Immerso nel cuore del Parco delle Madonie, Geraci Siculo è un borgo di antica fondazione che si staglia a circa 1.070 metri sul livello del mare, nella parte centrale della Sicilia, in provincia di Palermo. Il suo territorio declina su pendii e burroni, offrendo scorci incontaminati e viste spettacolari. Il borgo è inserito tra I Borghi più belli d’Italia, segno del valore storico, architettonico e paesaggistico che sa offrire.
La storia di Geraci affonda le sue radici nel periodo normanno, ma il nome più legato all’identità del paese è quello dei Ventimiglia, casato che governò ampi territori nell’entroterra siciliano nel Medioevo. Con il passaggio da contea a marchesato, Geraci acquisì importanza strategica, culturale ed economica. Oggi, camminando tra i suoi vicoli, emergono tracce di quel passato: mura, ruderi, chiese, fontane.
Un elemento caratteristico che spesso si nota passando per il centro è il Bevaio della Santissima Trinità, un abbeveratoio monumentale voluto da Simone Ventimiglia. Realizzato su base rettangolare, con fontane e vasche, completa il volto idraulico pubblico del borgo medievale.
Ma Geraci non è solo pietra: è una porta verso boschi, crinali, torrenti e valli che invitano a escursioni autentiche. Le Madonie che la circondano sono un patrimonio naturalistico prezioso, con percorsi forestali, rifugi silenziosi e panorami d’alta quota.
Cosa vedere: monumenti, vicoli e panorami da non perdere
Il Castello dei Ventimiglia e il borgo medievale
Sopra un massiccio rilievo di arenaria vegeta, sorgono i resti del Castello di Geraci, che fu fulcro difensivo e residenza signorile. Le origini possono risalire all’epoca normanna, con successive trasformazioni sotto Aragonesi e Ventimiglia. I ruderi, le mura tagliate, le feritoie, i resti di cisterne e sale interne restituiscono l’immagine di una fortezza austera e funzionale.
All’interno del fabbricato è collocata la Chiesa di Sant’Anna, ritenuta una cappella palatina dei Ventimiglia. Eventi storici e lapidi interne suggeriscono che la reliquia di Sant’Anna fosse già venerata nel castello prima del 1242. La chiesa conserva colonnine, capitelli e una tela raffigurante la Natività della Vergine, attribuita al pittore locale Giuseppe Salerno, noto come “Lo Zoppo di Ganci”.
Nel tessuto urbano del borgo si segnalano anche:
- La Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore, con impianto basilicale a tre navate, cappelle laterali, decorazioni in stucco e pale d’altare.
- La Chiesa di Santo Stefano, oggi usata come auditorium, dotata di struttura a croce greca e un campanile policromo. Tra le sue opere, una scultura lignea policroma del XVI secolo e un dipinto del 1609 del Salerno raffigurante la “Visione di Santo Stefano”.
- La Chiesa di San Bartolomeo, che custodisce un pregevole polittico marmoreo attribuito a Antonello Gagini e altre opere in marmo policromo.
- La Chiesa di Santa Maria della Cava, situata in contrada Vicaretto fuori dal centro urbano, risalente all’epoca normanna con evidenze di influssi bizantini e romanico-gotici.
Il Salto dei Ventimiglia: l’emozione sospesa
Una delle attrazioni più suggestive e recenti è il Salto dei Ventimiglia, inaugurato nel 2014. Si trova nei pressi del vicolo Mendolilla, poco dopo la Chiesa di San Giuliano, e si staglia come una passerella in vetro e acciaio che si protende per circa tre metri oltre la parete rocciosa. Il pavimento è anch’esso in vetro, offrendo una sensazione di sospensione sul dirupo sottostante.
La leggenda vuole che, nel 1337, il conte Francesco I Ventimiglia, inseguito dalle truppe reali di Pietro II d’Aragona, si sia lanciato con il cavallo nel vuoto per non essere catturato. Il “Salto” rievoca metaforicamente quell’ultimo gesto drammatico.
Questo affaccio è oggi un punto simbolico del borgo, con vista sulla vallata orientale fino alle falde dell’Etna. Accanto all’entrata del passaggio è attivo un centro informativo multimediale con bassorilievi in terracotta realizzati dall’artista Filadelfio Todaro, che illustrano la storia locale.
Panorami e sentieri
Oltre ai luoghi urbanistici, Geraci è punto di partenza per percorsi naturalistici verso boschi, crinali e belvederi. Dalle vie interne si aprono scorci sulla vallata, sui Monti Nebrodi e, in giornate limpide, fino all’Etna.
Un’escursione consigliata conduce verso il castello tramite itinerari che offrono visuali variegate e placidi spazi immersi nel bosco.
Infine, il panorama urbano stesso – con vicoli, archi, pietra, balconi fioriti e scorci – è parte del patrimonio esperienziale di Geraci.
I sapori di Geraci: tra formaggi, carni e piatti autentici
La gastronomia geracese è profondamente legata alla pastorizia, all’orto locale e alle tradizioni culinarie delle Madonie. Nei piatti si percepisce la sapienza contadina, l’uso di erbe aromatiche e la stagionalità.
Formaggi e tipicità casearie
Una delle produzioni distintive del territorio sono le cacioforme, formaggi freschi ottenuti con latte locale, dalla consistenza delicata, spesso consumati crudi, grigliati o utilizzati in piatti salati e dolci.
Un uso creativo è la tuma fritta con zucchero e cannella, tagliata a fettine e dorata appena in padella, poi passata nello zucchero, tipica del finale di pasto o della merenda.
Un’altra preparazione curiosa è la tuma con acciughe, in cui la fetta di formaggio viene incisa per inserire piccoli pezzi di acciuga prima della cottura, creando un contrasto sapido-morbido.
Piatti tipici e secondi
Tra i piatti più celebrati di Geraci:
- I Maccarruna di casa: pasta fresca lavorata a mano (simile a grandi bucatini) con ragù di castrato.
- Tagghiarini cu sucu di crastagneddu: tagliatelle fresche condite con sugo di agnello.
- Pasta ca fasola: pasta con fagioli freschi locali, versione rustica e genuina.
- Cuosti di crastagneddi: costolette di agnello alla brace.
- Salsicce alla brace: preparate con carni locali.
- Sasizzunedda ca addauro: uno dei must gastronomici. Si tratta di polpettine di carne tritata (manzo), pane ammollato, pecorino, aglio, prezzemolo, sale e pepe, modellate in forma schiacciata e avvolte in foglie di alloro prima di essere cotte sulla brace. L’alloro conferisce un profumo intenso e caratteristico.
Contorni, antipasti e dessert
Tra gli antipasti e contorni si segnalano olive bianche schiacciate condite con aglio, olio e menta, pomodori essiccati, sottaceti locali. Anche il primosale ripieno con acciughe è presente nel repertorio gastronomico.
Tra i dessert locali spiccano vuccunetta e serafineddi, biscotti preparati con miele e mandorle, tipici del paese.
In sintesi, la tavola di Geraci offre un percorso di gusto intenso e autentico, tra materie prime genuine, tradizione pastorale e inventiva locale.
Eventi e momenti culturali: il calendario che anima il borgo
- La Festa del SS. Crocifisso – 3 maggio
La Festa del SS. Crocifisso è a tradizione più sentita da tutti i geracesi. La devozione della popolazione locale verso il SS. Crocifisso ha radici molto profonde e radicate. La ricorrenza si celebra il 3 maggio di ogni anno. In questo giorno avviene a Geraci una processione molto particolare ed emozionante, sia per chi la vive in prima persona che per chi la segue da spettatore. La festa è prettamente religiosa, e non da alcuno spazio a note di folklore. La processione parte dalla Chiesa di Santa Maria La Porta, dove è custodita la meravigliosa scultura lignea del Crocifisso del XVII secolo. La scultura, di autore ignoto, rappresenta il Cristo con piaghe sanguinanti e l’espressione carica di dolore e sofferenza del volto in agonia. La scultura viene condotta a spalla da fedeli scalzi e con il capo adorno di una corona di spine, simbolo della passione di Gesù. A portare sulle proprie spalle in processione la statua di Gesù Crocifisso, sono i componenti della omonima confraternita, e tale compito viene tramandato da generazioni, di padre in figlio.
A precedere il Crocifisso nel corteo processionale, una serie di figure legate a tradizione e devozione. Il corteo è aperto dai fedeli che portano in mano grandi ceri(torcie), con un nastro bianco pendente che per tutto il tragitto rimane spento. Per prime sfilano le donne e poi gli uomini. Anche molti di questi fedeli sono scalzi durante la processione. I ceri sono il simbolo di promesse fatte al Cristo Crocifisso, di grazie ricevute o da richiedere. La scultura del Cristo crocifisso è preceduta anche dalle diverse confraternite paesane, che sfilano con i loro abiti devozionali e da un corteo di bambini geracesi, che rappresentano una delle parti più emozionanti di questa tradizione. I bimbi, con la corona di spine sul capo e battendosi le spalle con una cordicella, eseguono il percorso con il viso rivolto verso il Cristo, camminando quindi all’indietro e gridando a gran voce “Pani e paradisu, pietà, misericordia, Signuri!”. Lungo il percorso, in punti prestabiliti del paese, è previsto lo scoppio assordante di mortaretti. Ad ogni scoppio, i bambini che sfilano davanti al Crocifisso, s’inginocchiano. Una festa davvero molto suggestiva da vivere, una tradizione fervente per tutti gli abitanti del paese, che conquista però anche ogni turista che ha la fortuna di prendervi parte.
- Festa di San Bartolo -24 agosto
San Bartolomeo è il patrono di Geraci Siculo. La sua festa si celebra il 24 agosto di ogni anno e rappresenta per i geracesi anche la conclusione della stagione estiva. La festa unisce folkrore, religione e tradizioni. Nei giorni che precedono il 24 agosto, la banda musicale allieta i cittadini del borgo in diversi momenti della giornata e si radunano a Geraci tutti i geracesi sparsi nel mondo, che, per tradizione, trascorrono qualche giorno delle loro vacanze estive ritornando al paese.
Il 24 agosto, nel tardo pomeriggio, ha luogo la solenne processione durante la quale la statua di San Bartolomeo viene condotta per le vie del paese, insieme a quella di San Giacomo apostolo, protettore di Geraci. Al termine della processione le due statue vengono poste una accanto all’altra, separate dalla navata centrale nella chiesa madre. Lì resteranno sino al 24 settembre, festa del Ringraziamento, durante la quale, sempre in processione, le due statue verranno riposte nelle chiese in cui sono ospitate per tutto il resto dell’anno. La vigilia della festa di San Bartolo, la mattina del 23 agosto, è la statua di San Giacomo ad essere portata in processione fino alla Chiesa di San Bartolo, dove viene prelevata la statua del patrono. Invece, il 24 settembre, per la festa del Ringraziamento, è San Bartolo a ricambiare la cortesia e “ad accompagnare” San Giacomo nella sua chiesa, salutandolo con un suggestivo inchino. La festa del 24 agosto termina con i suggestivi fuochi d’artificio, un appuntamento al quale tutti i geracesi sono profondamente legati, come una sorta di saluto all’estate.
- A Carvaccata di Vistiamara, la Festa dei Pastori – terza domenica di luglio (ogni 7 anni)
Questa manifestazione affonda le sue origini risalgono, secondo le fonti, nel lontanissimo 1643. Ma c’è chi suppone che la festa si realizzasse addirittura già da un secolo prima. Si tratta di una forma originale di ringraziamento e riconoscenza dei pastori verso Dio e la sua benevola predilezione per questa categoria. A Carvaccata di Vistiamara si festeggia solitamente ogni sette anni. La festa consiste in una sfilata a cavallo dei rappresentanti delle storiche famiglie dei pastori di Geraci. La sfilata è preceduta da un araldo trombettiere con stendardo. I pastori delle famiglie geracesi sfilano, montando su cavalli riccamente bardati. Per prima sfilano i ragazzi, poi i più giovani, a seguire gli uomini maturi, e infine i più anziani e il “cassiere”.
Il costume tradizionale dei pastori protagonisti del corteo prevede scarpe di pelo, gambiere di orbace abbottonate dietro e alte oltre il polpaccio, pantaloni di velluto nero sino al ginocchio, giacca di velluto corta e stretta alla vita ed ornata di galloni neri di seta, copricapo a maglia di lana chiuso alle estremità e scendente sull’omero.
Ogni cavaliere regge con la mano sinistra l’offerta resa a Dio. I più giovani portano colombi, asinelli, daini, cavallucci, pecorelle realizzati in pasta di cacio. Queste forme di formaggio pendono tra svolazzati nastri di vario colore, dalla conocchia, un cerchio di legno sostenuto da un bastone a guisa di ombrello.
Gli uomini più grandi portano mazzi di cera più o meno vistosi (secondo l’importanza del voto fatto), legati con nastri e fiori. Infine, il gruppo degli anziani tiene alti, su appositi sostegni, i principali paramenti sacri: una sontuosa pianeta, la stola, la manopola e le chiavi d’argento del tabernacolo. Il cassiere, che chiude il corteo, porta in mano “l’antisfera”, un drappo di velluto di seta nero riccamente ricamato in oro che riproduce la “Sacra Sfera”. La manifestazione si conclude con l’offerta di cera alla chiesa e con la benedizione.
Questa manifestazione è particolarmente sentita e attesa da tutta la comunità, soprattutto dalle famiglie di pastori, che a Geraci rappresentano una parte importantissima della memoria storica e dell’economia odierna. Il corteo è molto suggestivo da vedere, in particolare per l’originalità dei costumi tradizionali e dei doni preparati dai pastori come ringraziamento al Signore.
- Giostra dei Ventimiglia e “U Cunti Cumanna”, rievocazione storica. Prima settimana di agosto
Questa manifestazione rievocativa di alcuni fatti storici legati al nostro borgo, si svolge ogni anno, nella prima settimana di agosto. La manifestazione prevede, nel primo pomeriggio una sfilata in costumi del XIV secolo, giochi cavallereschi, esibizione di falchi in simulazione di caccia, musica e rappresentazioni medioevali, rappresentazioni culturali. Il borgo si veste a festa e ricostruisce le ambientazioni caratteristiche medievali di un tempo. Di solito le attività legate alla manifestazione durano tre giorni. Il tutto si svolge in uno scenario rievocativo dove il centro storico e i vicoli del nostro borgo diventano i veri protagonisti della manifestazione.
Ogni anno, nei due giorni che precedono la Giostra (il venerdì e il sabato) attraverso il suggestivo evento “U Cunti Cumanna” vengono ricordati e rappresentati avvenimenti della corte dei Ventimiglia: il battesimo del primogenito, il fidanzamento o il matrimonio del Conte, il ripudio di Costanza Chiaramonte, attraverso rappresentazioni musico teatrali che, grazie ai costumi, alla sapiente scrittura dei testi e ai meravigliosi scorci medievali di cui Geraci Siculo è ricca, incantano i visitatori.
Il giorno del corteo, invece, a conclusione della sfilata in abiti d’epoca, così come avveniva nel medioevo per dare risalto ai grandi avvenimenti, hanno luogo dei giochi cavallereschi. Sono giochi che si svolgono a cavallo, nel nuovo campo di dressage realizzato dall’amministrazione comunale, a cui partecipano cavalieri rappresentanti le diverse “contee” dei paesi limitrofi. I giochi si concludono con la vittoria di un cavaliere, che viene premiato. La manifestazione è considerata una delle principali del calendario turistico regionale ed attira ogni anno miglia di visitatori.
- Festa della Transumanza – “Si sgavìta la Montagna” (terza domenica di maggio)
Questa manifestazione, veramente unica nel suo generer, è legata alla tradizionale usanza della transumanza delle mandrie e degli armenti. Ancora oggi, infatti, gli animali si spostano dai pascoli a più bassa quota a quelli dell’alta montagna madonita.
Alla valorizzazione, in chiave turistica e culturale, di tale esercizio legato alla tradizione dei pastori, fanno da cornice numerose attività culturali e ricreative, come ad esempio l’esibizione di gruppi folcloristici di diverse regini d’Italia, fortemente radicati con le tradizioni agro – silvo – pastorali, L’evento rappresenta quindi un’occasione per promuovere le tradizioni locali ma anche i meravigliosi ambienti naturali del Parco delle Madonie, dove prospera la pastorizia geracese. Non può mancare l’attenzione alla gastronomia con stand di degustazioni di prodotti tipici locali e l’immancabile dimostrazione della realizzazione delle cacioforme. La manifestazione è realizzata dal Comune di Geraci Siculo in collaborazione con la comunità dei pastori di Geraci e le associazioni locali. L’obiettivo è quello di sostenere la sopravvivenza di una delle più antiche pratiche dell’attività pastorale, trasformandola in attrattiva turistica.