Ieri mattina a Palazzo dei Normanni si è tenuta l’audizione di una rappresentanza dell’Associazione zone franche montane Sicilia presso la VI Commissione Salute, Servizi Sociali e Sanitari, presieduta dall’onorevole Giuseppe Laccoto. Erano presenti i vertici dell’Assessorato regionale alla Sanità e dell’Asp di Palermo. L’argomento, sottoposto ai componenti la Commissione legislativa dell’Assemblea Regionale Siciliana, è legato al futuro della struttura che ospita l’ospedale “Madonna Santissima dell’Alto” e gli uffici del Distretto Sanitario di Petralia Sottana.
Oltre 23 mila metri quadri di edificio, distribuiti in 6 livelli – a cui aggiungere il piano S1- ubicato in una zona di aria salubre (1.000 metri sul livello del mare in piena area Parco delle Madonie) “che può fornire la risposta di salute più importante alla quale il sistema sanitario regionale siciliano oggi non riesce a fornire risposte adeguate: l’assistenza ai pazienti multi-cronici, quelli vittime di traumi o patologie che richiedono lunghi periodi di riabilitazione, i pazienti anziani e in particolare i pazienti anziani fragili, quelli cioè che sono fortemente debilitati da più fattori di malattia e che hanno bisogno di continua assistenza e una riabilitazione specializzata per vivere dignitosamente la vita che è giusto continuino a vivere. Il nostro ospedale potrebbe diventare, noi lo immaginiamo così, un grande centro, uno dei più grandi centri di riabilitazione d’Italia”, ha argomentato alla Commissione Vincenzo Lapunzina, presidente dell’associazione zfm Sicilia.
Alla Commissione, quindi all’Ars e al Governo regionale – presenti l’assessore alla Salute, Giovanna Volo, il Capo di gabinetto Giovanni Sgroi e Salvatore Iacolino, Direttore generale del Dipartimento Pianificazione strategica – è stata sottoposta la proposta di trasformare la struttura petralese in un centro di riferimento regionale per la riabilitazione neurologica, pneumologica, cardiologica e da traumi. A tal proposito nel settore della riabilitazione la Regione Siciliana sarebbe carente di 900 posti letto. In realtà la proposta era stata avanzata all’assessore Volo e al presidente Schifani, a mezzo Pec, il 10 novembre 2023, ma fino ad oggi sarebbe rimasta “lettera morta”.
La volontà del presidente Laccoto ha rimesso in pista l’idea progettuale, anche in considerazione del fatto che nei prossimi mesi l’argomento più pregnante all’ordine del giorno della politica sarà la definizione della nuova Rete Ospedaliera, quindi la riorganizzazione dell’intero comparto sanità che incide sul Bilancio della Regione Siciliana per oltre 10 miliardi di euro l’anno (il 50%, la spesa regionale totale si aggira intorno ai 21 miliardi euro). Sull’audizione è intervenuto anche Salvatore Cassisi, membro del CdA dell’associazione zfm, “le comunità residenti dei comuni madoniti si chiedono cosa vuole fare la politica del “Madonna SS. dell’Alto”. Farlo rimanere un presidio ibrido che confluirà in una struttura/azienda ospedaliera di grandi dimensioni, tanto per far fronte alle emergenze-urgenze, o, come proposto in audizione, riconvertirlo a un polo di eccellenza specializzato”? Adesso la palla passerebbe – di fatto – al presidente Renato Schifani. Il futuro dell’intera struttura petralese rappresenta il banco di prova dell’attenzione che il Governo regionale vorrà dare al futuro delle Terre alte madonite.