PALERMO (ITALPRESS) – Il prossimo 16 settembre Messina ospiterà il convegno “Criminalità nazionale e transnazionale, strumenti e obiettivi in Italia e in Europa”, un appuntamento che riporta alla memoria la Conferenza del 1955, da cui prese slancio l’integrazione comunitaria. Oggi, così come allora, il messaggio che si intende lanciare all’Europa è chiaro: serve un impegno corale.
“E’ un convegno al quale parteciperanno le più alte autorità giudiziarie, politiche, europee, compresa la presidente del Parlamento Europeo, il Segretario Generale, il Ministro dell’Interno, il Procuratore Nazionale Antimafia, i procuratori distrettuali – dice all’Italpress l’europarlamentare Giuseppe Antoci, tra i promotori dell’iniziativa -. Ci saranno anche studiosi e docenti. Vogliamo lanciare un messaggio proprio da Messina. Ripartiamo da qui. Serve tracciare la strada da portare avanti per combattere il crimine transnazionale. Oggi i colleghi parlamentari al Parlamento europeo ma anche le istituzioni e i paesi membri hanno capito che sulla lotta al crimine organizzato bisogna fare squadra. Noi cominciamo a fare squadra da Messina”.
Il dibattito non si limiterà agli schemi tradizionali della lotta alle mafie. Sul tavolo ci saranno temi di frontiera: criptovalute, intelligenza artificiale, riciclaggio internazionale, uso illecito dei fondi europei, incluso il Pnrr. Settori in cui la criminalità organizzata sta dimostrando una capacità di adattamento impressionante: “Nel panel dedicato a questi temi ci sono Europol, Eurojust, EPPO e la nuova agenzia AMLA per la lotta al riciclaggio”, spiega Antoci. “I vertici di queste agenzie si confronteranno con i vertici investigativi del nostro Paese – dal capo dello SCO al capo del ROS e dello SCICO. Le collaborazioni già esistono e funzionano, ma è chiaro che bisogna affinare i sistemi. Questo tavolo serve proprio a questo: capire cosa manca e, soprattutto, cosa occorre sotto il profilo legislativo per migliorare il coordinamento”.
Il cuore politico dell’iniziativa, però, va oltre la cooperazione operativa. A Messina si discuterà di un progetto che potrebbe cambiare radicalmente il quadro europeo: l’armonizzazione dei sistemi penali. Un obiettivo ambizioso, ma sempre più necessario per contrastare un crimine che non conosce confini.
Serve per “dare senso soprattutto alle norme che sono state create nel nostro Paese, molto spesso con il sangue – ha sottolineato Antoci -. Noi vogliamo prendere quell’esperienza e trasformarla in patrimonio comune europeo. Questo convegno deve diventare seme, e gli atti che produrremo circoleranno nei parlamenti nazionali e in quello europeo con un messaggio chiaro: armonizzare i sistemi penali significa difendere i cittadini europei dalla criminalità organizzata. Fare squadra è una necessità, e partire dalle migliori esperienze, come quella italiana, serve non solo a proteggere i cittadini, ma anche a dare senso a coloro che per queste norme hanno perso la vita”.
Se la Carta di Messina del 1955 fu il preludio all’Europa unita, l’appuntamento del 16 settembre potrebbe diventare l’atto fondativo di una nuova stagione di cooperazione nella lotta alla criminalità organizzata e transnazionale. Una sfida che richiede disciplina, coraggio e la capacità di trasformare l’esperienza italiana in modello europeo. Messina – quindi – si candida, ancora una volta, a essere laboratorio di futuro.
Fonte foto: Italpress
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