Un viaggio tra natura, scienza e cultura nel cuore del Parco delle Madonie. Dopo un importante intervento di rinnovamento, sabato 19 luglio 2025 alle 16, riapre al pubblico lo storico Museo Naturalistico Francesco Minà Palumbo di Castelbuono. Un’istituzione che porta il nome di quello che molti definiscono il “Leonardo delle Madonie”: medico, botanico, entomologo e illustratore dell’Ottocento, che ha lasciato un’eredità scientifica e culturale ancora oggi viva.
La nuova veste del museo è frutto di un progetto ambizioso, inclusivo e tecnologicamente all’avanguardia, realizzato con il coordinamento di BIA srl e la progettazione di Dotdotdot, studio specializzato in esperienze museali accessibili. L’obiettivo: rendere il museo un luogo aperto e accogliente, capace di parlare a tutti i tipi di pubblico, dai bambini agli studiosi, dalle persone con disabilità sensoriali ai turisti in cerca di autenticità.
Un museo accessibile e multisensoriale
Il nuovo allestimento si sviluppa su un unico piano, con pannelli e teche accessibili, testi in braille, illustrazioni e riproduzioni tattili in stampa 3D, offrendo così un’esperienza inclusiva e coinvolgente. A supportare la visita, anche una nuova app mobile che guida i visitatori lungo il percorso attivando automaticamente i contenuti grazie a speciali sensori: niente più bisogno di toccare lo schermo, basta avvicinare lo smartphone ai punti d’interesse.
I diorami digitali: un tuffo nella natura e nelle tradizioni
Due spettacolari diorami immersivi completano l’esperienza: il primo conduce il visitatore dentro il paesaggio sonoro e visivo del Parco delle Madonie, con riprese tridimensionali e audio ambientale; il secondo racconta l’antica arte della raccolta della manna, patrimonio unico della cultura locale, attraverso il dialogo tra un anziano mannarolo e un giovane coltivatore.
Il percorso espositivo: dalla scienza alla memoria
Il museo si apre con una sala interamente dedicata a Francesco Minà Palumbo: la sua vita, le sue opere, le sue tavole naturalistiche. Seguono le sezioni tematiche: biodiversità, con la flora e la fauna madonita; entomologia, con oltre 15.000 esemplari tra scarabei e farfalle; zoologia, che espone rarità come il capovaccaio e il gufo reale; mineralogia e Malacologia, con campioni unici e fossili come la Cassidaria minae; paleontologia, che racconta la storia geologica del territorio, incluso l’elefante nano siciliano; archeologia, con reperti della preistoria e dell’artigianato locale; la Manna, sezione immersiva dedicata alla coltivazione tradizionale di questa resina dolce; e infine, una nuova Pinacoteca curata da Francesco Piazza, con opere contemporanee ispirate all’ambiente e all’opera di Minà Palumbo.
Un lavoro di comunità
Il rinnovamento del museo non è stato solo un intervento tecnico, ma un vero progetto corale che ha coinvolto il Comune di Castelbuono, artigiani, tecnici locali, docenti universitari e appassionati. Dalla realizzazione delle teche su misura all’introduzione di strumenti di orientamento visivo e nuove modalità di consultazione del prezioso epistolario di Minà Palumbo, tutto è stato pensato per restituire al museo un’identità più moderna, partecipata e viva. Il Museo Naturalistico delle Madonie si conferma così non solo come uno scrigno di memoria, ma come un laboratorio di idee, accessibile e contemporaneo, dove il sapere scientifico dialoga con il territorio, le persone e il futuro. Un’occasione da non perdere per riscoprire la bellezza e l’identità di una Sicilia colta, verde e visionaria.