Addio a Battiato, dal 1996 cittadino gangitano

Michele Ferraro

Cronaca - E' morto il maestro

Addio a Battiato, dal 1996 cittadino gangitano
Il rapporto fra Battiato e Gangi ha radici lontane, dal primo concerto del 1975 al secondo del 1980. Poi la cittadinanza nel 1996 e l'ultima visita nel 2010

18 Maggio 2021 - 17:28
“Voli imprevedibili ed ascese velocissime”. Gli uccelli (La voce del padrone, 1981)
Da aquila ha vissuto e da aquila, con un battito d’ali, se n’è andato via. Istrionico, ironico, mistico, popolare ed anticonformista. In una parola: artista. Probabilmente il migliore che la Sicilia abbia mai avuto. Un “essere speciale” come recita una delle sue canzoni più apprezzate. La banalità non ha mai fatto parte della sua vita, fin dal primo vagito, a Ionia, quel Comune che oggi non c’è più e che cessò di esistere proprio nel 1945, subito dopo la nascita del maestro. Un omaggio ante litteram o forse un presagio: quella terra mai più avrebbe potuto dare natali migliori. Con la sua arte ha attraversato, intrepretato, sconvolto, modificato ogni stile musicale, dall’avanguardia punk al rock al folk. Precursore della musica elettronica: Fetus (1972) il suo album di esordio, fu uno dei primi album elettronici prodotti in Italia. Di certo il primo concept album elettronico della nostra storia musicale. Genio innovatore della musica leggera, ed anche leggerissima (per dirla con due suoi discepoli, Di Martino e Colapesce) con album da collezione come “La voce del Padrone” dove mescola con maestria testi disimpegnati (Sentimento nuevo, Summer on a solitary beach) con autentiche provocazioni politiche (Centro di gravità permanente, Bandiera bianca). Parole di piombo alleggerite, fino quasi ad assumere la consistenza delle nuvole, dal suo inimitabile ed indimenticabile timbro.
La tua voce come il coro delle sirene di Ulisse m’incatena Sentimento nuevo (La voce del padrone, 1981)
Architrave della canzone d’autore italiana ha saputo anche elevare il dialetto siciliano a linguaggio universale, dipingendo affreschi di parole
‘Ndo vadduni da Scammacca i carritteri ogni tantu lassaunu i loru bisogni e i muscuni ciabbulaunu supra Jeumu a caccia di lucettuli… ‘A litturina da ciccum-etnea I saggi ginnici ‘u Nabuccu. ‘A scola sta finennu. Stranizza d’amuri (L’era del cinghiale bianco, 1979)
Forse l’unico tratto che lo ha sempre contraddistinto nelle sue mille mutazioni (musicista, cantautore, regista, pittore, politico) è la lirica. Quella luce mitica che spande dai suoi testi e dalle sue musiche ed attraversa, senza turbamento alcuno, lo spazio ed il tempo. Da siciliani, prendiamoci cura della sua memoria perché da lassù il maestro già osserva la sua terra, ripetendo:
“… Ed io avrò cura di te” La cura (L’imboscata, 1996)
LA CITTADINANZA ONORARIA Il rapporto fra Battiato e Gangi ha radici lontane. Il primo contatto con la comunità gangitana risale al 1975. Quell’estate, grazie all’intuito dell’amico Santo Ferrarello, l’artista catanese si esibisce per la prima volta a Gangi insieme a Juri Camisasca. Non è ancora l’icona che è destinato a diventare, ma il suo nome circola già con curiosità negli ambienti musicali italiani d’avanguardia. 5 anni dopo, il 14 agosto del 1980 torna ad esibirsi a Gangi, regalando ai cittadini del borgo madonita l’unica tappa siciliana di un autentico capolavoro, l’album “Patrios” che lo lancia per la prima volta nelle classifiche nazionali. Per gli amanti del “Maestro”, questo significa che la prima volta che Battiato ha suonato dal vivo in Sicilia pezzi come “Up patriots to arms”, “Gli uccelli, “Prospettiva Nevski” lo ha fatto a Gangi. Inutile dire che fu un successo. Gangi si innamorò definitivamente di Battiato e Battiato di Gangi. Dopo diverse altre visite private, sedici anni dopo Franco Battiato torna a Gangi, questa volta da cittadino gangitano. La cittadinanza onoraria gli viene conferita nell’estate del 1996 dall’allora sindaco Liborio Miserendino su spinta di tanti concittadini, primo fra i quali, ancora una volta, l’amico Santo. Battiato tornerà a Gangi, in visita ufficiale, ancora una volta l’8 maggio del 2010, in un incontro con la cittadinanza tenutosi presso l’auditorium dell’Istituto Giuseppe Salerno, su iniziativa del Comune e della BCC “Mutuo Soccorso”. L’ultimo reciproco abbraccio, l’ultimo tangibile segno di un amore composto, mai sopito e mai ostentato.

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