Il Premio Campiello sbarca a Palermo per la prima volta in 63 anni

Redazione

Sicilia by Italpress

Il Premio Campiello sbarca a Palermo per la prima volta in 63 anni

01 Ottobre 2025 - 22:31

PALERMO (ITALPRESS) – Un momento che celebra il legame tra cultura e impresa e che, a suo modo, costituisce un appuntamento storico per Palermo: per la prima volta in 63 anni infatti il premio Campiello, riconoscimento letterario istituito nel 1962 da Confindustria Veneto, fa tappa nel capoluogo siciliano. L’edizione 2025 è stata vinta da Wanda Marasco con il romanzo ‘Di spalle a questo mondo’: a promuovere l’incontro, tenutosi nella Sala Onu del teatro Massimo, sono Sicindustria ed Edison Energia. Presenti tra gli altri la stessa Marasco, il presidente di Sicindustria Luigi Rizzolo, il Ceo di Edison Energia Massimo Quaglini, l’assessore comunale alle Politiche sociali Mimma Calabrò e il rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri. L’appuntamento è stato anche un’occasione per presentare il volume ‘La Sicilia e noi’, un omaggio di Edison a Palermo e un impegno a porre sullo stesso piano l’energia e la cultura. ‘Di spalle a questo mondo’ racconta la storia del medico Ferdinando Palasciano: una narrazione in cui la paura della morte si mescola con l’urgenza di salvare vite umane, sempre con lo spettro latente del fallimento e dello scivolamento verso la follia. La storia di Palasciano si mescola con la Storia, fatta di eventi tragici e speranze di progresso.

“Mi interessa che in un romanzo rientrino i temi universali come la storia, la politica, gli ideali, le aberrazioni dei governi, il contributo che la scienza dà al progresso e alla cura dell’umanità – sottolinea Marasco, – Questi temi ricorrono anche in altri romanzi, anche se più trasversalmente: la figura di Ferdinando Palasciano l’ho ritrovata nella vita e ne ho voluto parlare attraverso le suggestioni delle infanzia e gli studi successivi”. L’opera che le ha permesso di vincere il premio Campiello 2025, aggiunge l’autrice, “ha le sembianze di un romanzo storico, in quanto le date sono precise e i fatti avvenuti sono quelli: a me interessava che fosse soprattutto una biografia dell’anima e che il lettore scoprisse e immaginasse insieme a me che osmosi c’è tra catastrofe globale, grandi eventi della Storia e catastrofi individuali. Se mettiamo a comparazione i fatti della cronaca nera e i grandi eventi storici come guerre e persecuzioni c’è una terribile corrispondenza numerica: questo si ripeteva anche nella vita di Palasciano e per questo, tra la pandemia e le guerre, ho sentito ancora di più il desiderio di scriverne. I suoi discorsi in parlamento su sanità, istruzione e ambiente sono rimasti proverbiali”.

Nel tracciare un paragone tra il rapporto tra impresa e cultura dieci anni fa e nel presente, Rizzolo sottolinea come “la prima fotografia ci dice chiaramente che di sola cultura non si mangia, mentre la seconda che la cultura non è solo un settore che si autosostiene ma che porta anche utili d’impresa. La nostra desiderata per il futuro è fare sistema, collegando il comparto culturale a quello turistico, ambientale e agroalimentare: per fare sistema noi ci siamo, perché questo significa fare impresa“. Per Quaglini il premio Campiello rappresenta “un elemento di responsabilità sociale e di sviluppo culturale per il territorio. Lo accompagniamo per tutta l’Italia: siamo partiti dal nord e oggi siamo a Palermo per sottolineare, con la nostra presenza, l’importanza di questo premio e dell’elemento culturale sottostante, che ci motiva a essere presenti sul territorio per valorizzarlo e favorirne lo sviluppo”. L’appuntamento si è aperto con il plauso, in un messaggio testuale, del presidente della Regione Renato Schifani: “Da tempo ho apprezzato, con particolare interesse e ammirazione, un’iniziativa dall’alto contenuto e valore culturale: nell’attesa di condividere in futuro momenti di esaltante valore culturale desidero rinnovare il mio compiacimento”.

Calabrò evidenzia come “per una città come Palermo la cultura può e deve essere riscatto, nonché un’opportunità per tante persone. C’è una Palermo fatta di sofferenze e bisogni, ma anche di solidarietà: ritengo sempre più opportuno che si faccia capire l’importanza della cultura come integrazione non solo economica, ma anche con le altre persone”. Per Midiri l’approdo del premio Campiello a Palermo è “il segnale preciso che qualcosa sta cambiando. La costante visione di immaginare un’impresa che aiuta l’Università a essere credibile fa parte della nuova visione di città: dobbiamo garantire un percorso e un futuro ai nostri ragazzi, cercando di fare in modo che non vadano via dal sud e dalla Sicilia. Se non interveniamo facendo sistema, creando un ambiente culturale e dando speranza di un lavoro stabile, rischiamo di perdere una risorsa enorme: la Sicilia merita una ricollocazione in chiave sia italiana ed europea, perché ha un grande ingegno dentro e deve essere in grado di svelarlo”. 

– foto xd8/Italpress –

(ITALPRESS).

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