“Turismo accessibile”, a Geraci Siculo un nuovo concetto di accoglienza

Giorgio Vaiana

Cronaca - La prossima tappa a Gangi

“Turismo accessibile”, a Geraci Siculo un nuovo concetto di accoglienza
L'iniziativa è stata pensata e ideata come un momento coinvolgente, ma soprattutto di grande condivisione

11 Settembre 2021 - 11:32

Un turismo aperto a tutti. “Accessibile”, appunto. E la prima giornata a Geraci Siculo è pienamente riuscita. Almeno a leggere i volti dei partecipanti al primo percorso realizzato nell’ambito del progetto “Nel cuore delle Madonie. Borghi accessibili a tutti”, sostenuto dalla Fondazione “Con il Sud”. Alla giornata ha preso parte anche un soggetto con difficoltà motorie che, però, visti i ritmi e i tempi del gruppo, ha partecipato in tutta tranquillità. L’iniziativa è stata pensata e ideata come un momento coinvolgente, ma soprattutto di grande condivisione fra i partecipanti.

“É stata l’occasione non solo per testare questo percorso – dice Maria Giovanna Meli, referente del progetto – ma anche per dimostrate la validità di un metodo di lavoro di squadra che può diventare, a tutti gli effetti, una vera e propria best practice”. Il comune di Geraci, da subito in prima linea per “spingere” questo progetto, ha fatto in modo che tutti i siti diventassero visitabili, supportando il gruppo durante l’intero percorso, grazie all’impegno di Grazia Franco e dell’assessore Marisa Zafonte e dei ragazzi della protezione civile. Alla prima giornata hanno partecipato anche i ragazzi della Comunità San Pio che si sono trasformati in guide turistiche preparate e professionali.

“Non solo turismo – prosegue la Meli – ma anche inclusione sociale. É stato davvero molto bello ed emozionante vedere in modo in cui un gruppo di persone, fino a quel momento sconosciuti tra di loro, si siano amalgamati diventando una cosa sola”. “Questa tipologia di turismo, seppur di nicchia, ha degli evidenti risvolti sociali e relazionali – dice il sindaco di Geraci Siculo, Luigi Iuppa – Adesso il nostro obiettivo è quello di intercettare non solo il turismo esperenziale, ma soprattutto quelle famiglie con bisogni “speciali”. Perché abbiamo capito, grazie a questo progetto, che spesso, all’interno di famiglie in cui ci sono persone che hanno una disabilità, ci si priva di fare un viaggio o una gita, proprio per la paura di trovare delle barriere insormontabili. Per noi questo è un progetto che va promosso soprattutto dal punto di vista umano, una tipologia di turismo che riesce a soddisfare le esigenze di queste famiglie che qui possono trovare certezze di percorsi sicuri, nessuna barriera in bar e ristoranti e un’accoglienza sana, educata, competente e rispettosa. Alla fine ci auguriamo che questa iniziativa possa concretizzarsi nell’attivazione di percorsi che coinvolgano i tour operator e agenzie di viaggio”. La prossima tappa sarà a Gangi.

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