Le risposte ad alcune delle domande più frequenti sul poker

Redazione

Italia - Curiosità

Le risposte ad alcune delle domande più frequenti sul poker
Una delle domande più ovvie è questa: "conta avere fortuna a poker?"

05 Settembre 2021 - 10:39

Chi si approccia al poker saprà sicuramente che non si tratta di uno tra i giochi più semplici. C’è una quantità considerevole di studio da fare per poter svettare a livelli altissimi, per giocare con la sicurezza di sapere cosa si sta facendo. Ed ecco che a un certo punto molti mollano la presa e si riversano su giochi di minor complessità, come c’è anche chi prosegue, e con tenacia riesce a portare a casa ottimi risultati, e addirittura, a trovare un proprio stile di gioco. A questo proposito sono tante le domande che gli aspiranti pokeristi si pongono, ecco alcune tra le più frequenti. 

Una delle domande più ovvie è questa: “conta avere fortuna a poker?” Le persone sono ossessionate dal ruolo che la fortuna gioca nella propria vita, tanto che quando si va incontro ad un fallimento, si punta subito il dito contro la cattiva sorte. Gli amanti della razionalità e dell’autocritica non considerano certo la fortuna un elemento preponderante per la buona riuscita di una partita, e di conseguenza il fatto di perderla potrebbe essere frutto di una cattiva strategia portata avanti sin da subito. I veri professionisti sanno infatti che nel poker sono fondamentali skill come la capacità di gestire le proprie emozioni, la concentrazione, la preparazione e l’esperienza. Senza questi ingredienti è molto facile incorrere negli errori dei principianti. La fortuna sta unicamente nel trovare avversari mediocri, o magari distratti al momento giusto, ma prima di tutto è bene concentrarsi sul proprio gioco! 

Ad esempio, se uno chiama o rilancia le prime 5 mani, sarà probabilmente un principiante. Contro di lui si può giocare anche qualche mano meno forte. Al contrario se un avversario non gioca mai una mano, la probabilità è che lui sia un giocatore solido, c’è da riflettere e da spingere di più. La strategia più furba? Meglio essere selettivi nelle mani iniziali in modo da commettere pochi errori. 

L’altra domanda frequente è: “quanti giocatori devono stare al tavolo per un torneo perfetto?” Intervistando alcuni giocatori di poker famosi, la maggior parte di essi, tra cui Niall Farrell e Adrián Mateos sono concordi nel dire che un torneo a 10 mani sia snervante, anche se il tutto dipende non dalla quantità, ma dalla qualità di giocatori presenti al tavolo e dal loro stile, sostiene invece qualcun altro come Igor Kurganov.

Tra le domande invece più specifiche: 

  • ‘’chi vince a poker’’? Vince chi guadagna le fiches dagli avversari; 
  • ‘’quali carte servono per giocare’’? Si utilizza solo mazzo di carte francesi; 
  • ‘’che vuol dire CIP’’? E’ la possibilità di rimanere in gioco senza effettuare rilanci o puntate, può farlo chi ha giocato la mano per primo. 

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