Fallimento Blutec, Ginatta condannato a 7 anni. Assolti figlio e segretaria

Redazione

Cronaca - La sentenza

Fallimento Blutec, Ginatta condannato a 7 anni. Assolti figlio e segretaria
Per la mancata reindustrializzazione del sito e per la sottrazione dei finanziamenti stanziati dal Mise

28 Novembre 2022 - 18:55

Si è concluso il primo grado del processo per bancarotta avviato nei confronti di Roberto Ginatta, amministratore delegato della Blutec con una condanna a 7 anni di reclusione per la mancata reindustrializzazione del sito di Termini Imerese e per la sottrazione dei finanziamenti stanziati a tale scopo dal Mise e da Invitalia, nonchè per i danni che questo ha procurato alla Regione Siciliana, alla stessa Invitalia ma soprattutto ai lavoratori. Assolti perché il fatto non sussiste, il figlio Matteo Orlando e la segretaria Giovanna Desiderato. I pm Laura Longo, Francesco Pelosi e Vito Destito avevano chiesto per l’ex patron una condanna a 9 anni, per il figlio a 5 e per la segretaria a 2 anni e 8 mesi. L’ex patron di Blutec era anche accusato di riciclaggio per aver investito parte dei proventi illeciti in altre divisioni del gruppo. Ginatta è stato condannato a risarcire, tra le parti civili, la Regione Siciliana, l’assessorato regionale delle attività produttive per 16 milioni di euro, la Fiom nazionale per 25 mila euro, la Fiom Palermo per 25 mila euro.

Ad annunciare la sentenza sono , in una nota, Simone Marinelli, coordinatore nazionale per la Fiom-Cgil e Roberto Mastrosimone, segretario generale Fiom-Cgil Sicilia All’avvio del processo la Fiom nazionale e la Fiom di Palermo si erano costituite parti civili in rappresentanza dei lavoratori del sito. “La sentenza di oggi è frutto dell’ottimo lavoro svolto dall’avvocato Elena Poli che ha ricostruito la complicata vicenda e oggi si è fatta chiarezza, anche sotto il profilo giuridico, di quanto i lavoratori hanno subito nel corso degli ormai 11 anni dalla cessazione dell’attività dello stabilimento”, commentano.

Era infatti il 24 novembre del 2011 quando Fiatt decise di chiudere lo stabilimento: i lavoratori sono in cassa integrazione da quel momento “in attesa di una reindustrializzazione che non è mai arrivata”. Quello di oggi, dunque, è per il sindacato, “un passaggio di fondamentale importanza ” anche se ora “è necessario dare risposte concrete sul futuro dell’area industriale”, aggiungono. “È necessario accelerare la ricerca di investitori e riconvocare il tavolo al Mise e quello tecnico con la Regione e il Ministero del Lavoro per dare un futuro occupazionale ai lavoratori di Blutec, a quelli dell’indotto e ai giovani del territorio”.

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