Antibiotico resistenza, in Sicilia urge migliorare i protocolli ospedalieri

Redazione

Cronaca - Il dati del sondaggio

Antibiotico resistenza, in Sicilia urge migliorare i protocolli ospedalieri
Il dato emerge dal sondaggio proposto a medici ed altri professionisti sanitari in occasione del meeting Across

22 Settembre 2021 - 13:28

Si è svolto martedì 13 settembre, al Four Points by Sheraton di Aci Castello, il meeting “Across” (Antimicrobial Stewardship Sicilia) evento dedicato all’analisi del fenomeno dell’antibiotico resistenza in Sicilia. Un tema che recentemente è stato anche al centro del G20 della Salute, tenutosi il 5 e 6 settembre a Roma, in occasione del quale la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides ha definito il fenomeno dell’antibiotico resistenza una “pandemia silenziosa” e una “minaccia sempre presente”.

A confrontarsi sul fenomeno in Sicilia un board medico scientifico di altissimo livello, fra cui Pasquale Cananzi, responsabile del centro regionale di farmacovigilanza e vaccinovigilanza; Carmelo Iacobello, direttore del reparto di malattie infettive dell’Ospedale Cannizzaro di Catania; Stefania Stefani, presidente della Società Italiana di Microbiologia; Antonino Giarratano, presidente della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva. Ed ancora Bruno Cacopardo, direttore del reparto di malattie infettive dell’Ospedale Garibaldi di Catania; Barbara Busà, responsabile della gestione dei farmaci e del risk sharing farmacologico al Garibaldi di Catania; Antonio Cascio, direttore U.O.C. malattie infettive del Policlinico di Palermo; Arturo Montineri, direttore del reparto di malattie infettive del San Marco di Catania; Giuseppe Murolo, dirigente medico della direzione sanitaria dell’ARNAS Garibaldi; Giuseppe Nunnari, direttore U.O.C. di malattie infettive del Policlinico di Messina; Piera Polidori, direttrice dell’U.O.C. di Farmacia di Villa Sofia – Cervello e Giuseppe Virga dirigente del servizio qualità e governo clinico dell’assessorato regionale della Salute. A moderare l’evento, proposto da Lisciotto Congressi e realizzato con il supporto incondizionato dell’azienda farmaceutica Shionogi, la giornalista di biomedicina e salute Maria Grazia Elfio.

I DATI DEL SONDAGGIO

Nel corso dell’incontro sono stati esposti i risultati di un sondaggio proposto ad 80 professionisti sanitari della Regione Sicilia al quale hanno risposto il 40% degli invitati (quasi tutti medici infettivologi). Dalle risposte emerge che oltre l’80 % degli intervistati ritiene sia molto importante, prima dell’uso di un antibiotico, consultare i dati locali sull’antibiotico-resistenza. Ma emerge anche che più della metà degli intervistati non dispone di un rapporto annuale, contenente i dati locali sull’antibiotico resistenza, da consultare. Emerge inoltre che non tutti i reparti e le aziende hanno una figura di riferimento per l’uso appropriato degli antibiotici, mentre il 75,8 % degli intervistati dichiara che non c’è una procedura formale che rivaluti l’appropriatezza degli antibiotici nelle 48/72 ore successive alla prima prescrizione e somministrazione.

Alla domanda: “Il laboratorio di microbiologia della sua organizzazione offre servizi di diagnostica rapida per l’identificazione dei patogeni e delle resistenze?” Il 30 % degli intervistati dichiara che nel proprio ospedale non c’è un procedimento di diagnostica rapida per l’identificazione dei patogeni e delle resistenze. Ed ancora più della metà degli intervistati dichiara che non ci sono protocolli aziendali di riferimento per la terapia antibiotica empirica nei pazienti ospedalizzati.

Alla domanda: “Nella sua organizzazione è adottata una lista specifica di antibiotici per i quali è richiesta una pre-autorizzazione alla prescrizione da parte di un farmacista o altro soggetto autorizzato?” Il 78,8% delle risposte mostrano l’esistenza di una valutazione preliminare sull’appropriatezza, ma rimane un 21,2 % di intervistati a dichiarare che nella propria struttura ospedaliera non ci sono liste specifiche di riferimento per le quali è richiesta una pre-autorizzazione alla prescrizione da parte di soggetti autorizzati.

Quanto alla nuova generazione di antibiotici attivi ed efficaci nei confronti di batteri “Gram-negativi” multi resistenti (quelli più pericolosi per le infezioni ospedaliere) il 100 % degli intervistati dichiara l’importanza della loro introduzione nell’armamento terapeutico delle strutture sanitarie.

Infine, nonostante non manchino delle linee guida regionali e ministeriali, emerge una eccessiva frammentazione e diversificazione dei trattamenti terapeutici adottati per le infezioni ospedaliere. Un dato che rivela quanto sia necessario adottare nelle strutture ospedaliere un modello organizzativo con protocolli di screening e test diagnostici rapidi, come ausilio nella scelta di utilizzo tempestivo di antibiotici di nuova generazione ed in particolare nei casi di pazienti critici e fragili in cui si sospetta una infezione da Gram negativo multiresistente.

Da ciò si evince la necessità di una attuazione di un piano di miglioramento degli attuali percorsi diagnostico-terapeutici. Dato confermato dal 100% degli intervistati che sottolineano la necessità di avere a disposizione un PDTA o precise linee guida per la gestione dei pazienti, in particolare quelli con infezioni gravi.

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