Cronaca

Sindaco e deputato, Salvo Geraci si racconta: “Priorità alla zona industriale”

Sono passati pochi mesi dalle ultime consultazioni regionali che hanno visto vincere la coalizione di Renato Schifani ma anche un exploit del movimento di Cateno De Luca. Nel territorio imerese e madonita, proprio tra le fila delle liste dell’ex sindaco di Messina, è stato eletto il sindaco di Cerda Salvo Geraci. Il neodeputato, eletto con oltre 4 mila mila voti e che oggi ha il ruolo di presidente del gruppo parlamentare “Sicilia Vera”, ha raccontato cosa è stato fatto e cosa si farà per il comprensorio.

Onorevole Geraci, quali sono i principali obiettivi per il rilancio del territorio imerese e madonita?
Certamente merita un attento focus tutta la zona industriale, in particolare l’annosa questione dello stabilimento ex blutec, per questa ragione ho frequenti interlocuzioni con l’Assessore alle Attività Produttive Edy Tamajo e il prossimo 3 aprile ci sarà una riunione coi sindacati, i commissari della Blutec il cui scopo sarebbe quello di creare una cabina di regia, per portare a termine una questione che si trascina ormai da anni e che potrebbe dare una vera boccata d’ossigeno a tutto il territorio imerese e delle Madonie.
Quando lo stabilimento della Fiat era in funzione, questo dava lavoro a tantissimi madoniti, cosa fare per fermare questa spirale negativa?
Le mie proposte sul tema lavoro sono davvero tante: ai colleghi dell’ARS, proprio per fermare l’abbandono dei territori, giacché si calcola che siano andati via quasi mezzo milione di giovani, perché in Sicilia non trovavano lavoro, ho anche proposto di prendere come esempio il modello francese, che per far fronte alla crisi del comparto industriale ha aperto le porte a nuove assunzioni, proprio per assorbire i tanti disoccupati. Nello specifico, la nostra zona potrebbe puntare ancora di più al turismo, fare da sponda con Cefalù e ampliare l’offerta col turismo enogastronomico e di prossimità, tutte componenti che possono contribuire alla destagionalizzazione.

E nelle pubbliche amministrazioni?
Nelle pubbliche amministrazioni si dovrebbe dare avvio a una seria fase di turnover, così che le nuove leve possano essere affiancate e poi possano lavorare in autonomia quando, fra qualche anno, tanti attuali dirigenti andranno meritatamente in pensione. Attualmente la penuria di personale è riscontrabile a tutti i livelli ed è anche questa una delle cause della famigerata lentezza della burocrazia. Inoltre, stiamo valutando l’istituzione di una scuola di formazione per Vigili Urbani, perché anche in questo caso, una volta assunta la risorsa, si riscontrano difficoltà a renderle operative.

Fra gli enti locali potrebbe esserci una piccola rivoluzione, o meglio un ritorno al recente passato: come vede la reintroduzione delle province quale ente intermedio?

Purtroppo la Città Metropolitana, come ente intermedio, non è riuscita a soddisfare le esigenze dei territori che dovrebbe rappresentare, nonostante nell’ultimo periodo qualcosa si sia mossa. E’ obiettivamente difficile, se non al limite dell’impossibile, gestire la quinta città d’Italia – Palermo ndr – e al contempo una provincia che va da Balestrate a Gangi, le cui proporzioni somigliano di più a quelle di una regione. Per questa ragione spero che ci sia un ritorno dell’ente provinciale, con la sua Giunta e il suo Consiglio, dove la politica torni a essere protagonista nella qualità di rappresentante dei territori. Inoltre ci batteremo contro l’introduzione dell’autonomia differenziata, un progetto di che ricorda la Lega della prima ora, tant’è che porta la firma di Roberto Calderoli, perché finirà per allargare di più quel divario Nord-Sud che noi invece intendiamo colmare.

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