Dopo mesi di calvario, almeno per il momento, pare l’emergenza sia terminata: Caltavuturo avrà un pediatra. A partire dal prossimo 3 novembre, infatti, un professionista sarà garantito per due giorni a settimana, oltre a coprire i territori di Cerda e Montemaggiore, rispettivamente per due e un giorno. Il provvedimento, è stato notificato dai vertici del Distretto Sanitario 37, all’assessore alla Salute Giuseppina Romana e ai rappresentanti del movimento promotore dell’iniziativa pubblica volta a tutelare il diritto alla salute. Inoltre, sembrerebbe che, già nelle prossime settimane, si svolgerà un incontro tra il primo cittadino Salvatore Di Carlo e l’assessore regionale alla Salute Daniela Faraoni, proprio per discutere della crisi sanitaria in cui versa il borgo madonita. “Il sindaco e l’amministrazione comunale – si legge in una nota ufficiale – ringraziano i cittadini per la pazienza e la collaborazione dimostrata e si impegnano a lavorare costantemente per migliorare i servizi sanitari nel territorio”.
Lo scorso febbraio, proprio il comune di Caltavuturo, aveva perso l’unico pediatra di riferimento a causa del pensionamento del dottor Giuseppe Spinuzza. Lo stesso medico, in seguito, avrebbe presentato una richiesta per proseguire l’attività oltre l’età pensionabile, ma tale istanza, sembrerebbe non essere stata accolta, costringendo i cittadini a raggiungere il medico specialista di Cerda, a 32 chilometri di distanza. Con una nota e richiesta formale, indirizzata al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, al prefetto di Palermo, Massimo Mariani, all’assessore alla Sanità regionale, Daniela Faraoni, al Dipartimento Cure primarie e al Distretto 37 di Termini Imerese, lo scorso marzo, l’amministrazione comunale aveva ribadito con forza il diritto alla salute. “Chiediamo un intervento immediato da parte delle autorità competenti – sottolineavano il sindaco Salvatore Di Carlo l’assessore Giuseppina Romana – affinché venga assegnato con urgenza un medico pediatra al nostro comune. Un intervento tempestivo, anche se non risolutivo, potrebbe essere l’attivazione di un punto di primo intervento pediatrico, nelle more della definitiva assegnazione di un pediatra”. Vista l’emergenza, dunque, la direzione aziendale dell’Asp di Palermo, aveva in seguito notificato la volontà di istituire per un periodo di circa sei mesi, a partire dallo scorso 2 maggio, proprio un punto di primo intervento, ma soltanto tre professionisti avrebbero depositato le istanze di disponibilità, disertando la successiva fase di convocazione.