Cari Parroci, fuori i nomi!

Michele Ferraro

Editoriale

Cari Parroci, fuori i nomi!
la grave denuncia dei 7 sacerdoti di Cefalù non può cadere nel vuoto

18 Gennaio 2016 - 00:00

Si sono resi protagonisti di un gesto che ha, giustamente, calamitato l'attenzione dei media. Hanno preso carta e penna per denunciare “imposizioni, intimidazioni e minacce nell'esecizio del ministero pastorale”. Parole gravi, pesantissime, che gettano un'ombra oscura sulle manifestazioni religiose di Cefalù. In particolare, oggetto della denuncia sottoscritta dai 7 sacerdoti di Cefalù, è la tradizionale processione al molo di Maria S.S. Addolorata che, in genere, segue la messa, regolarmente celebrata. 

Le pesanti denunce messe nero su bianco dai parroci non possono e non devono cadere nel vuoto, occorre indagare, capire. Devono venire fuori nomi e circostanze dettagliate perchè se da un canto è meritorio il gesto di 7 rappresentati della Chiesa che si contrappongono e non calano il capo di fronte ad atteggiamenti intimidatori, sui quali non abbiamo motivo di dubitare, d'altro canto la denuncia depositata richiama alla mente altre città, altre processioni, altre circostanze che sono finite nelle mani della magistratura. Nomi e fatti precisi che hanno avuto adeguate conseguenze penali. 

Lo stesso deve accadere a Cefalù, se minacce, intimidazioni, imposizioni ci sono state occore sapere chi, come e quando le ha perpetrate, altrimenti la denuncia si svuota di senso ed il coraggio mostrato assume i panni dell'omertà, della connivenza e quindi della complicità. Pubblica è stata la denuncia, pubblici devono essere nomi e circostanze. Cefalù ha il diritto di sapere, i cefalutani non possono finire tutti nel calderone indistinto del sospetto.

Lasciamo agli altri le mezze verità, lasciamo alla politica e, a dirla tutta, anche al giornalismo, i teatrini, i tira e molla, i secondi fini. Voi indossate la talare, voi amministrate i sacramenti in nome di Dio, voi raccogliete le nostre confessioni, siete i depositari della nostra fiducia e della nostra speranza. Voi siete preti, dimostratelo.

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