A Cefalù si allarga l’inchiesta sulla gestione dei progetti formativi in alcune scuole paritarie riconducibili a una cooperativa sociale. I carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia cittadina hanno notificato, su disposizione del Gip di Termini Imerese, l’avviso di conclusione delle indagini a nove persone — uomini e donne tra i 26 e i 75 anni — ritenute responsabili, a vario titolo, di sfruttamento del lavoro e truffa aggravata.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, gli indagati — dirigenti e tutor degli istituti coinvolti — avrebbero attestato falsamente la regolarità dei progetti formativi e la frequenza degli alunni ai corsi. Una manovra che, stando agli atti, avrebbe indotto in errore l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia e il Ministero dell’Istruzione, consentendo alla cooperativa di accedere a finanziamenti pubblici non dovuti.
Il provvedimento notificato oggi si inserisce in un filone d’indagine avviato nel 2023 e già sfociato, nell’aprile 2024, in misure cautelari e interdittive per sfruttamento del lavoro a carico di alcuni responsabili della stessa cooperativa. In quella circostanza erano stati identificati 118 lavoratori costretti ad accettare condizioni retributive irregolari e, in diversi casi, a restituire parte dello stipendio percepito (LEGGI QUI).
A maggio 2024, inoltre, era stato eseguito un sequestro preventivo per equivalente di oltre un milione di euro tra immobili, conti correnti, veicoli e somme in contanti. Nonostante ciò, per garantire la continuità dell’attività scolastica, il Tribunale di Termini Imerese aveva nominato un commissario giudiziale. Gli avvisi notificati oggi confermano — secondo gli inquirenti — un sistema consolidato, basato da un lato sullo sfruttamento del personale scolastico e dall’altro sulla truffa ai danni dello Stato attraverso la falsificazione dei dati relativi alla didattica e alla presenza degli studenti.




