Le miniere di sale di Raffo al cinema con “The End”, il nuovo film di Joshua Oppenheimer

Marianna Lo Pizzo

Cronaca - Cinema

Le miniere di sale di Raffo al cinema con “The End”, il nuovo film di Joshua Oppenheimer
La pellicola si presenta come un musical cupo e straniante, in cui lo sfarzo si trasforma in gabbia e la memoria del passato pesa come un macigno

02 Luglio 2025 - 18:21

Finalmente nelle sale italiane The End, l’attesissimo film di Joshua Oppenheimer, già celebre per The Act of Killing. Dopo l’anteprima mondiale proprio all’interno delle miniere di sale di Raffo (Petralia Soprana) in cui il regista ha scelto di girare la sua ultima opera. Il futuro distopico che viene evocato già dal titolo, parla di un’apocalisse mondiale, e viene contemplato proprio all’interno di una delle location più suggestive delle Madonie, un luogo chiuso, all’interno del ventre della terra, dove però si sopravvive nonostante la crisi ambientale irreversibile che ha distrutto l’umanità. Il mondo in superficie è collassato e solo una ristretta élite di miliardari ha trovato rifugio in un bunker sotterraneo, dove si consuma l’ultima, assurda rappresentazione del privilegio umano di fronte all’estinzione.

La pellicola si presenta come un musical cupo e straniante, in cui lo sfarzo si trasforma in gabbia e la memoria del passato pesa come un macigno. Tilda Swinton e George MacKay guidano un cast potente, immerso in una scenografia naturale che vuole esaltare l’oppressione, il rimorso e la decadenza ma che allo stesso tempo si ritrova ad essere custodia per la salvezza. L’anteprima esclusiva, in presenza del regista e di MacKay si è già tenuta ad oltre 200 metri di profondità, nelle antiche miniere di sale di Raffo. Luogo di lavoro e silenzio, dove all’interno è custodito il museo di arte contemporanea SottoSale e dove gli anfratti naturali scolpiti dal tempo, hanno suggellato un sentimento di profonda riconoscenza e connessione con la natura da parte del regista. E poi, per chi ha fatto almeno una volta nella vita l’esperienza di entrare all’interno della miniera, come previsto con le visite guidate, per tutti i weekend di luglio, lì dove vengono custoditi da milioni di anni i silenzi terrestri, c’è sempre il ritorno in superficie.
Uscire dalla miniera e rivolgersi al cielo, all’aria, a ciò che realmente si potrebbe perdere, è quasi rivelatore e allo stesso tempo ammonitore. È quello che ci vuole restituire “the End” uscendo anche dalla sala cinematografica.

La scelta di Oppenheimer di dare allo spettatore, la possibilità di “risalire verso la luce” e porsi proprio la questione ambientale come priorità della vita degli esseri umani. La natura non è un fondale o uno sfondo per Instagram, ma una presenza che ci manca solo quando l’abbiamo distrutta. Le temperature roventi di questi giorni in Europa pongono importanti quesiti in merito. The End non parla solo di un futuro possibile, ma di un presente che non possiamo più ignorare. E al cinema, con l’aria condizionata, forse potremmo porci alcune domande, e dovremmo cominciare ad elaborarne le risposte prima che irreversibile sia la parola a cui affidare il futuro.

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