Va a votare e ha il coronavirus: a Lascari 33 persone finiscono in isolamento

Vincenzo Ganci

Cronaca - Il caso

Va a votare e ha il coronavirus: a Lascari 33 persone finiscono in isolamento
Tutto quello che non torna di un annuncio rivolto ai cittadini scritto su Facebook

06 Ottobre 2020 - 17:22

“Con riferimento alle notizie che circolano sui social circa la positività del tampone di tre soggetti che hanno votato nella giornata di ieri a Lascari, si conferma la positività al coronavirus di uno di questi, mentre degli altri due, appartenenti allo stesso nucleo familiare, si è in attesa del tampone effettuato nella mattinata di oggi”.

Con queste parole scritte su un post su Facebook, l’amministrazione comunale di Lascari ha informato i cittadini che una persona – positiva al Covid-19 – si è recata ieri ai seggi per votare. Insieme a lui altri due membri della famiglia, che sono in attesa del risultato del tampone, effettuato oggi. Ora, come recitava qualche tempo fa un noto giornalista italiano, la domanda nasce spontanea: questo soggetto sapeva di essere positivo e si è recato lo stesso a votare? O era in attesa dei risultati del tampone e si è recato comunque a votare? Una cosa è certa, in entrambi i casi il soggetto ha volontariamente violato la legge, mettendo a rischio tutte le persone che sono venute a contatto con lui. Ci sembra alquanto strano infatti, che questo soggetto abbia avuto il dubbio di essere positivo o abbia avuto dei sintomi proprio oggi e, in tempo record, gli sia stato fatto il tampone e gli sia stato consegnato anche il risultato. Qualcuno dovrebbe spiegare questo ai cittadini. Non scrivere un post talmente vago che lo stesso anonimo scrittore rileggendosi non riesce a capire. E per di più confermando le dicerie che circolavano sui social.

Ma c’è di più, quasi a prendere per i fondelli proprio i cittadini, il post continua così: “Si ribadisce in ogni caso che le norme già sperimentate nel recente referendum fanno sì che le operazioni di voto siano svolte nelle condizioni di massima sicurezza (diversificazione dei percorsi, mantenimento delle distanze interpersonali, sanificazione delle mani, uso della mascherina, sanificazione periodica di tutti gli ambienti)”. Ci rendiamo conto di quello che c’è scritto? Secondo l’anonimo scrittore – che a quanto pare fa le veci dell’Amministrazione – siccome all’interno dei locali era possibile sanificare le mani, che era rispettata la distanza interpersonale e che i cittadini utilizzavano le mascherine, si può stare tranquilli. Non c’è nessun problema, come si dice da un po’ di tempo a questa parte, “non ce nè coviddi”.

E c’è dell’altro, perché l’avviso pubblico via social non finisce qui. “Abbiamo in ogni caso disposto l’isolamento domiciliare di qualche caso particolarmente a rischio – si legge ancora nel post -. Stiamo altresì provvedendo ad individuare tutti i contatti esterni avuti dal soggetto risultato positivo, e in stretta collaborazione con le autorità sanitarie e l’arma dei carabinieri, stiamo disponendo l’isolamento fiduciario che in questo momento interessa circa 33 persone e le relative famiglie. Invitiamo, inoltre, chiunque abbia potuto avere contatti con il soggetto positivo, di cui per ovvi motivi non possiamo fornire le generalità, a mettersi in contatto con il proprio medico curante. Infine, le autorità sanitarie stanno mettendo a disposizione del distretto di Cefalù un congruo numero di tamponi rapidi per sottoporre a controllo i soggetti posti in isolamento. Seguiranno aggiornamenti”.

Ma come, non dovevamo stare tranquilli visto l’altissimo livello di sicurezza descritto poco prima? Perchè allora ci sono 33 persone e le relative famiglie poste in isolamento? Cerchiamo di essere seri. Qui qualcuno ha probabilmente violato l’obbligo di rimanere in isolamento, e di conseguenza la legge, o perchè risultato positivo, o perchè in attesa del tampone. In entrambi i casi il soggetto non doveva recarsi a votare. E l’Amministrazione questo lo sa bene. E sembra che voglia adesso tranquillizzare i cittadini e minimizzare un fatto grave e che dovrebbe essere punito, come prevede appunto la legge.

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