Parco delle Madonie, il Wwf su cinghiali e daini: “Invasione incontrollata, servono i dati”

Andrea Rinaldi

Cronaca - La replica al commissario straordinario

Parco delle Madonie, il Wwf su cinghiali e daini: “Invasione incontrollata, servono i dati”
Per l'associazione, si è trasformato il Parco "in un allevamento a cielo aperto di ungulati”.

05 Novembre 2025 - 14:28

Il Wwf Sicilia Nord Occidentale lancia un nuovo allarme sulla presenza incontrollata di cinghiali e daini nel Parco delle Madonie, denunciando i gravi danni che queste specie stanno causando al patrimonio naturalistico e all’agricoltura locale. “L’invasione, finora innegabilmente incontrollata, di cinghiali e daini nelle Madonie ha inferto danni gravissimi al patrimonio naturale del Parco e all’agricoltura locale – afferma il Wwf – La cronica assenza di dati ufficiali sulla diffusione delle due specie, unita alla discutibile scelta di sviluppare la filiera di lavorazione delle carni selvatiche – antitesi del piano di contenimento – ha trasformato l’Area Protetta in un percepito e sgradevole “allevamento a cielo aperto” di ungulati”.

L’associazione ambientalista contesta inoltre l’ottimismo espresso dal commissario straordinario del Parco delle Madonie, Salvatore Caltagirone, che nei giorni scorsi ha parlato di “risultati che confermano la validità delle strategie attuate”. Secondo i dati diffusi dall’Ente, nel corso del 2025 sono stati abbattuti 797 daini e catturati 164 cinghiali tramite chiusini. Numeri che, pur riconosciuti come un segnale di attività, per il Wwf non bastano a rappresentare una reale inversione di tendenza. “Prendiamo atto con soddisfazione dello sforzo profuso – prosegue la nota – ma per evitare che questa comunicazione appaia come una mera mistificazione della realtà, riteniamo indispensabile che l’Ente Parco supporti le proprie affermazioni con la diffusione dei dati che delineano l’assetto demografico delle due specie”.

L’associazione chiede quindi che il Parco renda pubblici:

  • la popolazione attuale stimata di daini e cinghiali;
  • il tasso di crescita annuo delle due specie;
  • l’obiettivo numerico di contenimento e la tempistica prevista;
  • il numero di abbattimenti da caccia di selezione dei cinghiali effettuati nel 2025.

“Vogliamo essere fiduciosi – concludono – che i risultati annunciati segnino l’inizio di una vera inversione di rotta, restituendo alle Madonie il suo ruolo di serbatoio di biodiversità e di motore per l’economia agricola e turistica, invece del discutibile ed oneroso ruolo di recinto per la selvaggina”.

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