Una ricetta che si prepara una sola volta l’anno, lunga cottura nelle quarare di rame, un mix di nove legumi e cereali che racconta secoli di storia contadina: a Gangi tornano i Novi Cosi, piatto simbolo della comunità, oggi al centro di una nuova alleanza con Slow Food per valorizzare biodiversità, sostenibilità e sapori autentici. La ricetta, nata come pietanza vegetariana, prevede tra i suoi ingredienti varietà pregiate di legumi come il fagiolo Badda di Polizzi, cicerchia, fave, piselli verdi e secchi, ceci, lenticchie, grano e, nella tradizione antica, anche il lupino. Una “carne dei poveri” che un tempo sfamava le famiglie contadine, cotta lentamente per ore e servita sia calda che fredda. “Da 50 anni portiamo avanti questa tradizione – racconta Tony Torregrossa, presidente della Pro Loco – Negli anni ci sono state piccole variazioni, come l’aggiunta di carne dagli anni ’80, ma l’anima del piatto resta quella originaria. Per noi è un momento per ricordare e far rivivere le nostre radici”.
Quest’anno la zuppa diventa anche ambasciatrice di un messaggio più ampio: grazie alla collaborazione con la condotta Slow Food delle Madonie e alla partecipazione di presìdi regionali, i Novi Cosi si arricchiscono di prodotti certificati che ne esaltano il valore agricolo e gastronomico. “Abbiamo voluto unire tradizione e biodiversità – spiega Giuseppe Giaimo, presidente della condotta Slow Food Madonie – Oltre ai legumi locali, quest’anno abbiamo inserito presìdi Slow Food non solo delle Madonie, ma di tutta la Sicilia. È un modo per raccontare il territorio attraverso i suoi ingredienti più autentici”. Il valore dei legumi non è solo culturale ma anche agronomico e nutrizionale. “Sono piante che fertilizzano naturalmente il terreno, resistono alla siccità e offrono proteine di qualità a basso costo – sottolinea Nicolò Iacuzzi, docente di agronomia all’università di Palermo – Portano benefici sia alla salute delle persone sia alla salute del suolo”.
Quest’anno la scelta vincente di permettere di assaggiare questa zuppa rarissima all’interno del percorso Memorie e Tradizioni, tornato dopo sette anni e che è stato inserito all’interno del calendario della Sagra della Spiga: “Una manifestazione legata alle nostre origini, le nostre tradizioni e la nostra gastronomia – spiega Santo Paternò, uno degli organizzatori di Memorie e Tradizioni – Il cibo è lo specchio della società in cui si vive. Abbiamo ridato vita alla Gangi di fine ‘800 inizi del ‘900 grazie alla collaborazione di numerose associazioni del territorio e con il supporto di quasi 400 figuranti che animano questo percorso. Perché è sempre bello ricordare da dove veniamo”. “Il caso di Gangi può essere da esempio per altri comuni – dice il primo cittadino del borgo madonita Giuseppe Ferrarello – Abbiamo destagionalizzato il turismo con eventi nazionali e internazionali che in media si svolgono nel nostro paese ogni 40 giorni, rievocando tradizioni, oppure manifestazioni culturali, religiose. Al di là delle nostre bellezze artistiche, questi eventi ci servono per attrarre sempre più visitatori nel nostro borgo”.