Cronaca

“Così come è concepito Le Fontanelle non sarà un vero teatro”

“Non si sente la mancanza di qualcosa che non ha fatto parte della nostra vita, che appartiene ad un passato anche lontano o che si ricorda vagamente come in un sogno. La mancanza di un Teatro nella propria città, se non si è un addetto ai lavori, non si sente fino a quando non si parla con qualcuno che invece nel Teatro ha vissuto momenti importanti… perché un Teatro è molto più di un luogo dove si va a vedere uno spettacolo pagando un biglietto. Il Teatro “Le Fontanelle” è magia, una magia che può intrecciarsi con le vite degli abitanti”.

Questo è l’incipit del manifesto per l’Ex Cine-Teatro Le Fontanelle, un lavoro corale che ha visto partecipi cittadini di ogni strato sociale di Castelbuono, paese di circa 9.000 abitanti in provincia di Palermo, e che ha coinvolto diverse personalità locali e regionali, ex amministratori, associazioni culturali e artistiche, rappresentanti di varie istituzioni, della carta stampata, e perfino volti noti del mondo teatrale e cinematografico siciliano e nazionale, come ad esempio, per citarne solo alcuni, Gabriele Lavia, Monica Guerritore, Marco Massini, Anna Galiena, Mariagrazia Cucinotta, Pamela Villoresi, Stefano Accorsi, Pier Francesco Favino, Fabrizio Ferracane, che hanno contribuito con video, lettere e adesioni spontanee.

Un bisogno collettivo, quello del teatro, che non conosce colore politico, ruoli di parte, ma che, come una rivoluzione culturale, si muove forte e crea collettività, per un ideale di Bene Comune. Castelbuono non ha più un teatro da decenni, non ha più un cinema né una sala concerti, eppure non ha smesso mai di fare fiorire donne e uomini appassionati di teatro, di musica, di varie forme d’arte, tutti portatori d’interesse che hanno arricchito l’intera collettività.

L’attuale progetto di recupero dell’Ex Cine-Teatro Le Fontanelle non prevede nella sua formulazione uno spazio adibito, in primis, a Teatro con tutti i conseguenziali requisiti. Prevede, invece, la realizzazione di uno spazio polifunzionale nel quale possono svolgersi generiche “attività teatrali”, attività che a Castelbuono possono svolgersi in diversi altri spazi nella disponibilità attuale del Comune. “Il nostro passato è ricco di storia e cultura ed oggi ci chiama, ci tende una mano perché, finalmente, le antiche e gloriose vestigia tornino con altrettanta bellezza e quotidianità nelle vite di tutti”, scrivono i promotori.

Il manifesto nasce da un bisogno, è il grido coeso e forte del senso civico ritrovato e rinnovato della nostra comunità, un abbraccio tra le vecchie e le nuove generazioni che si uniscono e lottano insieme per ottenere ciò di cui sentono la mancanza. “Il Teatro è prima di tutto un luogo fisico, un luogo in cui le emozioni e i gesti raccontano la vita e lo scorrere delle storie diviene la rappresentazione dell’intimità umana. Il teatro è magia, da secoli racconta la vita e noi abbiamo bisogno che Castelbuono ricominci a raccontare”, concludono i promotori.

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