È L’acqua fresca di Marianna Sciveres il miglior film del Festival del Cinema di Cefalù 2025. A decretarlo è stata la giuria del festival, che ha premiato un’opera capace di raccontare lo spaesamento contemporaneo con la grazia della commedia, senza mai rinunciare alla complessità emotiva e alla profondità dello sguardo.
Nella motivazione ufficiale, la giuria sottolinea la capacità del film di trasformare case, stanze e gesti quotidiani in luoghi di rivelazione emotiva, costruendo personaggi vivi, fragili e contraddittori, lontani da ogni stereotipo. Una Sicilia raccontata non come sfondo esotico o cartolina, ma come organismo sensibile e accogliente, capace di ascoltare e restituire umanità.
Con L’acqua fresca, Marianna Sciveres firma una commedia degli equivoci lieve e stratificata, dove l’ironia non cancella le ferite ma le rende dicibili. Il film intreccia un incontro apparentemente casuale con una riflessione profonda sull’identità, sull’appartenenza e sulla possibilità di cambiare rotta. Basta poco — una stanza affollata, un gesto mancato, una voce fuori posto — per sentirsi improvvisamente a casa o, al contrario, irrimediabilmente stranieri.
Protagonista della storia è George, discografico inglese cinquantenne, ipocondriaco e inquieto, che torna in Sicilia inseguendo un ricordo adolescenziale. Il suo corpo ansioso e fuori controllo diventa prima ostacolo e poi passaggio. L’incontro con Lucia, fruttivendola catanese ironica e generosa, ma segnata da ferite profonde, apre una deviazione decisiva: due solitudini che si urtano e si riconoscono, creando uno spazio nuovo di ascolto e possibilità. A volte, sembra suggerire il film, basta essere guardati senza il bisogno di essere “aggiustati”.
La regia di Sciveres, maturata dopo una lunga esperienza come scenografa, rivela una sensibilità particolare per lo spazio e per i dettagli. Le case non sono semplici contenitori, ma presenze vive; le stanze si dilatano o si restringono seguendo gli umori dei personaggi; i dettagli visivi diventano indizi emotivi. La Sicilia che emerge è concreta, domestica, vibrante: mercati, cucine, cortili, soglie attraversate con rispetto. Una Sicilia che sa ancora ascoltare.
Il film utilizza i codici della commedia come strumento di avvicinamento, non di distrazione. Ogni battuta custodisce una ferita, ogni gesto quotidiano un interrogativo irrisolto. Il tono resta lieve ma denso, sostenuto da una scrittura visiva limpida e da un ritmo che rifiuta la struttura narrativa canonica per seguire il battito delle relazioni.
Il cast, diretto con grande misura, offre interpretazioni di notevole equilibrio. Jonathan Cake costruisce un personaggio trattenuto e ironico, attraversato da una malinconia silenziosa; Lucia Sardo è una presenza luminosa, capace di tenere insieme esuberanza e vulnerabilità. Accanto a loro, un ensemble corale restituisce un’umanità fatta di sfumature, silenzi e imperfezioni.
Girato tra Catania, Aci Trezza e altri luoghi di una Sicilia viva e non addomesticata, L’acqua fresca non pretende di offrire risposte definitive. Preferisce ascoltare: il rumore delle stoviglie, le risate spezzate, il silenzio dopo una porta che si chiude. È in questo ascolto che il film trova il suo respiro più profondo.
Con questo premio, il Festival del Cinema di Cefalù celebra un cinema della vicinanza e della cura, un gesto semplice e necessario. L’acqua fresca non promette miracoli, ma invita a rallentare, a riconoscere il sapore della vita nei dettagli inattesi e nei vuoti che diventano accoglienza. A volte, sembra dirci il film, la felicità è solo un bicchiere d’acqua offerto senza spiegazioni.
Scheda tecnica
L’acqua fresca
Genere: Commedia
Paese/Anno: Italia | 2025
Regia e sceneggiatura: Marianna Sciveres
Fotografia: Francesco Piras
Montaggio: Gianluca Cristofari
Colonna sonora: Michele Conti
Interpreti: Antonella Ponziani, Donatella Finocchiaro, Gioacchino Cappelli, Jonathan Cake, Loredana Marino, Lucia Sardo, Tania Bambaci, Bruno Di Chiara
Produzione: Helios Film, Lime Film, Partner Media Investment
Durata: 94’




