La crisi del Gal Hassin, Mogavero scrive a Mattarella: “Così chiudiamo”

Redazione

Cronaca - L'allarme

La crisi del Gal Hassin, Mogavero scrive a Mattarella: “Così chiudiamo”
Il presidente Mogavero: "Entro un anno chiuderemo"

05 Settembre 2021 - 10:54

Una lettera per chiedere un intervento immediato e salvare il Gal Hassin di Isnello. Con questo intento Giuseppe Mogavero, presidente della Fondazione Gal Hassin ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel lungo testo, Mogavero ricorda al presidente il loro incontro del 2016 in cui a Mattarella è stato presentato questo centro di eccellenza riconosciuto dalla comunità scientifica astronomica nazionale e internazionale. “Da allora, e sino al febbraio 2020, ha contato più di 50 mila presenze, soprattutto scuole di ogni ordine e grado provenienti da tutta la Regione Sicilia, dall’Italia e dall’estero, i cui studenti o ricercatori sono stati impegnati in attività di laboratorio e di didattica e divulgazione. Poi si è dovuto interrompere il tutto a causa della situazione emergenziale sanitaria.
Si riprende ora, non senza le difficoltà legate al riavvio”, spiega a Mattarella il presidente Mogavero.

Al Gal Hassin ci si occupa di osservazioni astrometriche e fotometriche di asteroidi potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta, i cosiddetti Near-Earth Objects (Neo); scoperta e osservazioni di pianeti extrasolari in orbita attorno ad altre stelle; e, nel prossimo futuro, a seguito dell’entrata in funzione del telescopio Wide-field Mufara Telescope (WMT), un telescopio riflettore dotato di uno specchio primario della classe di un metro a grande campo (circa 7° quadrati), prototipo mondiale, robotico e fruibile “in remoto”, già collocato sulla sommità di Monte Mufara (Piano Battaglia), anche di osservazione di afterglow di gamma-ray burst e x-ray burst; osservazione delle controparti ottiche di sorgenti di onde gravitazionali e neutrini; monitoraggio fotometrico multispettrale di stelle variabili e di nuclei galattici attivi; osservazioni fotometriche degli asteroidi troiani e della Fascia Principale degli Asteroidi; monitoraggio dei detriti spaziali.

L’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha deciso di collocare il Near Earth Object Survey Telescope (Neostel), detto anche Fly-Eye, un telescopio a grandissimo campo (circa 50° quadrati) e prototipo mondiale, sempre su Monte Mufara nei pressi del Wmt. Il sito osservativo astronomico di Piano Battaglia, oltre ad essere il più alto sul territorio italiano, si appresta quindi a diventare un polo astronomico internazionale dotato di strumenti all’avanguardia. Nel 2019 il Gal Hassin, con il suo Galhassin Robotic Telescope (Grt), è entrato a far parte della rete mondiale di osservatori astronomici, professionali e amatoriali, riconosciuti dalla International Astronomical Union (Iau), con codice L34, codice che viene attribuito dal Minor Planet Center (Mpc) agli osservatori ritenuti affidabili per l’esecuzione di osservazioni e misure relative ai corpi minori (asteroidi e comete) del Sistema Solare.

“Nonostante i risultati ottenuti in pochissimi anni di attività, nonostante le manifestazioni di interesse di Agenzia Spaziale Europea (Esa), Nasa, Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Università di Tübingen, Agenzia Spaziale Tedesca (Dlr), nonostante le presenze prestigiose registrate (il Premio Nobel per la Fisica 2006 George Smooth e il Premio Nobel per la Fisica 2019 Michel Mayor, l’astronauta Paolo Nespoli, i compianti Margherita Hack e Nanni Bignami, Roberto Battiston e tantissimi altri) – scrive Mogavero – il Gal Hassin avrà vita breve se non sarà sostenuto dalle Istituzioni che pure si dicono impegnate a favorire la Ricerca in Italia. Una struttura che non può reggersi solo sugli introiti derivanti dalla bigliettazione dei visitatori. La previsione, a conti fatti, è che tra un anno saremo costretti a interrompere tutte le attività, vanificando le cospicue risorse finanziarie già impegnate per le strutture e per le strumentazioni dallo Stato (Cipe, Miur) e dal comune di Isnello, stimate in circa 13 milioni di euro. Oltre agli impegni spassionati e gratuiti di tantissimi che hanno coltivato e realizzato un sogno: quello di investire in cultura nella Regione Sicilia (qualcuno ebbe a dire alla inaugurazione del Centro: “questa è la nostra lupara contro la mafia”). Abbiamo registrato in questi anni un interesse espresso solo a parole e mai concretizzato nei fatti. È triste dirlo, ma il Gal Hassin pare non interessi a nessuno”.

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