PALERMO (ITALPRESS) – Ricorre oggi il 32esimo anniversario della morte di padre Pino Puglisi, ucciso da Cosa nostra il 15 settembre 1993 a Palermo. Parroco presso la Chiesa di San Gaetano nel quartiere palermitano di Brancaccio, Don Pino Puglisi, oggi Beato, venne assassinato la sera del 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno, dal killer di Cosa nostra Salvatore Grigoli che nel 1997, dopo il suo arresto, confessò 46 omicidi, tra cui quello del parroco.
La causa di beatificazione di don Puglisi venne introdotta nel 1999 dall’allora arcivescovo di Palermo il Cardinale Salvatore De Giorgi. Il 28 giugno 2012 Papa Benedetto XVI promulgò il decreto di beatificazione “Super martyrio in odium fidei”. Il 25 maggio del 2013 don Pino Puglisi è stato proclamato Beato. Le spoglie del Beato Puglisi riposano in un monumento funebre che ricorda una spiga di grano ai piedi dell’altare della cappella dell’Immacolata Concezione nella Chiesa Cattedrale di Palermo.
LAGALLA “SEMI CHE HA PIANTATO NON RESTINO COMMEMORAZIONI”
“Sono passati 32 anni dall’uccisione di Padre Pino Puglisi. Trentadue anni da quel sorriso che, più di mille discorsi, ha messo in crisi chi pensava di poter continuare a comandare con la paura. Oggi non celebriamo un’icona, ma ricordiamo un uomo. Un prete che non cercava il martirio né voleva fare l’eroe. Padre Puglisi è stato, semplicemente, un cittadino che ha fatto il proprio dovere con coerenza. E in una terra come la nostra, dove la normalità è spesso rivoluzionaria, questo è bastato per attirare l’odio mafioso”. Così, in una nota, il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
“Non ha mai lanciato proclami. Non ha mai cercato lo scontro diretto. Ha scelto l’unico vero modo di combattere la mafia: restituire dignità, opportunità e coscienza a chi sembrava condannato al silenzio e alla rassegnazione. La sua morte non è servita a fermare quel cambiamento. Al contrario, ha reso ancora più evidente quanto la mafia abbia paura dell’educazione, del pensiero libero, dei piccoli gesti quotidiani che costruiscono comunità. Palermo ha bisogno di memoria, ma ancora di più ha bisogno di continuità. I semi che ha piantato Padre Puglisi non devono restare commemorazioni. Devono essere scelte. Ogni giorno”.
SCHIFANI “RIFERIMENTO ALTO PER SICILIA E PER INTERO PAESE”
“Il 15 settembre del 1993, nel giorno del suo 56° compleanno, veniva ucciso don Pino Puglisi. Un sacerdote che ha fatto della fede, dell’impegno educativo e della testimonianza civile la sua missione, fino al dono estremo della vita. A distanza di trentadue anni, la figura di 3P resta un riferimento alto per la Sicilia e per l’intero Paese. Con semplicità e coraggio, padre Puglisi ha mostrato che la legalità e la dignità delle persone possono essere affermate attraverso l’ascolto, l’educazione, l’accompagnamento dei giovani verso percorsi di libertà e di responsabilità”. Così il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, nel giorno del 32esimo anniversario dell’omicidio di padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia a Palermo il 15 settembre 1993.
“Il suo insegnamento ci ricorda che il cambiamento è possibile se ciascuno fa la propria parte. È un messaggio che continua a interpellare le istituzioni e i cittadini, chiamati insieme a costruire una società più giusta, più solidale e più attenta ai bisogni delle nuove generazioni. La Regione Siciliana intende onorarne la memoria con scelte concrete: sostenere la scuola, il lavoro, la cultura e ogni iniziativa che rafforzi la coesione sociale. È questo il modo più autentico per rendere viva la sua eredità e dare continuità al suo esempio. Ricordare don Pino Puglisi significa riaffermare la speranza di una terra che non si piega alla violenza, ma che trova nella forza della legalità e nella dignità della persona le basi per il proprio futuro”, conclude.
– Foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).