Nel cuore dei monti Sicani e delle Madonie, due comunità siciliane stanno riscoprendo e rinnovando il proprio futuro attraverso pratiche di cura, accoglienza e partecipazione. A Santo Stefano Quisquina, la sorgente Gragotta diventa il simbolo di un territorio che ritrova la memoria dell’acqua: una nuova comunità di “custodi dell’acqua” promuove passeggiate, assemblee e iniziative pubbliche per valorizzare un patrimonio idrico dimenticato e rivendicare una gestione più giusta di questo bene comune. A Polizzi Generosa, invece, da tre anni l’esperienza di accoglienza e integrazione dei migranti rafforza il tessuto sociale del paese: oggi 18 persone, impegnate in percorsi di studio e lavoro, vivono stabilmente nella struttura che può accoglierne fino a 25.
Due storie diverse, unite dalla stessa visione: costruire comunità più inclusive. Racconti e pratiche emerse all’interno dei dialoghi tematici che si sono svolti venerdì 21 novembre a Palermo, durante il seminario pubblico “Territori che resistono. Il volontariato come motore delle aree interne”, che ha aperto il meeting nazionale dei presidenti e dei direttori dei Centri di Servizio per il Volontariato (CSV), dal titolo “Insieme per i territori. Il volontariato come motore di cambiamento” promosso da CSVnet insieme a CeSVop, CSV Etneo e CeSV Messina.
La discussione è entrata nel vivo con tre momenti di dialogo. “Radici che innovano”, che ha visto, tra gli altri, l’intervento di Elisa Chillura, comunicatrice sociale di Maghweb e co-fondatrice della Rete nazionale dei facilitatori delle aree interne – Rifai, e di Edoardo Pistolesi, presidente dell’associazione Antiche Fonti di Petritoli (Fermo), del sindaco di Polizzi Generosa, Gandolfo Librizzi, delegato Anci Sicilia, nell’ambito “Politiche e alleanze per le aree interne”. Il dialogo “Il ruolo dei Csv nella rigenerazione dei territori” ha visto l’intervento di Giacomo Ricciutelli, direttore del Csv Marche.
Tre giorni dedicati a idee, visioni e dialoghi sul ruolo del volontariato come motore di coesione sociale, rigenerazione comunitaria e innovazione civica, con una particolare attenzione alle aree interne e ai contesti più fragili del Paese. La tre giorni si è aperta venerdì 21 novembre, l’incontro è stato ospitato nell’Aula Magna della Facoltà Teologica di Sicilia e realizzato con il sostegno di Banco BPM nell’ambito di Palermo capitale italiana del volontariato 2025. In apertura sono intervenuti i saluti istituzionali di Mariantonia Bartolotta, referente terzo settore e istituzioni religiose per Banco BPM. La moderazione è stata affidata a Francesco D’Angella (Studio Aps).
Al centro del seminario, le aree interne: territori segnati da spopolamento, carenza di servizi e fragilità sociali, ma anche luoghi capaci di generare partecipazione, innovazione e nuove forme di cittadinanza attiva. La prima giornata ha confermato la centralità del volontariato come leva di coesione e trasformazione, aprendo un confronto che proseguirà con tavoli di lavoro, sessioni tematiche e momenti di progettazione condivisa tra i CSV provenienti da tutta Italia.
“Il terzo settore e il volontariato sono una scelta etica e un modo di costruire comunità – ha dichiarato Giuditta Petrillo, presidente del CeSVop –. Questo è stato un anno di forte crescita per Palermo: nuovi percorsi di impegno, una rete territoriale più capillare e un investimento nella digitalizzazione per parlare linguaggi contemporanei. Centrale l’attenzione ai giovani, alle persone più fragili e al contrasto dello spopolamento. Il CeSVop continuerà a rafforzare il tessuto del volontariato perché una città solidale è una città più forte, più giusta e più viva”.
Per Chiara Tommasini, presidente di CSVnet, il meeting rappresenta “un momento fondamentale per riflettere sulla direzione del sistema dei CSV e del volontariato italiano. L’incontro ci ha mostrato la necessità di creare nuove connessioni tra territori e di riconoscere i nuovi protagonisti dell’impegno civico, spesso informali e innovativi. Il volontariato sta vivendo una profonda rigenerazione non solo dei luoghi: i CSV devono accompagnare questo cambiamento, sostenere chi si attiva e valorizzare la capacità dei territori di reinventarsi”.
L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Palermo, Mimma Calabrò, ha sottolineato l’importanza di “fare sintesi e continuare a coltivare ciò che è stato seminato, rafforzando una rete sempre più efficace. Nessun quartiere deve essere lasciato indietro. Dobbiamo coinvolgere tutta la comunità affinché il cambiamento sia condiviso e duraturo: insieme possiamo rendere Palermo sempre più solidale, inclusiva e protagonista del proprio futuro”. A chiudere la giornata, l’intervento del sociologo Andrea Valzania, docente del Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive dell’Università di Siena.




