Politica

Mario Cicero: “Le Madonie? Un territorio senza politica”

Nel mare, apparentemente calmo, della politica madonita, quasi un mese fa è caduto un sasso. A buttarlo, senza nascondere la mano è stato il sindaco di Castelbuono Mario Cicero che, in una lunga lettera avente per oggetto le dinamiche che, secondo il primo cittadino castelbuonese, hanno portato alla nuova governance designata per la SRR Palermo Provincia Est, non ha tralasciato di trattare anche altri argomenti che riguardano la gestione della cosa pubblica nel territorio delle Madonie.

Quella missiva, inviata “urbi e orbi” da Mario Cicero ha scatenato una serie di reazioni che, però, si sono sopite nel giro di pochi giorni. Ma alcuni passaggi di quella lettera, alcuni interrogativi lasciati sospesi, meritano di essere puntualizzati. Così abbiamo fatto qualche domanda al diretto interessato.

Mario Cicero, c’è o ci può essere un problema di malaffare nella gestione dei rifiuti nelle Madonie?

No. Non ancora per la precisione. Nelle Madonie tutto sommato c’è una buona gestione dei rifiuti, anche se non mancano alcune criticità, come ad esempio nell’area attorno a Piano Battaglia. La problematica sta altrove, nella gestione strategica del ciclo e nelle prospettive che ora si presentano con un affidamento ai privati, per 25 anni, non solo del nuovo impianto di trattamento dei rifiuti ma anche della discarica di Castellana Sicula e dell’impianto di compostaggio di Castelbuono. Io credo che su temi delicati come quello dei rifiuti, o quello dell’acqua, non si debba essere così leggeri. Prima ad esempio non c’era il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e quindi, considerata la mancanza di risorse pubbliche ci poteva anche stare un’idea di project financing come quella ora in campo. Ma adesso le cose sono cambiate, i fondi ci sono. Perché rinunciare al nostro ruolo? Io dico che andrebbe quanto meno valutata l’ipotesi di un finanziamento integrale o quanto meno di un cofinanziamento dell’opera, valutando anche la possibilità di gestirlo in home, come enti pubblici. Del resto le professionalità non mancano.

Nella sua lettera ha affermato di essere stato tagliato fuori dalla presidenza della SRR, ma è stato per primo lei a non aver accettato la candidatura. Perché?

Quado alcuni sindaci mi hanno proposto la presidenza della SRR ho subito risposto di no perché da tempo ci siamo posti fuori da una governance territoriale che non funziona. Quindi ho voluto cogliere l’occasione per rimarcare il nostro punto di vista. Le politiche comprensoriali del nostro territorio, alte e basse Madonie, vanno totalmente ripensate. C’è stata una fase in cui c’era più concertazione e soprattutto c’erano delle idee chiare ed una visione condivisa. Questo ora non c’è più. Da quando nel 2017 sono tornato a fare il sindaco di Castelbuono ho dovuto notare con rammarico che tutto nelle Madonie si è ridotto al posizionamento di bandierine, logiche spartitorie di bassa lega senza nessuna strategia. Ecco il mio no alla presidenza della SRR è stata una provocazione. Quello che poi è successo però mi ha sconcertato. Quando qualcuno ha capito che, al di là del messaggio lanciato, avrei potuto accettare la carica, è successo il finimondo. Si sono mossi mari e monti per impedire che ciò accadesse.

Ma cos’è che non funziona nella governance delle Madonie?

Faremmo prima a dire cosa funziona! Poco o nulla. A partire dall’esistenza di una molteplicità di enti, alcuni di fatto inutili, altri invece che potrebbero essere molto utili, accomunati da un destino beffardo. La totale mancanza di fondi. Fatta eccezione per il Gal e per Sosvima, tutti gli altri enti sono praticamente alla canna del gas. Non hanno un euro e non possono riconoscere neanche un rimborso per chi ci lavora o per chi li rappresenta. Com’è possibile andare avanti così?

Qualche esempio?

C’è il Consorzio turistico, di cui molti comuni madoniti sono soci ma, tranne Castelbuono e Petralia Sottana, nessun altro Comune ha pagato la quota sociale del 2021. C’è il Consorzio universitario, di cui solo Castelbuono e Petralia Sottana sono rimasti soci mentre tutti gli altri Comuni sono andati via. C’è il Gal Hassin, un fiore all’occhiello per la Sicilia di cui però il territorio si disinteressa, se è vero com’è vero che siamo rimasti soci solo i comuni di Castelbuono, Collesano, Isnello e Petralia Sottana. C’è l’ITS Madonie, l’istituto superiore di tecnologie e sistemi agroalimentari dove l’unico comune socio è Castelbuono. Sono tutte realtà che potrebbero offrire tantissimo al territorio ma di cui gran parte dei miei colleghi sindaci si disinteressano. Contano solo Sosvima e Gal perché gestiscono i soldi. E purtroppo quando sono in pochi a gestire molti soldi, capita che in parte vengano sprecati.

Può farci degli esempi?

Certo. Sugli affitti ad esempio. Sosvima e Gal pagano da anni migliaia di euro di affitti a privati quando ci sono tantissimi edifici pubblici inutilizzati in tutti i comuni delle Madonie. A Polizzi Generosa, ad esempio, c’è una struttura pubblica che ha ottenuto un finanziamento proprio per ospitare uffici sovracomunali. Non le pare uno spreco? Ci sono anche tanti edifici confiscati alla mafia ed ancora non utilizzati. Su questo tema la Regione ha fatto la sua parte, spostando gli uffici della condotta agraria da un edificio privato per il quale pagava un affitto ad un bene confiscato, per il quale non paga nessun affitto, dando contemporaneamente due messaggi importanti alla comunità madonita. I nostri enti sovraccomunali invece sembrano sordi a questo tipo di ragionamento.

Ci sarebbe anche l’Unione dei Comuni in realtà, perché non la cita?

Perché è un fallimento e già un anno fa, come Comune di Castelbuono, abbiamo deciso di uscirne. Poteva essere l’occasione per ottimizzare tutta una serie di servizi, come ad esempio la lettura dei contatori dell’acqua, o la gestione intercomunale dei vigili urbani o ancora, pensate quanto avrebbe potuto essere utile quest’anno una collaudata gestione consorziata della protezione civile per contrastare meglio il fenomeno drammatico degli incendi.

L’anno prossimo si voterà in diversi Comuni delle Madonie, compreso Castelbuono. Si ricandiderà?

Penso di si. Con la mia coalizione stiamo valutando la mia ricandidatura per portare a conclusione il lavoro iniziato in questi 5 anni. Dall’altro lato vedo che tutte le forze politiche stanno tentando di mettersi insieme contro di noi, ma i nodi verranno al pettine e quando arriverà il momento di scegliere un candidato sindaco credo che avranno più di una difficoltà. Per quanto mi riguarda sono sereno. Con Castelbuono Democratica abbiamo fatto tanto in questi anni.

Quali sono le priorità di cui vorrebbe occuparsi nel caso di una riconferma?

Abbiamo tantissimo progetti in itinere che meritano di essere completati. Ma se devo guardare avanti penso soprattutto a due cose: la soluzione al problema dei parcheggi e la riqualificazione dell’area del Castello, non solo dal punto di vista urbanistico, ma anche con un progetto di rilancio culturale, artigianale e commerciale dell’area che deve essere viva e vitale, così com’era al tempo dei Ventimiglia, quando il Castello era il cuore pulsante della nostra comunità

 

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