SPECIALE Distretto Turistico Documento di fuoco del CdA. Miccichè sotto accusa

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SPECIALE Distretto Turistico Documento di fuoco del CdA. Miccichè sotto accusa
I consiglieri rispondono alle affermazioni dell'ex presidente.

18 Gennaio 2016 - 00:00

“Per quanto ci riguarda, il Presidente Angelo Micciché, che ha presentato le dimissioni qualche giorno fa, non rappresenta più le posizioni del territorio di area vasta di Cefalù, delle Madonie e dell’Imerese. Anzi, a dirla tutta, non le ha mai sapute rappresentare!”. Comincia così la lunga relazione che i 5 consiglieri del CdA del Distretto Turistico hanno elaborato in risposta alle gravi accuse del presidente dimissionario Angelo Miccichè formulate nel corso di una intervista rilasciata dal giornale cefaludese www.cefalunews.net diretto da Mario Macaluso.

I consiglieri, nella fattispecie Angelo Cascino (Presidente di Imera Sviluppo 2010), l’Onorevole Magda Culotta (Sindaco di Pollina), Filippo Dolce (Vice Sindaco di Aliminusa), Giuseppe La Placa (Amministratore di Madonie.it SRL) e Vincenzo Pottino (Amministratore di Monaco di Mezzo Soc. Coop.), spiegano le loro ragioni e rispondono alle singole accuse formulate.

Il documento parte da una necessaria premessa: Il Consorzio “Distretto di Cefalù e dei Parchi delle Madonie e di Himera” nasce per volontà di 140 soggetti pubblici e privati che decidono di abbattere ogni tipo di steccato e di campanilismo e si proiettano ad accogliere le nuove sfide legate al rilancio del comparto turistico nell’area vasta così come individuata dal nome stesso del Distretto. Questa sfida viene raccolta attraverso un documento, il cosiddetto Piano di Sviluppo Turistico, nel quale vengono contemplate le direttrici secondo cui questo territorio intende superare la crisi che attanaglia anche questo settore. Con questo spirito, il 19 dicembre 2011 viene sottoscritto l’atto notarile che sancisce formalmente la nascita del Consorzio, e viene individuata la figura di Angelo Micciché per la guida del Distretto.

Poi si affronta il nodo dello statuto sollevato da Miccichè. Vengono definite “Prive di ogni fondamento” le accuse di illegittimità dello Statuto, il cui schema è stato precedentemente approvato da trenta assemblee consiliari, dall’Ente Parco delle Madonie e dalle due Agenzie di Sviluppo che insistono sul territorio. “Semmai, in merito allo statuto – spiegano i consiglieri – si è ribadita l’opportunità, che ciascun operatore di parte privata non detenesse più di 5 quote del fondo consortile, per evitare, come è ovvio, un eventuale disequilibrio delle parti all’interno di un organismo che è chiamato, non dimentichiamolo, a rappresentare le istanze di tutti. Unica deroga sul numero di quote è stata concessa all’Ente Parco, rappresentativo delle istanze di una parte determinante del territorio”.

“Sin dall’indomani della prima Assemblea di Valledolmo (era il 28 marzo 2012), che ha determinato la composizione del Consiglio di Amministrazione del Distretto e a cascata degli altri organismi previsti dallo Statuto (ivi compresi anche il Comitato Tecnico e la Consulta delle Categorie, con l’obiettivo preciso di assicurare la massima condivisione delle scelte strategiche), il Presidente Micciché ha intrapreso la strada di colui che, in tutte le forme ed i modi possibili, volesse di fatto ostacolare ogni genere di decisione da portare avanti. In questo senso – denunciano i consiglieri –  ha continuamente posto sul tavolo la questione della presunta presenza ingombrante della SoSviMa, verso la quale non ha lesinato di lanciare accuse di ogni genere, tutte prive di fondamento. Con quale scopo? È stato difficile comprenderlo”.

La relazione fa poi riferimento alla ripetuta richiesta di invalidazione dell’Assemblea di Valledolmo (e relativa nomina dei consiglieri di amministrazione), per un vizio di forma che, a detta sua, avrebbero riscontrato un gruppo di soci rimasti sempre nell’anonimato (il motivo da lui addotto: “la convocazione non conteneva la data della seconda convocazione”; salvo però avere raggiunto il numero legale già in prima convocazione).

“In realtà – affermano i consiglieri – il Presidente non ha mai avuto intenzione di iniziare a lavorare per e con il Distretto” questo atteggiamento avrebbe comportato una serie di inadempienze che vengono cos’ dettagliata nella relazione firmata dai componenti del CdA del Distretto:

Le inadempienze del Presidente Micciché secondo il CdA:

Dall’insediamento del Consiglio di Amministrazione (fine aprile dell’anno 2012), di fatto, il Presidente ha collezionato una serie di inadempienze che ad oggi possono configurare, a tutti gli effetti, la necessità, e non più l’opportunità, che si proceda con un’azione di responsabilità nei riguardi di Micciché. Le riportiamo così come le abbiamo individuate in questi due anni, in palese violazione dei suoi doveri statutari e anche di quelli “del buon padre di famiglia” (così come prescrive il Codice Civile):

–              mancato trasferimento del fondo consortile dal conto bancario transitorio, intestato a singoli soggetti – ivi compreso il Presidente – al conto corrente intestato al Consorzio;

–              mancata convocazione dell’Assemblea dei Soci per l’approvazione del rendiconto consuntivo 2012 e 2013 (nell’ultima nota di convocazione dell’Assemblea per il 25 e 27 febbraio 2014, al n. 7 dell’ordine del giorno, si parla impropriamente di “Approvazione Bilancio 2013”: ancora oggi ci chiediamo se Micciché volesse riferirsi al Rendiconto consuntivo 2013 o al bilancio preventivo 2013);

–              stessa inadempienza per il bilancio preventivo per gli anni 2013 e 2014;

–              omessa comunicazione ai 22 Soci, ammessi nel novembre 2012 (avevano regolarmente versato le quote al fondo consortile ma non avevano sottoscritto l’Atto di costituzione nel 2011) di avvenuta accettazione delle loro istanze di adesione (hanno poi sopperito i sottoscritti Consiglieri);

–              reiterata omessa convocazione dell’Assemblea dei Soci a seguito delle dimissioni dei Consiglieri Antonio Mangia e Francesco Vasta;

–              mancata presentazione delle relazioni sulle attività svolte;

–              mancata sottoscrizione dei Rendiconti 2012 e 2013, la cui formulazione è stata fatta dall’Ufficio Unico in capo al PIST che, per espressa disposizione statutaria e regolamentare (e nell’ottica di un contenimento dei costi, tema non molto caro al Presidente che fra addetto stampa, segretario e spese varie ha presentato un budget spese annuo di 140.000 euro da caricare ai privati ed agli enti pubblici), funge da supporto amministrativo, tecnico e gestionale agli organi consortili.

 

“Inoltre – aggiungono i consiglieri – c’è l’inadempienza che ha pesato più di tutte, alla quale abbiamo ovviato intestardendoci a portare avanti l’attività convocando il Consiglio a maggioranza, stante l’assoluta inattività del Presidente. Micciché ha messo i bastoni fra le ruote dinanzi alla irrinunciabile e necessaria convocazione del Consiglio di Amministrazione per la formalizzazione, tramite delibera, dell’impegno di spesa che vale come co-finanziamento al budget pre-assegnato al Distretto a valere sui fondi PO-FESR 2007/2013, misura 333A-C. A fronte di somme destinate al Consorzio per circa 1,3 milioni, era necessario assicurare la co-partecipazione alle spese per un 5%, stimato attorno ai 65 mila euro (il fondo consortile complessivo ammonta a poco più di 90.000 euro). Ancora peggio la responsabilità “sostanziale” del Presidente: nessuna iniziativa è stata portata avanti da Micciché, né sul piano della condivisione con le altre realtà del Distretto né sul piano procedurale (in termine di adempimenti da portare avanti per dare riscontro all’Avviso pubblicato dalla Regione Siciliana il 28 marzo 2013 – Cofinanziamento dei Progetti di Sviluppo proposti dai Distretti Turistici Regionali). Le iniziative di coinvolgimento degli altri Enti, sulle sei proposte progettuali complessive, sono state portate avanti dalla restante parte del Consiglio di Amministrazione, unitamente alle Agenzie di Sviluppo, che per più di sei mesi ha convocato un gran numero di CdA (ai quali i Presidente non ha quasi mai partecipato, sembra per suoi impegni improrogabili) assumendosi una forte responsabilità nei confronti di tutto il territorio”.

“Fosse dipeso per il Presidente Micciché – qui l’affondo dei consiglieri – non avremmo oggi alcuno stralcio di idea progettuale e non avremmo avuto, pertanto, accesso alle risorse comunitarie mobilitate dalla Regione Siciliana per il comparto. Si stavano per perdere, a causa sua, 1,3 milioni di euro di fondi comunitari destinati  costruzione di un sistema informativo adeguato alle nuove sfide del comparto turistico. Oggi pertanto ringraziamo la SoSviMa ed Imera Sviluppo 2010 che hanno materialmente redatto le sei proposte progettuali e ci chiediamo: chi altro avrebbe potuto e dovuto farlo, se non chi conosce questo territorio da capo a fondo, anche dopo aver consultato ripetutamente gli operatori, con incontri documentati fino all’ultima virgola? E con la idea di un blog sul quale abbiamo continuato il dialogo con gli operatori e con le comunità? E con il confronto con la parte pubblica che ha mostrato, in questa vicenda, molta più sensibilità di un Presidente di parte privata ma che dei privati non ha portato avanti alcuna istanza?

Attorno alle proposte progettuali ci sarebbe secondo il CdA una larghissima condivisione, non solo della parte pubblica, ma anche e soprattutto di una buona fetta di operatori del comparto privato.

I consiglieri poi puntano il dito sulla gestione personalistica e sull’isolamento in cui si troverebbe Miccichè, non lesinando una critica alla stampa locale: “Queste denunce basate su false argomentazioni arrivano all’indomani di un triste bagno di realtà (purtroppo non di umiltà) all’interno dell’Assemblea convocata a “casa sua” (quasi a rappresentare che il Distretto è una sua cosa personale e non uno strumento della comunità), che ha mostrato come le posizioni di Angelo Miccichè siano solo ed esclusivamente le sue. Non una voce si è levata in sua difesa, nemmeno tra coloro a cui lui ha reiteratamente affermato di dover rispondere (un Presidente è di tutti e non solo di un piccolo o grande gruppo), che conoscono realmente come si sono svolti i fatti e ne hanno preso atto. Diverso è oggi l’atteggiamento di certi organismi di stampa che non si prendono nemmeno la briga di verificare le fonti prima di diffondere menzogne additate da Micciché”.

Prima delle conclusioni nella relazione trova spazio una netta presa di posizione in merito alle polemiche scatenate sulla SoSviMa:

Il Cda del distretto difende SoSviMa e a Ficile:

Sconclusionati gli attacchi verso la SoSviMa ed il suo Presidente, Alessandro Ficile. Nella fattispecie, l’Agenzia di Sviluppo delle Madonie, riconosciuta come tale dal Ministero dello Sviluppo Economico (fra le pochissime in Italia) ha un background che parla da solo: negli ultimi 5 anni, in coincidenza con gli Avvisi relativi all’Asse 6 – Sviluppo Urbano sostenibile, ha attratto risorse finanziarie pari a circa 65 milioni di euro, riuscendo ad ottenere il finanziamento di 45 opere di rilevanza pubblica per le comunità delle Madonie e dell’Imerese. In tal senso, ci appaiono assolutamente inopportuni gli attacchi della stampa locale: il fatto che non si sia arrestato il flusso migratorio dalle Madonie non è un problema del singolo ma di una intera collettività, e sbaglia chi pensa che con la bacchetta magica si risolva tutto. Chi si occupa di sviluppo locale, scienza non facilmente classificabile come tale perché frutto di un mix fra competenze, relazioni ed opportunità, sa bene che i processi legati ad un territorio si governano nel tempo e con smisurata pazienza, e nell’ottica di aumentare le opportunità per chi vuole restare. In questo senso, pertanto, s’inserisce l’obiettivo di creare 800 nuove imprese (di piccole e medie dimensioni) e quattromila posti di lavoro, che la città a Rete Madonie-Termini ha colto come sfida per il 2020. Questa sfida, tuttavia, va intrapresa tutti insieme: è impensabile che solo la parte pubblica debba/possa assolvere il suo ruolo: va ricercata la massima coesione sociale con tutti coloro che in questa area vasta ci vivono, ci investono e vogliono restare.

Dinanzi a tutto questo – concludono i consiglieri – non possiamo che accogliere le dimissioni, tardive ma oramai opportune ed inevitabili, del Presidente Micciché. Adesso bisogna procedere celermente e senza indugio ad individuare una guida più adeguata al difficile contesto socio-economico che anche il nostro territorio sta vivendo.

clicca qui per legge L'INTERVISTA AD ANGELO CASCINO (componente CdA del Distretto Turistico)

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