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Blufi, dimissioni in massa in consiglio comunale

Si sono dimessi sei consiglieri comunali di maggioranza del Comune di Blufi. Il Presidente del Consiglio Mario Messineo e i Consiglieri Abate Domenico, Vaccarella Vincenzo, Di Gangi Silvio, Di Prima Giacomo e Supporta Maria hanno rinunciato al loro mandato determinando di fatto il commissariamento dell’organo consiliare.  

Rimarrà in carica invece la giunta guidata dal sindaco Calogero Brucato che potrà portare a termine il mandato.

Alla decisione dei 6 consiglieri ha fatto seguito una nota ufficiale nella quale gli ex consiglieri spiegano le regione delle dimissioni

“Gli avvenimenti politici e amministrativi di questi ultimi mesi hanno evidenziato quanto profondo sia lo stato di malessere e di inattività pregiudizievole per la comunità, all’interno del Consiglio comunale di Blufi che ha portato a uno stato di quasi scontro istituzionale. Nell’ultima seduta di Consiglio comunale non è stato approvato il rendiconto relativo all’esercizio finanziario 2014 con grave danno per l’amministrazione dell’Ente. Chi ne soffre di tutto ciò è la comunità di Blufi, quella che tutti diciamo di amare. A tutto ciò non si è posta una nuova metodologia di lavoro, con la stesura di un crono-programma condiviso, ma la vecchia pretesa di ‘presenze’ all’interno degli organi amministrativi. Se mettessimo da parte l’orgoglio personale e politico, l’egoismo personale e politico, la rivalsa personale e politica e ci si ricordasse dei doveri istituzionali del mandato ricevuto dai cittadini di una piccola comunità, con tante esigenze e problematiche da risolvere, e se il senso civico prevalesse su tutto, allora potremmo con consapevolezza affermare che a tutto si antepone l’interesse dei cittadini. I consiglieri di maggioranza sono giunti, pertanto, alla decisione delle dimissioni nella convinzione che, in questo particolare clima, un Consiglio comunale imbrigliato dalla inattività e da un’assenza di dialogo produttivo per il superiore interesse della comunità locale, non può fare altro che continuare ad arrecare ulteriore danno all’amministrazione della cosa pubblica.”

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