani. Padre, madre e due figlie di 19 e 16 anni, senza una dimora, che erano rientrati da Milano via Genova (quindi da una zona ad alto rischio coronavirus) e avevano ottenuto l’ospitalità di fra Loris.

Dopo aver appreso della notizia, il primo cittadino ha disposto il divieto di accogliere nuovi ospiti non provenienti dal territorio comunale. Precious Eric, di 25 anni, condannata per sfruttamento della prostituzione, era stata nel frattempo scarcerata su ordine della Corte d’Assise d’Appello di Palermo, che in un primo momento le aveva dato l’obbligo di dimora proprio a Collesano e poi, di fronte al provvedimento del sindaco, ha dovuto ripiegare su un’altra sistemazione, che la ragazza ha ottenuto a Palermo, a casa di un’amica.

Per Sandra Ehigiator, condannata per detenzione di droga a Catania, invece non c’è stato niente da fare: la Corte d’Appello della città etnea, preso atto nella indisponibilità del Comune ad accogliere nuove persone per il rischio di contagio, l’ha lasciata in carcere, non concedendole gli arresti domiciliari che per lei aveva chiesto l’avvocato Cinzia Pecoraro.

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