PD, acque agitate anche nelle Madonie

Redazione

Politica

PD, acque agitate anche nelle Madonie
Dopo lo strappo i renziani cercano di ricucire

18 Gennaio 2016 - 00:00

Dopo le vicende legate al rimpasto di governo portato a termine ad inizio settimana sull'asse Crocetta – Faraone, e la chiusura delle liste per le europee, che ha determinato un vero putiferio nel Partito Democratico siciliano, non sembrano calmarsi le acque nel partito di Matteo Renzi.

Anche a livello locale si avvertono reazioni e nuove spaccature che minano alle fondamenta la tanto proclamata unità del partito. L’ultimo post inserito dall’on. Magda Culotta nel suo portale rivela una condizione di forte disagio “Le vicende della politica siciliana degli ultimi giorni –  scrive il sindaco di Pollina – rappresentano il disagio di tanti dentro il Partito Democratico. Quella di Crocetta non è una rivoluzione ma una restaurazione di logiche vecchie che stanno danneggiando la Sicilia e il Partito Democratico. Sono assurde le dichiarazioni fatte dal Presidente della Regione che ha denigrato persone e storie personali”. Il deputato madonita rincara la dose rivolgendo un pensiero al collega di partito Davide Faraone “La cosa che mi riesce più difficile accettare è che fra i registi delle operazioni degli ultimi giorni c’era anche un mio compagno di partito, membro della segreteria nazionale che, se da un lato ha lavorato per unire e sanare il PD regionale al momento del congresso, dall’altro ha lavorato per minare le fondamenta sulle quali voleva costruire. Sento di fare un plauso al segretario regionale Fausto Raciti – conclude – che sta dimostrando di tenere la barra dritta alla ricerca di una vera ricomposizione del Partito Democratico in Sicilia.

Alle parole di Magda Culotta risponde il componente della Direzione Regionale del PD Gandolfo Librizzi “In Sicilia si parlava di rimpasto dall’estate dell’anno scorso. Un logorio che ha rallentato l’azione di governo, specie negli ultimi mesi e che inevitabilmente, nel clima preelettorale ha scatenato tutte le incomprensioni possibili. Adesso occorre recuperare il prima possibile un clima di serenità, innanzitutto all’interno del PD, maggiore forza parlamentare. Per questo occorre lavorare senza sosta perché, anche nei momenti di più aspro confronto come questo si recuperi al più presto un clima di dialogo costruttivo, utile alla Sicilia e ai siciliani”.

Dopo lo strappo i renziani cercano dunque di rasserenare il clima. Se le mediazioni andranno a buon fine lo si potrà vedere ben presto. Già dalle prossime settimane i più accreditati osservatori politici italiani terranno gli occhi puntati su Sala d’Ercole che, come già accaduto in passato, rappresenterà il termometro politico più caldo su scala nazionale. 

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