Un “no” convinto e, se necessario, anche battagliero. È questa la posizione assunta dai sindaci del Distretto 35, che riunisce i comuni di Petralia Sottana (capofila), Alimena, Bompietro, Blufi, Castellana Sicula, Gangi, Geraci Siculo, Petralia Soprana e Polizzi Generosa, al termine di due incontri tenutisi nei giorni scorsi. Tema al centro del confronto: la proposta della nuova rete ospedaliera e, in particolare, il futuro del presidio sanitario “Madonna dell’Alto”. Un tema che tocca un nervo scoperto per le comunità madonite, da anni alle prese con una progressiva riduzione dei servizi. I sindaci parlano chiaro: “Nessun passo indietro e nessuna rinuncia rispetto ai servizi esistenti”. Un messaggio rivolto all’Assessorato regionale alla Salute e ai vertici dell’Aspdi Palermo, chiamati a dare risposte concrete dopo anni di rassicurazioni rimaste in larga parte sulla carta.
Reparti chiusi, promesse disattese
Negli ultimi anni l’Ospedale di Petralia Sottana ha visto la chiusura di reparti cruciali come Ortopedia, Punto Nascita, Pediatria e il Laboratorio Analisi. Nel 2023, un documento condiviso da sindaci, sindacati, direzioni sanitarie e Asp conteneva proposte “a costo quasi zero” per il rilancio del presidio. Ma a oggi – denunciano i primi cittadini – poco è stato fatto. E ora, con la nuova bozza della rete ospedaliera, il rischio è di perdere ulteriori pezzi.
Le criticità della nuova proposta
Tra i punti contestati spicca la trasformazione dei 6 posti letto di chirurgia da ordinari a day hospital. Una modifica che, secondo quanto dichiarato dall’Assessore Regionale nella prima riunione, sarebbe frutto di un refuso. Ma nell’incontro successivo la spiegazione ricevuta ha lasciato più dubbi che certezze, facendo temere un reale ridimensionamento del reparto. Altra anomalia: i 4 posti letto di ortopedia, presenti sulla carta ma mai attivati. E poi i soli 20 posti di riabilitazione, numero ritenuto insufficiente alla luce delle promesse di potenziamento fatte in passato. Il documento rileva anche l’assenza di risposte sulle proposte di dotare la ginecologia di 2 posti letto e di rafforzare la pediatria, due elementi fondamentali per la sicurezza sanitaria delle famiglie del territorio. Infine, c’è l’allarme per il reparto di radiologia, oggi in grave sofferenza dopo il pensionamento di un medico. “La teleradiologia non può essere l’unica risposta, soprattutto nei casi di emergenza”, denunciano i sindaci.
Il fronte comune dei sindaci
La posizione del Distretto è netta: se le criticità non verranno affrontate con interventi concreti e una reale pianificazione, il parere sulla nuova rete ospedaliera sarà negativo. E non si esclude il ricorso ad azioni forti: manifestazioni, denunce pubbliche, mobilitazioni istituzionali. “La tutela del diritto alla salute non è negoziabile – affermano i sindaci –. Non accetteremo ulteriori penalizzazioni per le nostre comunità, già duramente provate da scelte che hanno indebolito un presidio fondamentale per l’intero comprensorio”.