Tra conventi, castelli e miniere di sale: un viaggio nelle bellezze madonite con i “Borghi dei Tesori”

Redazione

Eventi - L'iniziativa

Tra conventi, castelli e miniere di sale: un viaggio nelle bellezze madonite con i “Borghi dei Tesori”
Questi i comuni coinvolti sulle Madonie: Petralia Soprana, Gangi, Geraci e San Mauro

06 Maggio 2025 - 16:42

Raggiungere un eremo che sembra sbucare da un monte, sedersi su una panchina-monstre e da lassù acchiappare il cielo; stringere amicizia con i grifoni e le aquile reali, scoprire come nasce una campana; contare le sculture tra i cunicoli di una miniera, assaggiare la ricotta più buona del mondo o preparare i pani votivi con le donne del posto; visitare un palazzo dove il tempo si è fermato e un museo che celebra il pilota più amato nei box. Insomma, andar per borghi e innamorarsi facilmente di piccoli centri, custodi di storie, saperi, sapori e natura. Il prossimo fine settimana – sabato 10 e domenica 11 maggio – sarà il terzo e ultimo dei Borghi dei Tesori: ventitrè comuni apriranno le porte di chiese e abbazie, proporranno ricette di un tempo e permetteranno ai visitatori di prender parte alla vita quotidiana di chi ha scelto di restare. Edizione numero cinque, sempre più amata: lo scorso weekend i dodici borghi in programma sono stati presi d’assalto, un’invasione dolce e curiosa che si ripeterà di sicuro questo ultimo fine settimana, in giro per le province siciliane.

Dalle icone arbëreshë agli stucchi madoniti. Si parte da Piana degli Albanesi dove si parla ancora l’arbëreshë, e si avvia un viaggio tra icone bizantine a fondo oro, chiese affrescate, preziose iconostasi e cripte nascoste, ma anche saporiti laboratori del fragrante e mitico cannolo. A Ciminna tutto respira Gattopardo: lo si ritrova nelle foto d’epoca, nei quartieri, nelle chiese: a san Pietro è appena tornato a casa il polittico della Madonna col Bambino con S. Pietro e S. Paolo, finora esposto al monastero di santa Caterina a Palermo. E bisogna assolutamente portare i bambini tra gli animali “ornamentali”: pecore suffolk, capre camosciate, pony olandesi, oche cignoidi, tacchini ermellinati della Fattoria Alesi. Andare per gusto, e Camporeale è la regina: dalla mortadella da premio alla salsiccia da buongustai, l’olio fragrante, il vino da degustare, la tradizionale Sciavata e persino la “pizza-cannolo”; se invece si va alla ricerca dei cibi votivi, a Valledolmo si prepareranno e gusteranno con le donne del borgo, i pani della santa Cruci, perfette riproduzioni di mani, piedi, gambe, visi, secondo un rito antichissimo che ritorna ogni anno a maggio, per la tradizionale festa del paese.

Eccoci sulle Madonie dove, a Petralia Soprana, ci si muoverà tra le sculture di arte contemporanea del museo SottoSale nella miniera dell’Italkali, ma si scoprirà anche l’antica alcova sontuosa di Palazzo Pottino, si assaggeranno i prodotti della terra narrati dai produttori e si visiterà la frazione di Borgo Raffo dove è stato creato il primo Museo umano d’Italia, dove gli abitanti, come la 96enne zia Lucia, accolgono i visitatori condividendo storie e tradizioni. Gangi apre la chiesa Madre con lo stupendo Giudizio Universale dello Zoppo di Gangi e la “fossa di parrina” con i corpi imbalsamati dei preti delle Madonie, ma conduce anche alla bottega di Fabrizio Fazio, artigiano di tamburi a cornice, medievali e imperiali, tammorre richieste ovunque; Geraci Siculo si dedica ai conventi dei Padri Agostiniani (di recente restaurato, è venuto alla luce un antico frantoio) e dei Padri Cappuccini, oltre ai rudere del castello dei Ventimiglia; a Isnello il sentiero storico-geologico urbano condurrà tra anfratti e gole che fanno invidia alle Dolomiti, ma prima non si può non rendere omaggio alla cappella dell’Addolorata della Matrice con gli stucchi dei Li Volsi e gli affreschi dello Zoppo di Gangi; a volo d’uccello su San Mauro Castelverde dove si va alla ricerca dei famosi 66 archi e dei bagli disseminati in tutto il paese, punteggiato dagli unici orologi solari; senza dimenticare la preparazione dei “fiorelli” maurini, croccanti, friabili, crema e dolcezza a forma di fiore.

Spostandosi più verso il centro dell’Isola, ecco Bisacquino dove dopo tanto tempo è tornato raggiungibile, tramite l’antico sentiero segnato da 12 croci, lo splendido santuario seicentesco della Madonna del Balzo, arrampicato a oltre mille metri su Monte Triona; Chiusa Sclafani dove una chiesa di “merletto” tardo barocco come Sant’Antonio è stata riaperta dopo anni, e affianca il monastero dei padri Olivetani, con le tracce delle bambine abbandonate dalle famiglie costrette ad emigrare. Senza dimenticare la ricotta calda del caseificio pluripremiato. A Giuliana sarete catapultati in pieno Medioevo alla corte dei signori di un tempo, tra cortigiani, dame e paggi, ma sarà anche un’occasione per seguire piccoli laboratori d’arte.

Là sui Monti Sicani, tra campane ed eremi. Siamo sui Sicani, a Bivona e cosa c’è di più particolare di un aperitivo al tramonto sulla Big Bench n°330, enorme panchina arancio del designer americano Chris Bangle, sulla quale sembrerà di essere sospesi in aria. Ma non va dimenticata la casa-museo dello scultore Carmelo Cammarata, il cantore della terra che racconta con opere molto espressive in alabastro e legno. Un borgo barocco inatteso è Alessandria della Rocca (vera new entry) con il Santuario della Madonna della Rocca, gli affreschi dorati e la fonte di acqua miracolosa, il Complesso dei Carmelitani, con gli stucchi serpottiani e i colori lapislazzulo, i resti archeologici sicani e il misterioso fortilizio di Pietra d’Amico, di solito sommerso dalle acque. A Burgio si va per campane e mummie: le uniche due fonderie di campane ancora esistenti, Virgadamo e Cacciabaudo, sono ancora in attività; e nella chiesa e convento dei Cappuccini si scende nella cripta dove sono 50 corpi mummificati di burgitani vissuti tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo. A Caltabellotta, accanto alla Chiesa Madre che testimonia il passaggio dei Crociati, apre l’inedito Palazzo Daino che pare fermo nel tempo con i suoi arredi ottocenteschi; è anche pronta una degustazione di fave, ricotta, pane e olio evo, e tanto altro. A Sant’Angelo Muxaro si ritrovano artigiani, pastori, sapori e lentezza antica, le grotte d’acqua, la necropoli protostorica Grotticelle, e la tomba del Principe, la più famosa tholos della Sicilia, i reperti del MuSAM; e ci si siederà a tavola con gli abitanti per gustare i piatti di una volta. A Santo Stefano Quisquina la parola d’oro è trekking: nella Giornata nazionale degli alberi monumentali, tappa alla secolare Quercia Grande per un consolatorio “abbraccio collettivo”; oppure si andrà per vicoli, angoli e botteghe per scoprire il borgo. Infine a Siculiana, oltre alla visita al neonato Museo Astro dedicato al campione di Formula 1 Ayrton Senna (la sua famiglia era originaria di questo borgo) e a Palazzo Sgadari, si potrà partecipare alla passeggiata esperienziale e sensoriale in quello scrigno di biodiversità selvatica che è la riserva orientata di Torre Salsa.

Trasferiamoci in Sicilia orientale, passando per Centuripe dove si vive dentro la Storia, tra reperti preziosi (il ritratto di Augusto al Museo archeologico da solo vale il viaggio) e i resti possenti di antichi mausolei di età imperiale, e del Tempio romano degli Augustali, si raggiunge Piedimonte Etneo dove apre Palazzo Patanè, sede del Comune, una bellezza inedita affrescata da Giuseppe Sciuti; ma soprattutto non si deve perdere l’occasione di visitare la cripta del convento dei padri Cappuccini fu costruito per volere del principe Ferdinando Francesco Gravina; senza dimenticare le due frazioni di Borgo Presa, con i suoi vigneti, e di Borgo Vena, ognuna con la sua storia. Siamo sui Nebrodi e il viaggio volge alla fine: Alcara Li Fusi ormai è sinonimo di rapaci, per l’area protetta dove nidificano ancora grifoni e aquile reali, tra gli ultimi esemplari rimasti. Sarà possibile seguire il percorso sensoriale segnato da erbe spontanee e mangerecce, opportunamente etichettate e censite: è il risultato del progetto premiato e finanziato dai Borghi dei Tesori due anni fa. Infine Mirto che si avvolge sempre nelle sete e i velluti ottocenteschi di Palazzo Cupane, ma invita anche ad un laboratorio teatrale dedicato ai tre giovani martiri patroni.

Quest’anno oltre alla consueta possibilità di visitarli in autonomia, sono state organizzate partenze in pullman sabato da Catania e domenica da Palermo. Info e prenotazioni su www.leviedeitesori.com. tel. 389.2350723 (dalle 10 alle 18) e su WhatsApp allo stesso numero, oppure 0917745575.

I BORGHI DEL 2025. Sono Alcara Li Fusi, Alessandria della Rocca, Balestrate, Bisacquino, Bivona, Burgio, Calatafimi Segesta, Caltabellotta, Camporeale, Centuripe, Cassaro, Chiusa Sclafani, Ciminna, Collesano, Contessa Entellina, Custonaci, Delia, Frazzanò, Gangi, Geraci Siculo, Giarratana, Giuliana, Isnello, Licodia Eubea, Mezzojuso, Mirto, Montelepre, Petralia Soprana, Piana degli Albanesi, Piedimonte Etneo, Sambuca di Sicilia, San Mauro Castelverde, San Piero Patti, Sant’Angelo Muxaro, Santo Stefano Quisquina, Siculiana, Sutera, Valledolmo.

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