Il ricercatore alimenese Francesco Gangi Chiodo, dottorando di ricerca in Dinamica dei Sistemi presso il Dipartimento Dems dell’Università degli Studi di Palermo, è stato tra i relatori al 42esimo Symposium on Economic Crime, svoltosi al Jesus College dell’Università di Cambridge. Il simposio, considerato uno dei principali forum mondiali per l’analisi delle minacce derivanti da attività criminali e sovversive, è organizzato da prestigiose istituzioni accademiche e di ricerca, con il coinvolgimento di agenzie governative, magistratura e professionisti del settore.
All’interno della conferenza, il giovane studioso è intervenuto nel workshop “A new alternative approach to fighting economic crimes and the black market”, focalizzando la sua relazione sulle misure di garanzia preventive negli appalti pubblici in vigore nel sistema italiano, come le whitelist prefettizie e l’interdittiva antimafia. L’intervento ha inoltre offerto l’occasione per un confronto internazionale sulle diverse strategie normative adottate per garantire legalità e trasparenza nel settore dei contratti pubblici.
“Confrontarsi con esperti di così alto profilo è un’opportunità fondamentale – ha dichiarato Gangi Chiodo –. La lotta alle infiltrazioni criminali negli appalti è essenziale per fornire servizi migliori ai cittadini e, in questo senso, la digitalizzazione è ormai uno strumento indispensabile. Essa può velocizzare i controlli sulle imprese, sui subappaltatori e su tutta la filiera, assicurando al tempo stesso maggiore trasparenza negli atti della Pubblica Amministrazione. Naturalmente, la tecnologia da sola non basta: occorre che la Pubblica Amministrazione investa per professionalizzare e formare il personale, così da sfruttare appieno il digitale nella lotta contro corruzione e infiltrazioni”.
Il progetto di ricerca del giovane madonita analizza su più livelli la coesione digitale nella multilevel governance europea, con l’obiettivo di andare oltre una semplice fotografia della realtà. “L’ambizione – ha aggiunto – è quella di offrire soluzioni concrete ai problemi legati al divario digitale. Ciò include iniziative per migliorare l’alfabetizzazione informatica dei cittadini e semplificare il loro rapporto con una Pubblica Amministrazione sempre più digitalizzata, contribuendo così a una crescita equa e inclusiva”.