La disinformazione sulla “carne coltivata” tra bugie e invenzioni

Vincenzo Ganci

Cronaca - L'opinione

La disinformazione sulla “carne coltivata” tra bugie e invenzioni
Chiamarla carne "sintetica" è un errore perché non c’è una sintesi. Si tratta appunto di carne "coltivata"

06 Giugno 2023 - 11:17

In questi mesi si parla tanto di “carne sintetica” o meglio “carne coltivata”, ma sono pochi quelli che realmente sanno di cosa si tratta. In giro ci sono tante opinioni diverse, ma anche articoli fuorvianti e poco chiari, che mettono in difficoltà i consumatori. Anche sulle Madonie in questi giorni si è parlato di “carne sintetica”, soprattutto dopo la decisione del Consiglio comunale di Petralia Soprana di dire “no” agli alimenti sintetici, votando all’unanimità la delibera proposta dal sindaco Pietro Macaluso su sollecitazione della Coldiretti, tra i maggiori accusatori della “carne coltivata” (LEGGI QUI) e sulla scia probabilmente, anche del decreto approvato lo scorso marzo dal Governo che vieta la produzione di carne e mangini animali sintetici. Un decreto che non ha senso, anche perché prima la carne coltivata dovrebbe essere ammessa dagli enti dell’Unione europea competenti, come succede per tutti i nuovi prodotti, i quali devono superare le consuete verifiche di sicurezza. E questo ancora non è successo perché nessuno ha ancora fatto richiesta.

MA COS’È LA CARNE COLTIVATA?
Per far comprendere meglio l’argomento semplifichiamo molto: la carne coltivata è prodotta estraendo le cellule staminali da animali vivi e sani. Queste vengono poi coltivate appunto in un liquido in cui queste si nutrono e si moltiplicano, si differenziano e si specializzano creando grasso e tessuti muscolari, quindi di conseguenza carne. Questa tecnica, è nata inizialmente per la rigenerazione dei tessuti umani, “è la stessa che si utilizza per ricostruire la pelle dei grandi ustionati”, ha spiegato in una recente intervista Luigi De Nardo, fondatore del corso di laurea magistrale in Food Engineering del Politecnico di Milano.

“La produzione di carne coltivata – come spiega Hanna Tuomisto, professore associato di Sistemi alimentari all’Università di Helsinki in Finlandia – inizia estraendo cellule staminali dai muscoli di animali adulti viventi o cellule staminali pluripotenti da embrioni animali”. Al momento questa tecnica è stata sperimentata con bovini, maiali, tacchini, polli, anatre e pesci, ma si può tentare con qualunque specie. “Le cellule estratte vengono poi trasferite in un bireattore che riproduce le condizioni ottimali di temperatura, aerazione e di nutrienti, replicando quelle presenti nel corpo degli animali. Le cellule si moltiplicano e appunto si differenziano e iniziano a formare inuscle fibre chiamate miotubi (unità base delle fibre muscolari). La struttura del prodotto carne – aggiunge Tuomisto – dipende dalla durata e dalle condizioni di questo processo produttivo”.

“Idealmente – scrive Tuomisto – il mezzo di coltura non dovrebbe contenere sostanze derivate da animali, non solo per ridurre i costi ma anche per non venir meno all’obiettivo di rimpiazzare i prodotti animali convenzionali ed evitare la sofferenza animale. Sono stati sviluppati altri mezzi di coltura che non contengano derivati animali, ma non sembrano adatti per tutti i tipi di colture cellulari e sono spesso meno efficienti in termini di crescita e sopravvivenza cellulare. Alternative allo studio includono cianobatteri, alghe, lieviti e funghi”.

QUALI SONO I PRO E CONTRO DELLA CARNE COLTIVATA?
Al momento nessuna delle ricerche o analisi effettuate nei paesi dove la produzione di carne coltivata è consentita ha riscontrato problematiche relative al suo consumo. In sostanza al momento non ci sono contro. Ci sono invece tanti pro: il primo è quello che con lo sviluppo della carne coltivata si potrà evitare lo sfruttamento e l’uccisione di milioni di animali. Si stima – come ha spiegato recentemente Animal Equality – che da una sola cellula prelevata da un animale si possano ottenere 10 mila chili di carne in poche settimane. E senza uccidere e macellare animali.

Ma la carne coltivata è sicura per i consumatori? “Non posso dirlo con certezza, ma questi cibi devono passare per la Novel Food Regulation europea (è una procedura per la richiesta di autorizzazione di nuovi alimenti) data la relativa novità della tecnologia – risponde su Focus.it Rachel Mazac, ricercatrice dell’Università di Helsink -. Pertanto devono dimostrare di essere sicuri tanto quanto le altre opzioni attualmente disponibili per i consumatori europei. In questa fase penso che non siano né più né meno sicuri rispetto alla carne ottenuta in modo convenzionale”.

Come si legge in un documento dell’Agenzia europea per l’ambiente (LEGGI QUI), la tecnologia di coltivazione in vitro potrebbe anche “offrire modi per controllare la composizione della carne e renderla più salutare. Il contenuto di grasso potrebbe essere fissato ai livelli raccomandati e i grassi insalubri potrebbero essere sostituiti con i più salutari Omega-3. Si potrebbero poi includere ingredienti aggiuntivi come le vitamine”. “La carne coltivata – si legge ancora – non sarebbe così dipendente dall’uso di antibiotici, perché crescerebbe in condizioni sterili a partire da animali sani. Adottare più rigide procedure di controllo durante il processo di produzione potrebbe inoltre favorire una diminuzione delle malattie zootecniche legate alla produzione di cibo”.

L’IMPATTO POSITIVO SULL’AMBIENTE
La produzione di carne coltivata, non avrebbe un impatto positivo soltanto sugli animali, ma anche sull’ambiente, un argomento che in questo periodo è molto sentito visto i cambiamenti climatici in corso e sotto gli occhi di tutti. Rispetto alla carne tradizionale la produzione di quella sintetica consentirebbe di utilizzare il 7-45% in meno di energia, il 99% in meno di suolo, l’82-96% in meno di acqua, emettendo tra il 78-96% in meno di emissioni a seconda del prodotto animale considerato. Anche le Nazioni Unite hanno da tempo indicato la strada della riduzione o dell’abbandono di consumo di carne e di altri prodotti di origine animale, per contrastare gli effetti inquinanti e dannosi dell’industria alimentare. Proprio a questo scopo il programma Horizon Europe, intende sostenere la ricerca relativa alla carne coltivata destinando al settore un finanziamento di 25 milioni di euro.

Un altro aspetto positivo da considerare è la salute umana. Secondo dati del 2022 circa il 50% degli antibiotici utilizzati in Italia è impiegato nel settore zootecnico. “Gli animali che vengono allevati – si legge in un recente articolo di Animal Equality – vivono in condizioni terribili in ambienti sovraffollati, a contatto con le loro deiezioni e gli allevamenti spesso sono ambienti insalubri e vere e proprie polveriere dove rischiano di esplodere nuovi virus. La carne coltivata, invece, verrebbe prodotta in ambienti altamente controllati, dove i rischi di contagio e malattie infettive sono molto bassi” o del tutto inesistenti.

“I benefici ambientali generali della produzione di carne coltivata – scrive il professore Tuomisto – dipendono anche da come verrebbero utilizzati i terreni da pascolo liberati dalla produzione di animali da carne. Per esempio, se i pascoli permanenti fossero convertiti in colture agricole intensive, l’impatto netto sui cambiamenti climatici sarebbe persino negativo, perché i pascoli permanenti catturano grandi quantità di carbonio nel suolo e la loro conversione rilascerebbe importanti quantità di carbonio in atmosfera. Un loro uso alternativo sarebbe la conversione in foreste o vegetazione nativa. In quei casi la conversione aumenterebbe la cattura di carbonio nel suolo e nella nella vegetazione e risulterebbe in benefici ambientali pensioni maggiori rispetto a quelli visibili dal semplice confronto tra i prodotti finali”. L’allevamento di animali da macello è responsabile infatti da solo, del 14,5% del totale di tutte le emissioni di gas a effetto serra di origine antropica, oltre a utilizzare circa il 20% delle terre emerse come pascolo e il 40% dei terreni coltivati per la produzione di mangimi.

CARNE NATRALE E COLTIVATA: QUALE È DAVVERO “CIBO FRANKENSTEIN”?
Ma siete sicuri che la carne che arriva sulla vostra tavola sia davvero naturale? Quale è davvero il “cibo Frankenstein”? (come ha definito Coldiretti la carne coltivata). Ogni giorno sulla tavola di milioni di italiani arriva carne prodotta ad esempio da “polli selezionati geneticamente per crescere così tanto da non riuscire a reggersi in piedi dopo poche settimane di vita e da maiali che vivono in capannoni sovraffollati a perenne contatto con le loro deiezioni. Uova prodotte da galline rinchiuse in gabbie, latte da mucche che vengono artificialmente ingravidate, separate dai loro cuccioli e poi uccise”, spiega ancora Animal Equality. La verità è che non c’è più nulla di naturale nel sistema di produzione intensivo, c’è solo la sofferenza degli animali, l’impatto ambientale e il rischio per la salute. “Tutti aspetti che potremmo contrastare con lo sviluppo della carne sintetica”, spiegano ancora da Animal Equality.

La carne coltivata, rappresenterebbe una soluzione più etica e sostenibile per l’uomo e la Terra. Secondo la Fao, nel 2050 la popolazione mondiale potrebbe arrivare a 9 miliardi di persone. Con la crescita del numero di abitanti, aumenterà anche la domanda di carne e l’attuale sistema di produzione non è più sostenibile. La carne sintetica è già commercializzata a Singapore, e a breve anche negli Stati Uniti, dove la Food and Drug Administration ha recentemente parere positivo. In Europa al parere scientifico sta invece lavorando l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), con sede a Parma, a seguito di questo parere ci sarà una decisione in ambito Ue. Foto di copertina Pexels Szabó Viktor.

FONTI
https://www.embopress.org/doi/full/10.15252/embr.201847395
https://www.eea.europa.eu/publications/artificial-meat-and-the-environment
https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/carne-sintetica-ecco-perche-ci-serve

Stop alla carne “sintetica”: il Governo contro animali, ambiente e salute


https://www.focus.it/ambiente/ecologia/carne-sintetica-tutto-quello-da-sapere
https://www.fiscoetasse.com/rassegna-stampa/33851-alimenti-e-mangimi-sintetici-approvato-dl-che-li-vieta.html

Altre notizie su madoniepress

Autorizzazione del Tribunale di Termini Imerese N. 239/2013

Direttore Responsabile Giorgio Vaiana

Condirettore Responsabile Michele Ferraro

redazione@madoniepress.it