Accusati di frode a Ue, sequestrati somme e beni per 7,2 milioni a Polizzi Generosa

Redazione

Cronaca - Il provvedimento

Accusati di frode a Ue, sequestrati somme e beni per 7,2 milioni a Polizzi Generosa
L'ammontare complessivo delle fatture che si ipotizzano "gonfiate" è di circa 13 milioni di euro

31 Gennaio 2023 - 10:05

Truffa ai danni dell’Unione europea, dello Stato e della Regione siciliana e frode fiscale. Sono queste le accuse che hanno portato al sequestro di disponibilità finanziarie e di beni per oltre 7,2 milioni di euro nei confronti di sei persone. È l’esito dell’operazione dei finanzieri del Comando provinciale di Palermo che hanno eseguito il provvedimento con cui il gip di Termini Imerese, su richiesta della Procura europea (Eppo – European Public Prosecutor’s Office) – sede di Palermo, ha disposto nei confronti di 6 persone e di una società di capitali il sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, di somme e beni per un valore complessivo di oltre 7,2 milioni di euro. I reati contestati, allo stato, sono a vario titolo, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Le indagini condotte dagli specialisti del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo – Gruppo Tutela Spesa Pubblica, hanno riguardato i contributi a fondo perduto, di origine europea e nazionale, per un ammontare complessivo di circa 5,5 milioni di euro, concessi a una società dalla Regione Siciliana nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 per la realizzazione di un complesso zootecnico a Polizzi Generosa, con annesso mattatoio. Gli elementi acquisiti durante le indagini hanno consentito di ipotizzare un complesso meccanismo fraudolento consistito nella sovrafatturazione delle spese oggetto dei contributi pubblici e nella falsa attestazione circa la data di conclusione dei relativi programmi di investimento.

Con riguardo alla sovrafatturazione delle spese, gli indagati avrebbero fatto ricorso a plurimi schemi contrattuali e relative fatturazioni tra società formalmente distinte tra loro, ma di fatto riconducibili a un unico gruppo imprenditoriale, finalizzati a far aumentare il costo dei beni rendicontati alla Regione Siciliana ai fini dell’ottenimento delle pubbliche sovvenzioni. In pratica – spiegano dal Comando – le forniture oggetto di pubblica contribuzione avrebbero subito dei “passaggi” meramente cartolari tra più società riconducibili agli indagati, in modo tale da fare aumentare artificiosamente il costo finale dell’investimento documentato alla Regione Siciliana. L’ammontare complessivo delle fatture che si ipotizzano “gonfiate” è pari a circa 13 milioni di euro. Per tale motivo il sequestro preventivo disposto dal gip del tribunale di Termini Imerese ha riguardato l’ammontare complessivo del presunto profitto sia dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (5,5 milioni di euro) sia dei reati fiscali contestati (1,7 milioni di euro tra Ires e Iva che si ipotizzano evase).

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