Mafia ed estorsioni a Termini Imerese, 4 condanne in Cassazione

Redazione

Cronaca

Mafia ed estorsioni a Termini Imerese, 4 condanne in Cassazione
In cella gli esattori del pizzo che operavano fra Termini e Trabia

18 Gennaio 2016 - 00:00

Si conclude con 4 arresti e due rinvii in appello il processo di mafia scaturito dall’operazione “Camaleonte 3” messa a segno dalle forze dell’ordine nel giugno del 2011, nell’ambito delle inchieste volte a contrastare il fenomeno mafioso in quella che, fin dai tempi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, era conosciuta come la Svizzera della Sicilia, ossia il mandamento mafioso di Caccamo e San Mauro Castelverde che, dal termitano estendeva il suo potere alle alte e basse Madonie, fino ad inoltrarsi nella provincia messinese.

L’operazione “Camaleonte 3” nasce dalla collaborazione di giustizia di due personaggi di spicco di Cosa Nostra termitana, Fabrizio Iannolino e Francesco Paolo Balisteri.

I dettagliati racconti dei due portarono in manette 6 persone, tutte accusate a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione: Alfonso Riccio (di Palermo), Nicola Marsala (di Sciara), Cosimo Serio, Leonardo Monastero, Paolo Piazza Palotto e Agostino Scarcipino Pattarello (tutti di Termini Imerese).

Per 4 dei 6 adesso è arriva la condanna definitiva, mentre per Paolo Piazza Palotto e Agostino Scarcipino Pattarello i giudici della Cassazione hanno deciso di annullare con rinvio la sentenza di condanna emessa dalla Corte di Appello nel febbraio del 2014.

I quattro delinquenti finiti in manette, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, erano stati incaricati di vertici del mandamento a fare da esattori nel territorio di Trabia e Termini Imerese. Nel corso del processo sono stati ricostruiti ben 15 episodi estortivi ai danni di imprenditori e commercianti della zona

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