Castellana Sicula, non passa la mozione di sfiducia al sindaco 

Redazione

Politica

Castellana Sicula, non passa la mozione di sfiducia al sindaco 
Di Martino porta a casa la vittoria di Pirro

18 Gennaio 2016 - 00:00

Non sono bastati dieci voti favorevoli per approvare la mozione di sfiducia discussa lunedì sera in consiglio comunale. Il Sindaco e gli organi istituzionali di Castellana Sicula proseguiranno il mandato grazie al no convinto dei consiglieri Ferruzza, Geraci e Giorgi e all’astensione dal voto della consigliera Zafonte, fino all’ultimo ago della bilancia della vicenda politica.

Un consesso dai toni infuocati, che non ha risparmiato all’aula gremita, colpi di scena e sospensioni. Ad aprire il dibattito, l’ex assessore e consigliere Riotto, capogruppo della nuova compagine di maggioranza, con la lettura integrale del documento, intervallata più volte dalla citazione cinematografica “nulla di personale” rivolta in primis al Sindaco che in diversi contesti ha definito l’azione “una congiura di palazzo”.

Nei lunghi interventi dei firmatari presenti, sono state ribadite le motivazioni di carattere politico e il fallimento amministrativo di Pino Di Martino, definito da Riotto “un uomo che lotta contro i mulini a vento e cerca disperatamente un colpevole, incapace di fare autocritica e legato ad un cerchio magico che sembra un hula hoop impazzito”.

Il Sindaco ha respinto le accuse ricordando la difficile situazione economica in cui versano i comuni, causata dai tagli regionali e statali.  Di Martino si è detto “impedimento alla concretizzazione delle opere programmate” ed ha definito l’azione politica “un disegno criminoso messo in atto dai soliti noti, animati da astio e rancore”.

Commosso il discorso del consigliere Di Prima che ha aggiunto altre ragioni “piccole ma quotidiane” che gli hanno fatto perdere fiducia nel leader di Progetto Democrazia.  «Credibilità perduta immediatamente dopo l’insediamento, a causa dell’inspiegabile rottura con il vicesindaco Riotto definito dal Sindaco Cancro dell’Amministrazione». In elenco anche le rotture con il presidente del Consiglio e con gli assessori andati a casa.

 «Perdita di credibilità culminata con la proposta di nomina assessorile al consigliere d’opposizione Alselmo Intrivici, scelta personale e non discussa con la maggioranza – ha tuonato l’ex presidente della commissione bilancio – Ci vuole talento in meno di tre anni a perdere tutto: Giunta, Consiglio e Cittadini».

L’atteso intervento della consigliera Zafonte, si sintetizza con: “Non nascondo di avere avuto la tentazione di votare questa sfiducia, ma ho il dubbio che non sia la scelta giusta perché non bisogna dividere ulteriormente” e conclude con un colpo di reni indirizzato ad entrambe le parti: “non sono una Porta di Emergenza da usare in caso di problemi e non sarò mai un salvagente”.

Sia la consigliera Cascio che la collega Macaluso – quest’ultima con nota scritta perché assente– ripensando a quella scuola di Atene promessa in campagna elettorale, oggi definita “Scuola di Paperino”, hanno espresso profonda delusione.

La consigliera Cascio ha anche annunciato la possibilità di valutare le dimissioni. Si unisce al coro il gruppo di minoranza Vivere Castellana che denunciando “il modus operandi autoritario, solitario e scollegato del Sindaco” invitando Di Martino ad “un atto di responsabilità” da concretizzare nelle immediate dimissioni.

Di altra natura le repliche del Capogruppo Ferruzza e del consigliere Geraci, che credono ancora nelle capacità politiche e amministrative di Pino Di Martino e della nuova squadra di governo. “Questa sera la mozione doveva essere presentata al Presidente del Consiglio, che mai è stato imparziale nel suo ruolo istituzionale – ha affermato un acceso Geraci– meglio un cerchio magico che un quadrilatero sgangherato”.

Il Presidente del consiglio ripercorrendo la genesi di progetto democrazia, ha fatto il mea culpa per aver creduto e sostenuto questa sindacatura, ma ha ribadito il suo ruolo di collante negli scontri tra sindaco e assessori e tra sindaco e maggioranza: “per scongiurare quello che in realtà era inevitabile e che si vociferava già dopo pochi mesi dalle elezioni”.

Il Primo Cittadino nell’ultima parola ha annunciato sin da subito assemblee cittadine chiarificatrici. L’esito della votazione nominale, ampiamente nota, si è conclusa con la dichiarazione di voto filosofica del consigliere Riotto “non potrà mai esserci miglioramento fino a quando si resterà convinti di essere i migliori”.

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