Alla fine quella mission dal territorio per rilanciare l’Ospedale “Madonna dell’Alto” di Petralia Sottana, tanto evocato dai sindaci, non è arrivato. I 20 posti letto per il reparto di “Recupero e riabilitazione funzionale” diventano 22, un leggero aumento che però, nelle “economie” dell’Asp di Palermo, viene compensato con 2 posti letto in meno nel reparto di lungodegenza che, secondo l’atto aziendale adottato nel 2019, erano 16 ed adesso diventano 14. C’è però da aggiungere che i 16 posti letto previsti 6 anni fa non sono mai stati attivati.
L’auspicio è che i 14 posti previsti adesso siano reali e al più presto disponibili nelle stanze del grande ospedale madonita, e non si fermino, come accaduto finora, a esistere solo sulla carta. Fin qui quanto previsto per il futuro dell’Ospedale di Petralia per i cosiddetti “post acuti”.
Per quanto riguarda invece gli acuti, l’ospedale di Petralia Sottana, rispetto all’ultima bozza discussa dall’Assemblea Regionale Siciliana in VI Commissione (leggi qui l’articolo), perde un altro posto letto: dei 6 previsti per la Chirurgia Generale adesso ne rimangono 5, di cui 4 in degenza ordinaria e uno in day hospital. In pratica, rispetto alla situazione attuale, il reparto perde un posto letto in day hospital.
Rimane invariata invece la dotazione prevista per il reparto di Medicina Generale, con 14 posti letto, di cui 12 in degenza ordinaria e 2 in day hospital. Sulla carta vengono anche mantenuti i 4 posti letto previsti già nel 2019 per il reparto di Ortopedia e Traumatologia, con l’unica differenza che se nel 2019 erano tutti previsti in degenza ordinaria, ora dovrebbero essere 2 in degenza ordinaria e 2 in day hospital. Ma anche in questo caso il condizionale è d’obbligo, dato che, come riporta la stessa tabella diramata dall’Assessorato alla Salute, di questi posti letto (previsti da 6 anni, esattamente come per la lungodegenza) non se n’è mai vista traccia.
Stesso discorso vale per la Cardiologia: l’atto aziendale dell’Asp di Palermo del 2019 prevedeva 6 posti letto, tutti in degenza ordinaria, confermati nella prima bozza della rimodulazione della rete ospedaliera di quest’anno. Qualche settimana dopo, una nuova bozza li riduceva a 4 (anche in questo caso tutti in degenza ordinaria), scelta che adesso è stata confermata e quindi sembra definitiva. Anche in questo caso va sottolineato come quei 6 posti letto previsti nel 2019 non siano mai stati attivati. L’auspicio, come già detto per lungodegenza e ortopedia, è che queste scelte non restino solo numeri in una tabella ma diventino posti letto reali.
La prima bozza della nuova rete ospedaliera, come avevamo raccontato in questo articolo, prevedeva anche 2 posti letto in day hospital per l’Oculistica, un modo per premiare l’eccellente lavoro svolto dalla dottoressa Incognito. Purtroppo però le successive bozze, e il documento finale approvato ieri all’Ars, non prevedono più questo piccolo “premio”.
Tirando le somme dei posti letto, il vecchio atto aziendale (quello del 2019) prevedeva per l’Ospedale di Petralia Sottana 66 posti letto (30 per gli acuti e 36 per i post acuti). Di questi posti letto “previsti” ne sono stati attivati solo 40 (6 in Chirurgia Generale, 14 in Medicina Generale e 20 in Riabilitazione). Adesso invece per l’ospedale di Petralia sono previsti in totale 63 posti letto: 5 in Chirurgia Generale, 14 in Medicina Generale, 22 in Riabilitazione. Fin qui la dotazione prevista per i reparti già presenti nell’ospedale. Poi ci sono i 4 posti letto in Ortopedia, i 4 in Cardiologia e 14 in Lungodegenza, reparti che erano previsti anche nel 2019 ma che non sono mai stati attivati.
Per quanto riguarda i servizi ospedalieri, vengono confermati tutti quelli già presenti: Pronto soccorso, radiologia, anestesia, oculistica, ostetricia e ginecologia e vengono aggiunti quelli di oncologia, cardiologia, gastroenterologia, ortopedia e traumatologia.
La nota della conferenza dei sindaci della provincia di Palermo
Ieri la Commissione Salute dell’Assemblea regionale siciliana ha espresso parere favorevole (anche se non unanime) alla bozza della nuova Rete ospedaliera predisposta dalla Regione. Un passaggio grave che non ha tenuto conto delle criticità procedurali denunciate dai sindaci e del fatto che la concertazione con i territori sia stata di fatto disattesa. Tutti comprendiamo le difficoltà nel costruire, anche alla luce del decremento demografico e del contesto normativo, una rete efficace che risponda ai bisogni di salute delle comunità. Tuttavia non è possibile nascondere come la rete ospedaliera, arrivata alla discussione della VI Commissione dell’Ars, sia diversa e penalizzante rispetto a quella presentata, ma non votata, in conferenza provinciale; che il voto in commissione permanente per i servizi sociosanitari sia viziato dal fatto di non aver mostrato la rete (cosa riportata a verbale); che non ci sia stato, fin’ora, il rispetto di accordi scritti tesi al miglioramento dei servizi (è questo il caso, ad esempio, del distretto sanitario 35 che aveva firmato con l’Asp6 un apposito documento di impegni). Alla luce di questo i sindaci faranno valere, in ogni sede, i diritti dei territori affinché si costruisca un modello di rete che parta dalle esigenze e dalle peculiarità dei nosocomi attraverso un percorso realmente partecipato e non calato dall’alto.